fbpx
Attualità

Osservatorio Voice shaming: il 99% di chi soffre di balbuzie è stato discriminato

Progetto presentato dall’associazione Vivavoce

Se nel web proliferano svariate, e in alcuni casi nuove, forme di odio e discriminazione, non dobbiamo dimenticarci di quelle ormai radicate.

Che di solito riguardano ciò che, a livello puramente statistico, si può indicare come diversità (dalla media, o da presunti canoni di normalità): il colore della pelle e il peso, ad esempio. Ma anche il modo di parlare, le difficoltà legate al linguaggio.

In previsione della Giornata internazionale della sensibilizzazione alla balbuzie, che si celebrerà domenica 22 ottobre, l’associazione Vivavoce ha presentato, mercoledì 18 ottobre, il suo Osservatorio Voice shaming. Si tratta del primo progetto in Italia dedicato all’indagine e alla lotta contro la discriminazione legata alla voce.

Scopriamo qualcosa in più.

voice shaming

Il voice shaming

Come sempre occorre partire dai vocaboli, o in questo caso dalle locuzioni.

Sulla pagina dell’associazione Vivavoce dedicata al progetto, leggiamo che con voice shaming “si indicano giudizi, atteggiamenti e comportamenti negativi e/o discriminatori nei confronti di una persona a causa del suo modo di parlare, che impattano in modo determinante sulla vita sociale e professionale dell’individuo e sul suo benessere psico-emotivo.”

L’Osservatorio

L’Osservatorio Voice shaming nasce proprio con l’obiettivo di sensibilizzare sul fenomeno del voice shaming. Cioè sulle dinamiche che quotidianamente causano discriminazione e bullismo nei confronti di chi non parla secondo standard precostituiti.

La ricerca evidenzia che in diversi contesti sociali le persone che soffrono di balbuzie, disturbi della voce o disturbi del linguaggio subiscono più frequentemente la discriminazione o l’esclusione sociale. 

Questo anche perché a oggi manca una consapevolezza piena da parte della collettività su come questo fenomeno influisca in maniera determinate sulla vita delle persone.

I dati

L’Osservatorio si basa su alcuni dati generali. In Italia tre milioni di persone hanno difficoltà della voce o nello sviluppo del linguaggio.

Più nello specifico, un milione di italiani soffrono di balbuzie, il 40% in età scolare è stata vittima di discriminazione o bullismo, e il 75% ha avuto limitazioni nella propria carriera.

Ci sono inoltre 800.000 colpite da disturbi della voce e 150.000 afasici (ad alto rischio di esclusione sociale). Sono 540.000 i bambini con disturbi nello sviluppo del linguaggio, che sono tre volte più a rischio di subire episodi di bullismo rispetto ai compagni.

L’indagine

L’Osservatorio sul Voice shaming è stato presentato a Milano il 18 ottobre alla presenza dell’assessore al welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso, e del consigliere regionale Marisa Cesana. Hanno inviato un contributo video l’assessore all’istruzione, formazione, lavoro di Regione Lombardia, Simona Tironi, e l’assessore al welfare e salute del Comune di Milano, Lamberto Nicola Giorgio Bertolé.

In occasione dell’evento è stata presentato un questionario che ha coinvolto un campione di 205 persone balbuzienti in cura presso il Centro medico Vivavoce. Hanno partecipato pazienti di età compresa tra i 14 e i 64 anni (età media 24 anni).

È emerso che il 99% delle persone che soffre di balbuzie è stato deriso, giudicato, umiliato o insultato per via della sua voce. L’ambiente scolastico è il contesto in cui nella maggior parte dei casi (73%) si verifica il fenomeno del voice shaming.

Voice shaming: come si manifesta, che conseguenze ha

È durante l’adolescenza che si verifica più spesso il voice shaming. Il 23,5% degli intervistati risponde di avere avuto una sola esperienza di voice shaming durante la scuola primaria. La quota sale al 28,6% per la scuola secondaria di primo grado e raggiunge il 36% alla secondaria di secondo grado.

Nel 48% dei casi chi ha subito voice shaming ha dichiarato di essere stato deriso. Nel 32% dei casi è stato giudicato, nell’8,2% è stato escluso da un gruppo e nel 4,3% ha subito violenze fisiche o verbali.

La reazione più comune da parte di chi ha subito voice shaming è l’umiliazione (62%), seguita dal senso di inadeguatezza (53%), rabbia (46%) e frustrazione (45%).

Offerta

Le dichiarazioni

Giovanni Muscarà, presidente dell’associazione Vivavoce, ha detto: “Quasi la metà degli intervistati tramite il nostro osservatorio Voice shaming (42%) ha spiegato che avrebbe voluto essere compreso e difeso da qualcuno, come per esempio un insegnante, un amico o un collega.

Questo dato rende tangibile la necessità di accendere i riflettori e informare sul fenomeno del voice shaming, espressione che abbiamo coniato per dare un nome a questa frustrazione e all’umiliazione subìta dalle vittime.

Spesso chi soffre di problemi alla voce arriva a fare grandi rinunce professionali e sociali proprio per la paura di essere esposto a questo fenomeno.”

Gli fa eco Antonio Schindler, Direttore Scientifico Osservatorio Voice Shaming: “La voce è un fattore chiave del benessere psico-fisico e sociale delle persone. C’è un universo di problematiche connesse, di cui la balbuzie è forse il più noto, e c’è spesso un impatto di questi disturbi a livello psicologico.

Con l’Osservatorio Voice shaming, oltre a mettere a sistema tutta la letteratura nazionale e internazionale, vogliamo diffondere cultura sul tema e – allo stesso tempo – contrastare anche una cattiva e non scientifica informazione sulla balbuzie, le sue cause e la sua possibile cura”.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🚪 La pericolosa backdoor di Linux, disastro sventato da un solo ricercatore
 
🎶Streaming Farms: il lato oscuro della musica, tra ascolti falsi e stream pompati
 
✈️Abbiamo provato DJI Avata 2: sempre più divertente!
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
  
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
  
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
  
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
  
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
  
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button