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Incidente di una Tesla senza pilota: si riapre il dibattito su sicurezza e responsabilità

Due morti a nord di Houston: erano su una Tesla, ma nessuno dei due al volante. E la polemica si rinnova

Nuovo incidente mortale per Tesla. Due le vittime, che si trovavano all’interno dell’auto ma non alla guida.

La notizia riporta alla ribalta due temi fondamentali per il futuro delle auto a guida autonoma: quello della sicurezza e quello della responsabilità.

Nuovo incidente per una vettura Tesla

Come abbiamo riportato ieri, lunedì 19 aprile, due uomini hanno perso la vita nella sera di sabato. Alle 21 ora locale, nei pressi di una cittadina a nord i Houston, nel Texas, un uomo di 59 anni e uno di 69 hanno perso la vita dopo lo scontro con un albero. Lo schianto ha prodotto un incendio domato in ben quattro ore. Ma la notizia clamorosa è un’altra: nessuno dei due uomini era alla guida della Tesla Model S del 2019. Uno dei due avevo preso posto sul sedile del passeggero, l’altro sul sedile posteriore.

Evidentemente era stato inserito il pilota automatico, che tuttavia dovrebbe richiedere la presenza ben desta di un conducente al posto di guida, con le mani sempre sul volante.

La guida autonoma condizionata

L’incidente della Tesla Model S di domenica lascia qualche dubbio.

Intanto, ricordiamo che si tratta di un’auto a guida non completamente autonoma. A oggi Tesla ha messo sul mercato solo vetture a guida autonoma condizionata. Significa che c’è comunque bisogno di una costante presenza di un essere umano al volante, che intervenga in caso di pericolo o malfunzionamento del sistema.

Ecco quindi che dietro l’incidente avvenuto in Texas c’è un piccolo giallo: è vero che nessuno dei due uomini fosse alla guida. Ma è altrettanto vero che i sensori della Tesla S dovrebbero sempre impedire l’avvio dell’auto se non viene rilevata la presenza di un conducente.

incidente Tesla houston

L’incidente della Tesla: i precedenti

La procura federale sta indagando sulla dinamica dell’incidente. Gli agenti intervenuti, per la posizione dei corpi dopo lo schianto, escludono che qualcuno fosse alla guida. Va ora stabilito se l’autopilot fosse stato o meno inserito.

Le autorità federali degli Stati Uniti stanno indagando su oltre venti incidenti causati da vettura con il pilota automatico attivato.

Il primo incidente mortale che ha coinvolto un’auto a guida autonoma risale al 2016. A perdere la vita era stato il quarantenne Joshua Brown, che in Florida non era riuscito a intervenire per schivare un camion. Più precisamente, l’autopilot inserito non era stato capace di riconoscere per tempo la manovra del camionista.

La reazione di Tesla

Tesla nel 2016 si era limitata a un asciutto comunicato, nel quale aveva ricordato come quella di Brown fosse stata la prima morte, a fronte di oltre 130 milioni di miglia percorse dalle sue vetture con il pilota automatico.

Dopo l’incidente di sabato sera in Texas, per ora i vertici dell’azienda fondata da Elon Musk non hanno rilasciato dichiarazioni.

tesla model s

Le auto a guida autonoma e i sei livelli di sicurezza

La classificazione delle automobili a guida autonoma prevede sei livelli, da 0 a 5. Dove il livello 0 è quello delle vetture del tutto prive di autonomia e il livello 5, per ora solo ipotizzato, corrisponderebbe alla costante guida autonoma dell’auto. Al livello cinque non c’è più alcun bisogno della presenza del volante e dei pedali.

A oggi, i taxi senza conducente che Waymo sta sperimentando negli Stati Uniti hanno raggiunto il livello 4. Ma le Tesla acquistabili dai privati sono ferme al livello 3, quello della cosiddetta automazione condizionata. A tale livello l’auto gestisce completamente la guida in situazioni ordinarie. Al guidatore è richiesta però la presenza, per poter intervenire in condizioni avverse.

Sarebbe dunque improprio incolpare le aziende costruttrici, dal momento che nelle vetture di livello 3 (le più avanzate in commercio) è ancora necessaria la supervisione di un essere umano alla guida.

Le vetture autonome dovrebbero proprio ridurre gli incidenti stradali, oltre a migliorare la viabilità (con conseguente diminuzione delle emissioni) e permettere una maggiore mobilità a persone con impedimenti fisici.

Ma uno degli aspetti fondamentali – come l’incidente di sabato sera mostra in modo clamoroso – riguarda il fatto che si tratta di una tecnologia per così dire ibrida, a cui non si può affidare completamente la guida.

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Il tema della responsabilità

L’incidente della Tesla avvenuto tre giorni fa in Texas riapre anche il secondo grande problema delle vetture autonome assieme a quello della sicurezza: quello della responsabilità.

Senza addentrarci in cavillose questioni giuridiche, possiamo dire che sino al livello 3 la responsabilità degli incidenti è completamente a carico del conducente. Più spinoso e sottile sarà il problema a partire dal livello 4, dove bisognerà normare la responsabilità. E decidere come suddividerla tra il pilota, la casa che produce l’auto e l’azienda che ha messo a punto il software di guida.

Le cose non saranno affatto semplici, perché nel codice penale italiano – ad esempio – la responsabilità è sempre individuale, e ricorrere a una eventuale responsabilità oggettiva sarebbe una forzatura dal punto di vista penalistico.

Stando così le cose, si prevede un futuro in cui saranno le leggi a doversi adattare alla tecnologia e non viceversa.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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