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Linee parallele: com’è il film Netflix con Lili Reinhart

Linee Parallele è disponibile nel catalogo di Netflix.

Chiunque si è posto almeno una volta nella vita il quesito “cosa sarebbe successo se”. Una domanda che apre la strada a riflessioni sul destino e sul libero arbitrio e a realtà alternative, esplorate dal cinema in opere memorabili come La vita è meravigliosa di Frank Capra, Destino cieco di Krzysztof Kieślowski e quella forse più conosciuta dai cinefili più giovani, ovvero Sliding Doors di Peter Howitt, titolo diventato talmente popolare da sottintendere il concetto stesso di “What If“. Proprio in questo solco si inserisce Linee parallele, film originale Netflix di Wanuri Kahiu con protagonista la talentuosa Lili Reinhart, nota soprattutto per il ruolo di Betty Cooper in Riverdale.

L’attrice interpreta la giovane Natalie, che una volta ottenuta la laurea vuole realizzare il suo sogno nel cassetto, cioè trasferirsi a Los Angeles insieme all’amica Cara (Aisha Dee) e cercare di farsi strada nel campo dell’animazione. Sulla sua strada c’è però un apparentemente piacevole imprevisto, rappresentato da un’inattesa notte di sesso con il suo migliore amico Gabe (Danny Ramirez). Il destino di Natalie si biforca in due direzioni diverse ma non opposte (per una volta il titolo italiano Linee parallele è più calzante dell’originale Look Both Ways): in una, il test di gravidanza è positivo e la protagonista ritorna a vivere con i genitori per crescere il figlio come madre single; nell’altra, Natalie non è incinta e continua la sua corsa verso il successo e verso l’amore nella Città degli Angeli.

Linee parallele: destini che si uniscono nel nuovo film Netflix

Linee parallele
Cr. Felicia Graham

Su queste basi, Wanuri Kahiu imbastisce un racconto dinamico e gradevole, che inevitabilmente ricorre a più riprese al montaggio alternato per portare avanti le due diverse strade di Natalie. Non ci sono particolari difetti in Linee parallele. Andrea Savage e Luke Wilson sono due buoni contraltari comici per la parabola della Natalie incinta, mentre David Corenswet porta avanti la sottotrama romantica della protagonista a Los Angeles. Non mancano diverse strizzate d’occhio in ottica inclusiva, e la regista riesce, pur senza calcare troppo la mano, a mettere alla berlina gli stereotipi sulla presunta dicotomia fra maternità e carriera per una donna. Con il passare dei minuti, questo diventa il tema portante del racconto, nonché la sua più brillante intuizione: le due realtà divergono ma presentano anche diversi punti di contatto, suggerendo implicitamente che una gravidanza non possa e non debba influenzare il percorso umano e lavorativo di una donna.

Proprio questo ottimismo di fondo diventa però anche il più evidente difetto di Linee parallele. Le due divergenti vite di Natalie ricalcano la stessa messa in scena del film, sempre pulita e inappuntabile. Nonostante i diversi imprevisti che la protagonista incontra lungo i suoi due cammini, si ha sempre la sensazione che tutto in qualche modo andrà a posto, e che anche le più serie difficoltà siano un’occasione per crescere. Un punto di vista lodevole e in linea con le atmosfere da feel good movie cercate da Linee parallele, che però si trasforma anche in limite. Non sentiamo mai la fatica di Natalie nel crescere un figlio da sola o quasi, né percepiamo gli inevitabili sacrifici economici a cui è costretta una stagista in una metropoli come Los Angeles. Lo stesso percorso di Natalie nell’animazione sembra più frutto di ispirazioni estemporanee che di una professionalità affinata negli anni.

Un’opera gradevole ma troppo consolatoria

Cr. Felicia Graham/Netflix © 2022

Resta la gradevolezza di un’opera che si distingue rispetto alla media dei film originali delle piattaforme per la sua vitalità e per la leggerezza con cui si approccia a tematiche complesse e delicate, oltre che per la notevole performance di Lili Reinhart. Manca però un colpo basso, un’irruzione improvvisa della vita vera in un ambiente ovattato, una caduta che renda difficile, se non impossibile, la risalita. Il nuovo originale Netflix Linee parallele si trasforma così involontariamente nella critica che viene mossa a Natalie dal suo mito nell’ambito dell’animazione: un’opera precisa ed efficace, in cui però si fatica a vedere una voce originale, persa fra le pieghe di un racconto troppo consolatorio per lasciare davvero il segno.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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