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Discmaster, il sito che conserva milioni di file vintage

Un archivio digitale di musica, immagini, documenti e altro ancora

Avete perso un file degli anni Novanta? O volete ritrovare la musica preferita dei vostri genitori da giovani? Nessun problema, c’è Discmaster, il sito web che raccoglie 91.7 milioni di file di computer estratti da CD-ROm e floppy disk. Tra questi immagini, documenti di testo, musica, giochi, shareware, video e molto altro. Insomma, tutto quello che può cercare un appassionato di vintage.

Discmaster, il sito che raccoglie oltre 91 milioni di file vintage

La scorsa settimana l’archivista Jason Scott ha annunciato il nuovo sito Discmaster, all’interno del quale chiunque può trovare file vintage andati perduti. Da quanto sappiamo, questi provengono da Internet Archive, caricati da migliaia di persone nel corso degli anni. E ora il nuovo sito li riunisce dietro un motore di ricerca con la possibilità di eseguire ricerche dettagliate per tipo di file, formato, origine, dimensione, data del file e molte altre opzioni. “La proposta di valore è la stessa di qualsiasi database di ricerca liberamente accessibile“, ha detto Scott ad Ars Technica. “Le persone sono in grado di fare immersioni profonde nella storia, fare riferimento alle loro scoperte e incoraggiare gli altri a guardare nello stesso posto“.

Più nello specifico, Discmaster è il progetto di un gruppo di programmatori anonimi amanti della storia, che hanno chiesto a Scott di ospitarlo sul suo sito. E così è stato. Anche se Scott rimane un dipendente di Internet Archive, e il sito è “al 100% non affiliato” a quell’organizzazione. Ma poco importa questo. Il punto importante del sito è che ha già eseguito molte conversioni di formati di file sul back-end, rendendo i file vintage più accessibili. Giusto per farvi un esempio, il sito consente di cercare suoni Amiga digitalizzati e ascoltarli direttamente nel browser senza bisogno di strumenti aggiuntivi. E lo stesso vale per i video a bassa risoluzione dei primi anni ’90 o le immagini in formati oscuri.

Il thread dell’annuncio del progetto su Twitter, infatti, ha decine di commenti di persone che stanno già utilizzando il servizio per riscoprire programmi che hanno perso negli anni ’90, file BBS rari, mondi ZZT, caratteri bitmap, shareware che hanno scritto più di 20 anni fa e software di musica vintage. “Probabilmente, per me, è una delle più importanti opportunità di progetto di ricerca sulla storia del computer che abbiamo avuto in 10 anni“, afferma Scott. “E non è finita. Hanno analizzato 7000 e più CD-ROM. E stanno per farne altri 8000“. Un progetto in crescita, quindi, che consentirà agli utenti di tuffarsi nel passato. E questo non è un eufemismo, è la verità.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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