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I videogiochi riducono violenza e aggressività secondo uno studio

Giocando diminuisce il livello di cortisolo

Lo sviluppo delle nuove tecnologie porta con sé anche una serie di luoghi comuni. Periodicamente, ad esempio, succede che un organismo, un’associazione, un’amministrazione o un gruppo di cittadini indignati insorge contro i social, accusati di rovinare lo sviluppo psicosociale dei ragazzi.

Quando invece, semmai non lo si fosse ancora capito, i social non sono né buoni né cattivi, ma dipende dall’uso che se ne fa. E quando gli adulti additano le varie piattaforme a corruttrici della morale, forse non si accorgono che in questo modo stanno deresponsabilizzando se stessi. Perché sono i genitori che devono moderare l’accesso ai device ai figli, magari iniziando per primi a dare il buon esempio. Mentre compito di scuole e istituzioni è quello di alfabetizzare a un uso corretto, per quantità e qualità, di Facebook, TikTok, Instagram e affini.

Premessa un po’ lunga ma non fuori tema, perché un medesimo discorso è applicabile ai videogiochi.

videogiochi violenti

I videogiochi e la violenza

Proprio come per i social, di tanto in tanto ecco arrivare una protesta contro i videogiochi, che favorirebbero la violenza.

La tesi è semplice: alcuni videogiochi in cui compaiono scene o situazioni di violenza più o meno esplicita, porterebbero giovani e giovanissimi a riprodurre situazioni analoghe. Come se l’apprendimento di un adolescente funzionasse pedissequamente, senza intervento di un proprio senso critico e morale.

Torneremo su questo punto parlando dei risultati dei più recenti studi. A tal proposito, è stato da poco pubblicata una ricerca sul rapporto tra videogiochi e violenza, il cui esito è davvero sorprendente. Perché lo studio dimostra che non solo i videogiochi non generano la violenza, ma in qualche modo la riducono.

I videogiochi riducono la violenza

Lo studio sul rapporto tra videogiochi e violenza che ribalta il radicato luogo comune è stato pubblicato sulla rivista Physiology & Behavior. Autore è Gary L. Wagener, ricercatore all’Università del Lussemburgo.

L’articolo indaga la relazione tra videogiochi e violenza da un punto di vista anche chimico, rispondendo alla domanda: quali sono gli effetti dei giochi violenti su aggressività, cortisolo e testosterone?

Il test è stato effettuato su un campione di 54 persone adulte di sesso maschile, che hanno giocato al videogioco Uncharted 4: Fine di un ladro (alcuni in una sezione “violenta” altri no) per 25 minuti. I partecipanti hanno fornito campioni della loro saliva tre volte: prima di iniziare il gioco, subito dopo e 20 minuti dopo la fine della sessione. Hanno anche compilato un questionario per misurare la loro personalità in relazione alla cosiddetta tetrade oscura (sadismo, narcisismo, machiavellismo e psicopatia).

Gli esiti dello studio

In sintesi, chi ha giocato alla sezione violenta del videogame ha registrato una diminuzione significativa dei livelli di cortisolo, soprattutto in corrispondenza dei primi due prelievi salivari.

A differenza dei cambiamenti nei livelli ormonali, non ci sono state differenze significative sull’aggressività. Nell’articolo leggiamo che “i presenti risultati illustrano la complessa interazione tra personalità, ormoni e contenuto del gioco, specificando così ulteriormente le attuali nozioni sugli effetti dei videogiochi violenti.

Giocare a un videogioco violento può avere un effetto calmante che riduce lo stress a seconda dei tratti della personalità […]”

Il risultato nel dettaglio è sfaccettato, ma di certo si è mostrato come non esiste alcun effetto automatico di aumento dell’aggressività in chi gioca a un videogioco cosiddetto violento.

Il commento

L’autore dello studio, Gary L. Wagener, intervistato da PsyPost, ha dichiarato: “Sono interessato a questo argomento perché anch’io sono un giocatore. Fin da piccolo sono stato affascinato dai videogiochi e dai mondi virtuali. Giocavo perché era divertente, perché mi piaceva la competizione, per apprezzare le belle storie, ma anche per alleviare lo stress della mia vita quotidiana.”

E ancora: “Non mi è piaciuta la rappresentazione mediatica dei videogiochi violenti che non rifletteva questo dibattito ancora in corso e quindi ho deciso di indagare io stesso sugli effetti violenti dei videogiochi”.

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I videogiochi, la violenza e altro

Tra gli ormai numerosi studi che sconfessano il rapporto diretto tra videogiochi e violenza, è particolarmente persuasivo quello pubblicato nell’ottobre del 2019 dall’American Psychological Association. Dove tra l’altro si dice che concentrarsi troppo su una relazione che non è stringente, rischia di distogliere l’attenzione da fattori molto più determinanti nell’insorgenza di temperamenti o azioni violente, come il contesto familiare e sociale.

E così, il cerchio che abbiamo aperto a inizio articolo con la premessa sui social si chiude.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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