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Droni in spiagge e città: il Garante apre tre istruttorie

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droni garante

Con una nota apparsa sul sito ufficiale venerdì 3 settembre, il Garante per la protezione dei dati personali (più noto come Garante per la privacy) fa sapere di aver preso posizione nei confronti dei droni. O meglio, del loro utilizzo troppo disinvolto per monitorare, ad esempio, la presenza di assembramenti. O addirittura la temperatura corporea dei bagnanti.

Il difficile rapporto tra droni e privacy ha portato il Garante ad aprire tre istruttorie, a Bari, Roma e Ostia.

Scopriamo cosa è accaduto nelle tre città e perché è dovuto intervenire il Garante. Facciamo poi il punto sull’intricata relazione tra tecnologia, controllo e privacy.

Droni e privacy: l’intervento del Garante

Nella nota, il Garante ha fatto sapere di voler fare chiarezza “nei confronti di iniziative che prevedono con troppa facilità l’utilizzo dei droni. Il ricorso sempre più frequente e per le finalità più diverse a questi strumenti potrebbe risultare lesivo della riservatezza delle persone riprese”.

Nella nota si legge poi delle tre istruttorie aperte a Bari, Roma e Ostia, accusate di un utilizzo troppo disinvolto dei droni.

Il caso di Bari

Uno dei tre interventi del Garante ha coinvolto il capoluogo pugliese. Il Comune aveva chiesto che i droni supportassero il lavoro della Polizia locale per intercettare “eventuali assembramenti incompatibili con le limitazioni dovute alla gestione della pandemia da Covid”.

L’amministrazione, già criticata dall’opposizione per questa misura, ha ora venti giorni di tempo per inviare al Garante una serie di informazioni su tempi e modi dell’utilizzo degli aeromobili controllati a distanza. Dovrà anche inviare “copia dell’eventuale valutazione d’impatto sulla protezione dei dati prevista dal Regolamento Ue.”

Il caso di Roma

Analoga la richiesta inviata a Roma Capitale, dove dall’imminente autunno la Polizia locale dovrebbe dotarsi di nove droni per il monitoraggio del territorio cittadino. L’obiettivo è quello di prevenire illeciti ambientali, deposito di rifiuti abusivi, roghi tossici, abusi edilizi, oltre al monitoraggio del traffico.

Anche in questo caso, il Garante ha avviato l’istruttoria per verificare le ricadute dell’iniziativa sulla privacy dei cittadini. Come per Bari, venti giorni di tempo anche a Roma Capitale per fornire le informazioni richieste assieme alla copia della valutazione d’impatto.

Il caso di Ostia

Ultima in ordine di tempo la richiesta di informazioni alla Azienda Usl Roma 3, sempre sul trattamento riguardo i dati personali, sull’iniziativa annunciata per il 4 e il 5 settembre sulle spiagge di Ostia. Dove un drone avrebbe sorvolato il litorale per verificare la temperatura corporea delle persone in spiaggia.

Nella notta possiamo leggere che, “considerata la delicatezza dei trattamenti di dati personali che si intendono effettuare, in assenza di una chiara base giuridica che li possa legittimare, il Garante ha chiesto all’azienda di fornire una serie di chiarimenti.”

Stavolta la Usl Roma 3 ha sette giorni di tempo per specificare “chi sia il titolare del trattamento dei dati delle persone sottoposte alla rilevazione della temperatura corporea, i motivi della rilevazione, l’affidabilità degli strumenti utilizzati, le conseguenze previste per chi risultasse avere una temperatura superiore a quella fisiologica, quali informazioni saranno rese agli interessati e come verranno fornite.”

La marcia indietro di Ostia

Ma Ostia pare stia tornando sui propri passi.

L’iniziativa prevista, infatti, era stata annunciata per i giorni di sabato 4 e domenica 5 settembre. Tuttavia, il post che dava la notizia è stato rimosso dal profilo Facebook della Usl.

La motivazione ufficiale della sospensione del progetto è legata alle condizioni atmosferiche. Sono però in molti a credere che sia stata la questione della privacy legata all’utilizzo dei droni a frenare il volo di ricognizione. Che era previsto “sul litorale di Ostia dalle 11 del mattino alle 16 del pomeriggio, tra il chiosco del Coconait e lo stabilimento Plinius”, come recitava sempre la pagina Facebook dell’Azienda.

Intanto sono arrivate le parole dell’assessore alla sanità, Alessio D’Amato. “Su Ostia non ci sarà alcun volo di drone, è un’iniziativa autonoma della Asl Roma 3 che non rientra nella programmazione dell’Unità di Crisi Covid-19. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha chiesto una relazione al Direttore Generale della Asl”.

Tecnologia e privacy

È soprattutto il caso di Ostia ad aver sollevato l’indignazione dei cittadini. Anche se va ricordato che durante il primo lockdown, nella primavera del 2020, erano stati adoperati termoscanner a distanza e droni, su Roma e altre città italiane, per monitorare assembramenti e uscite di casa non motivate.

Ci troviamo nel più ampio e delicatissimo ambito del rapporto tra tecnologia e privacy, che si declina ad esempio nella sempre più fitta presenza dell’intelligenza artificiale nella nostre città. Fin dove il controllo è lecito, e a partire da dove mette il bagaglio alla libertà individuale?

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Anche l’Unione europea è più volte intervenuta in questo senso.

Vale altrettanto sui social, dove quella che viene scambiata per assoluta libertà di espressione può portare almeno due rischi (specie per i meno equipaggiati): quello di un’intrusione nei propri dati personali, e quello di una sovraesposizione alle informazioni, spesso sotto forma di fake news.

Non c’è una ricetta per la felicità, né una pronta e univoca soluzione. Certo, un grande aiuto ai cittadini potrebbero fornirlo le campagne informative. Che permetterebbero di conoscere e rivendicare i propri diritti (come nel caso dei droni), mettersi in guardia dai tentativi di manipolazione e dalle sempre più frequenti bufale che popolano la Rete.

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