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Le norme della UE sulle Big Tech pronte ad entrare in vigore

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È ufficiale: il Digital Markets Act (DMA), la riforma con cui l’Unione Europea punta a regolamentare il potere delle Big Tech, entrerà in vigore nella Primavera del 2023. Ad annunciarlo è Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione Europea. “Il DMA entrerà in vigore la prossima primavera e ci stiamo preparando per l’applicazione non appena arriveranno le prime notifiche“. Così la Vestager ha dichiarato alla conferenza dell’International Competition Network a Berlino. Ma cosa cambierà davvero per le Big Tech? E come si comporteranno davvero i Paesi della UE al riguardo?

Digital Markets Act: la UE regolamenta le Big Tech

Dopo tanta attesa, il Digital Markets Act è pronto ad entrare in vigore. A partire dalla prossima primavera, quindi, la vita delle Big Tech cambierò radicalmente in Europa. Non appena le leggi entreranno in vigore, la Commissione sarà pronta ad agire contro qualsiasi violazione commessa dai “gatekeeper” – come Meta, Apple, Google e via dicendo -. Con questo termine, infatti, il DMA definisce tutte quelle aziende che hanno una capitalizzazione di mercato superiore ai 75 miliardi di Euro e un’App social con almeno 45 milioni di utenti mensili nell’Unione Europea. A questi criteri ci sono da aggiungere anche oltre 10000 utenti aziendali annuali e una posizione solida nel mercato del Vecchio Continente.

Tutte queste aziende possono incorrere in multefino al 10% del suo fatturato mondiale totale nell’anno finanziario precedente” se trovate in violazione delle regole del DMA. Una commissione che potrebbe aumentare fino al 20% in caso di recidiva. In conformità con la DMA, i gatekeeper avranno tre mesi per dichiarare il loro status alla Commissione, seguiti da un periodo di attesa fino a due mesi per ricevere la conferma dall’UE. Se così fosse, è chiaro che vedremo i risultati del Digital Markets Act soltanto nell’Autunno del 2023. E questo potrebbe alimentare le critiche nei confronti della UE, che continua ad affrontare con troppa lentezza la questione dello strapotere delle Big Tech.

Eppure, dal canto suo, la Vestager vede la UE come forse “leggermente avanti” sulla scena mondiale riguardo “il futuro dei mercati digitali“. E questo grazie ad un “approccio ibrido… in cui giocheranno la loro parte sia la regolamentazione ex ante che gli strumenti tradizionali”. In ogni caso, quando davvero la UE riuscirà a mettere in pratica questa strategia non è ancora chiaro. La Commissione è a lavoro su quanto serve per gestire le Big Tech al meglio, ma per quanto tempo ancora mercati e consumatori dovranno aspettare non è chiaro.

Durante il suo discorso, la Vestager si è concentrata sulla necessità di una cooperazione ad ampio raggio tra le autorità di regolamentazione della concorrenza per affrontare efficacemente le sfide poste dai mercati digitali. “Sarà necessaria una stretta collaborazione perché non ci mancherà il lavoro e non ci mancheranno nuovi servizi o pratiche da considerare. E gli sforzi necessari su scala globale sono enormi. Quindi dovremo lavorare insieme più che mai“. Per ora, quindi, occhi puntati sul Digital Markets Act. “Molti di voi guarderanno con grande interesse il lancio del DMA – ha dichiarato la vicepresidente -. Sarà un’esperienza di apprendimento reciproco. L’UE ha lavorato duramente per trovare il giusto equilibrio e penso che abbiamo escogitato qualcosa di severo ma anche molto giusto

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