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Facebook potrebbe bloccare le notizie in Canada (per non pagarle)

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Facebook potrebbe bloccare la condivisione di notizie in Canada, se passasse una legge che obbligherebbe il gigante del social a pagarle alle testate giornalistiche. Meta contesta infatti che, come presume l’Online News Act, l’azienda “benefici ingiustamente della sua relazione con gli editori”. E promette di boicottare la legislazione.

Facebook bloccherà le notizie in Canada, per non pagarle agli editori

Introdotta dapprima in aprile, l’Online News Act canadese vuole convincere Facebook e Google a condividere parte degli introiti derivati dalla condivisione di notizie con chi quelle news le ha pubblicate. Nelle intenzioni, la legge vuole dare agli editori un compenso maggiore per le notizie pubblicate. Con la speranza che questo si traduca in stipendi più alti per chi le ha scritte.

La settimana scorsa la Commissione parlamentare che si occupa della questione ha tenuto una riunione a riguardo, ma Meta dice di non essere stata invitata. E si prepara a bloccare la condivisione di notizie in Canada se la legge dovesse andare in porto.

“Se questa bozza di norma diventasse legge, creando una forma di dipendenza finanziaria senza precedenti a livello globale per i link di notizie e in contenuti, potremmo essere costretti a considerare di fermare la condivisione di contenuti di news in Canada su Facebookspiega l’azienda.

Il possibile impatto per gli editori

Secondo quanto riporta la stessa Meta, nell’ano scorso gli editori in Canada hanno ricevuto oltre 1,9 miliardi di click, generando 230 milioni di dollari canadesi di valore (170,6 milioni di euro). Per Facebook, questi introiti non arriveranno se decide di bloccare la condivisione di notizie sui propri social.

D’altro canto, il Parlamento canadese vorrebbe che quei quasi 2 miliardi di click generassero più di circa 8 centesimi e mezzo di euro per chi pubblica le notizie. Anche se valutare di quanto è complicato con la legge solo in stato di bozza.

Anche Google è intervenuta, dicendo che la Online News Act potrebbe “rendere più difficile per i canadesi trovare e condividere fidate news online”. E anche il gigante di Mountain View spiega che gli editori beneficiano già dalla convidivisione di notizie tramite social e motori di ricerca.

Il caso australiano

La normativa canadese riprende in parte la legge News Media Bargaining Code, introdotta in Australia l’anno scorso, che richiedeva che Facebook e Google pagassero per le news introdotte nella propria piattaforma.

In risposta, Facebook blocco la condivisione delle notizie nel Paese e Google minacciò di togliere il proprio motore di ricerca dal Paese. Google tuttavia decise di restare in Australia e negoziò un accordo con le organizzazioni dei media locale. Facebook invecè permise la condivisione solo dopo che il governo australiano emendò in parte la legge. Nel blocco alla condivisione finirono anche avvisi dei vigili del fuoco e di istituzioni sanitarie locale, qualcosa che Facebook definì un errore ma che alcuni whistleblower dell’azienda quest’anno hanno definito una “tattica per negoziare”.

Resta da valuta cosa succederà in Canada, non solo per le vicende locali ma anche per i possibili effetti in tutto il mondo. Con altri governi che potrebbero chiedere ai giganti tech di compensare gli editori per i contenuti pubblicati sulle proprie piattaforme.

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