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Elon Musk chiese di bloccare Twitter Blue, che lui stesso aveva voluto: “Spegnilo!”

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Tutti gli utenti di Twitter ricordano il caos del lancio di Twitter Blue, il controverso sistema di verifica a pagamento: a quanto pare, anche Elon Musk se n’era accorto e chiese al proprio staff di bloccare la funzione, che lui stesso aveva voluto. Ma non in tempo: l’iniziativa nata per monetizzare la piattaforma segnò l’inizio di un periodo turbolento, con un enorme impatto finanziario per la società.

Il fallimento di Twitter Blue: anche Elon Musk chiese di spegnerlo

Il nuovo servizio di abbonamento, lanciato nel novembre 2022, ha permesso a chiunque di ottenere la spunta blu di verifica pagando 8 dollari al mese. Questa mossa ha scatenato una serie di problemi senza precedenti per la piattaforma.

Il giorno dopo le elezioni di metà mandato negli USA, Twitter fu invaso da account falsi verificati che impersonavano politici, celebrità e aziende. Un account fingendosi Nintendo ha pubblicato un’immagine virale di Super Mario che faceva un gesto osceno. E le “finte aziende” furono moltissime, tanto che le principali aziende hanno minacciato di ritirare le loro pubblicità dalla piattaforma. Nike, in particolare, ha ventilato la possibilità di non fare mai più pubblicità su Twitter.

Musk, spaventato dalla prospettiva di perdere centinaia di milioni di dollari in entrate pubblicitarie, ordinò di disattivare immediatamente il servizio. Secondo il nuovo libro “Character Limit: How Elon Musk Destroyed Twitter” di Ryan Mac e Kate Conger, Musk chiamò un ingegnere per dire: “Spegnilo, spegnilo!”.

Ma era tardi. Twitter Blue non è riuscito a compensare le perdite. L’azienda era già gravata da un debito di 13 miliardi di dollari contratto da Musk per l’acquisizione da 44 miliardi. Il Wall Street Journal ha definito l’operazione il peggior buyout per le banche dalla crisi finanziaria“.

Nel frattempo, Musk è passato dal dire agli inserzionisti di “andare a f****lo” al far causa alle associazioni che valutano la “salubrità” dei siti dove fare pubblicità.

Il fallimento di quella operazione è solo uno dei racconti nel libro dei due reporter, che hanno pubblicato una storia sul New York Times tratta dal saggio (tramite Futurism). Un racconto di un cambio di proprietà che molto discusso, che ha provocato un danno reputazionale a Twitter (ora chiamato X) e ha intaccato anche l’aura di successo che circondava Musk, almeno per molti utenti del social.

Nel libro si legge una pagina del diario di un impiegato di Twitter Blue, che scrive “era un disastro talmente ovvio che il lavoro principale di tutti nel team era di renderlo il disastro più sicuro possibile”.

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