Ericsson ha sospeso la sua attività in Russia a tempo indeterminato e ha messo i dipendenti in congedo retribuito. La decisione arriva dopo sei settimane dopo che il produttore svedese di apparecchiature per le telecomunicazioni aveva avviato una revisione dell’impatto delle sanzioni occidentali sulle sue operazioni.
Ericsson sospende tutte le sue attività in Russia
La società ha dichiarato lunedì che registrerà un accantonamento di 900 milioni di corone (ovvero circa 95 milioni di dollari) nel primo trimestre, a causa del deterioramento delle attività e altri costi eccezionali relativi alla sospensione e al trasferimento delle proprie attività. Una decisione che non sorprende, visto quante compagnie hanno già lasciato la Russia ormai.
Questa sospensione del business in Russia danneggerà anche i piani futuri di Ericsson nel paese poiché la Russia ha affermato l’anno scorso che estenderà le licenze degli operatori di telecomunicazioni oltre il 2023 per le reti a condizione che inizino a costruire queste ultime utilizzando solo apparecchiature russe, quindi è probabile che l’azienda lascerà il paese in via definitiva.
D’altronde anche il concorrente principale di Ericsson, Nokia, aveva già fatto lo stesso a marzo, azienda quest’ultima che aveva già degli accordi di partnership in corso con diverse realtà russe. Accordi che ovviamente sono saltati con la decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina, in un conflitto che ancora non accenna a terminare.
Intanto l’esodo di massa delle aziende non si ferma, e la Russia sta rimanendo sempre più isolata, sebbene nulla lasci intendere che Putin voglia accotonare il suo piano di guerra.
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