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Come sta la tecnologia in Europa: pubblicato lo State of European Tech 2023

Crollo degli investimenti

Al di là delle ultime mirabolanti avventure dell’intelligenza artificiale generativa (e annessi ribaltoni solo momentanei), come sta la tecnologia, soprattutto in Europa?

Ce lo dice lo State of European Tech 2023, fitto report di oltre 250 pagine e con 150 approfondimenti, che come ogni anno viene pubblicato dal fondo di investimenti Atomico.

Come vedremo, il 2023 è stato un anno decisamente negativo per gli investimenti, ma non mancano gli aspetti positivi.

Il report

Lo State of European Tech 2023 fotografa lo stato della tecnologia in Europa, ed è stato redatto da Atomico con la collaborazione di data partner come dealroom.co, Invest Europe, S&P Global Market Intelligence, Pitchbook, Preqin, Revelio Labs e Crunchbase.

tech 2023

Lo stato della tecnologia in Europa

Partendo dal dato degli investimenti, i numeri sono impietosi: si è passati dagli 82 miliardi di dollari del 2022 ai 45 miliardi del 2023, con un calo del 45% del capitale totale investito in Europa. Siamo comunque in linea con la media mondiale, che è scesa del 39%, anche per il calo degli investitori statunitensi.

Più confortante lo stato della tecnologia in Europa per quanto riguarda le startup: il settore dà lavoro a più di 2 milioni di persone, e nel 2023 ha registrato il record storico di fundraising (raccolta di fondi) da parte dei venture capital, 108 miliardi di dollari.

E l’Italia?

Confortante la salute dell’Italia rispetto allo stato di salute complessivo della tecnologia in Europa.

Il nostro Paese, con 0,89 miliardi di dollari di investimenti, più di 78.000 persone impiegate e oltre 40.000 aziende nel comparto è al quinto posto europeo per creazione di startup e al settimo posto quanto ad aziende tecnologiche finanziate.

Gli investimenti in calo rispetto al 2022

In realtà, gli 0,89 miliardi di dollari investiti in Italia nel 2023 sono in forte calo  rispetto ai 2,4 miliardi di dollari del 2022 (-63%) ma in aumento del 20% rispetto al 2020 (0,74 miliardi di dollari).

Vistoso calo anche della Spagna (42%) rispetto al 2022, con un investimento di 1,6 miliardi di dollari contro i 2,7 miliardi dello scorso anno. Ma si segnala un aumento del 18% rispetto al 2020 (1,32 miliardi di dollari). Ancor più netto il calo degli investimenti del Portogallo (0,152 miliardi di dollari contro gli 0,51 miliardi del 2022, -70%).

Le difficoltà

I megaround sono round di finanziamento superiori ai 100 milioni di dollari.

Ebbene: nel 2023 in Europa ce ne sono stati solo 36, di cui uno in Italia, contro i ben 163 del 2022 e i quasi 200 del 2021.

Si riscontra una maggiore difficoltà nel raccogliere capitali. L’Italia è comunque al settimo posto in Europa come numero di aziende che ricevono finanziamenti, e sale al quarto sommando le aziende tech finanziate e quelle non finanziate.

I punti di forza

Lo stato della tecnologia in Europa ci mostra anche aspetti positivi.

Ad esempio, nonostante i licenziamenti dell’inizio dell’anno, è nettamente cresciuto nel nostro continente il numero di persone che lavora nel settore tecnologico.

Negli ultimi cinque anni l’industria tecnologica europea è passata da 750.000 a più di 2,3 milioni di dipendenti.

Nel 2023 l’Italia ha guadagnato 20.000 dipendenti netti nel tech.

L’intelligenza artificiale ha fatto raccogliere 11 megaround, e sembra essere questo il settore trainante per il futuro. Infatti nell’ultimo decennio in Europa si è decuplicato il numero di persone che lavora in posizioni legate all’IA. La Spagna vanta oltre 9.000 persone impiegate nel settore, l’Italia 6.300, e il Portogallo 2.000.

Le dichiarazioni

Sullo stato della tecnologia in Europa si è espresso Tom Wehmeier, Head of Intelligence di Atomico e tra gli autori del report State of European Tech 2023.

Wehmeier ha dichiarato: “Il rapporto di quest’anno mostra che i fondatori e i talenti in Europa si stanno assumendo dei rischi e stanno affrontando i problemi più complessi, come l’IA, il clima e la salute.

Ora dobbiamo ampliare ulteriormente questa disponibilità ad assumerci rischi e abbracciare maggiormente il potenziale a nostra disposizione. Dobbiamo costruire un panorama di investitori che corrisponda davvero alle ambizioni dei nostri fondatori. Attualmente, le imprese hanno ancora il 40% in più di probabilità di essere finanziate negli Stati Uniti piuttosto che in Europa e i nostri mercati pubblici continuano a essere trattenuti nei confronti del settore tech.

Le aziende europee possono fare di più per impiegare la loro liquidità nella trasformazione digitale e il panorama normativo per abbracciare e incentivare l’innovazione. Riusciremo a cogliere fino in fondo il valore delle nostre opportunità tecnologiche solo se tutti gli elementi dell’ecosistema saranno pronti a mettersi in gioco”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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