Facebook, al fine di migliorare ulteriormente la lotta al revenge porn, ha annunciato una nuova tecnologia di rilevamento per questo tipo di contenuti e la creazione di un nuovo centro risorse online per aiutare gli utenti in queste situazioni. Questi nuovi strumenti aiuteranno ad intervenire più tempestivamente e a supportare le vittime di questo tipo di azioni.
Le misure di Facebook conto il revenge porn
Già da tempo Facebook permette agli utenti di segnalare le immagini intime non consensuali, identificando i contenuti e successivamente usando una tecnologia di photo-matching per impedire che possano essere ripubblicati. La nuova tecnologia, però, grazie all’apprendimento automatico e all’intelligenza artificiale, permette l’identificazione autonoma delle foto e dei video incriminati.
Questo permette di rimuovere i contenuti anche nei casi in cui le vittime non segnalino l’abuso per paura di ritorsioni o semplicemente perché non ne sono a conoscenza. I contenuti, una volta individuati, sono controllati dai membri del team di Community Operations. Il team, oltre a tirare giù il materiale se non conforme alle linee guida del social, spesso disabiliterà anche l’account associato, offrendo la possibilità di appello nel caso il proprietario ritenga ci sia stato un errore.
La nuova tecnica di identificazione lavorerà a braccetto con il programma pilota a sostegno delle vittime, in collaborazione con organizzazioni specializzate. Se si teme che che un certo contenuto sia stato divulgato, quest’ultimo può essere inviato in maniera preventiva e sicura a Facebook per rendere ancora più veloce l’identificazione e impedire la sua pubblicazione.
Inoltre, sempre a sostegno delle vittime, Facebook ha lanciato “Non senza il mio consenso“, un centro di supporto alle vittime all’interno del Safety Center del social, sviluppato insieme ad esperti del settore. All’interno di questo centro, gli utenti potranno trovare strumenti utili a rimuovere dei contenuti e a fermare la loro condivisione. A questi, nei prossimi mesi si aggiungerà un kit di strumenti di supporto con informazioni utili al contesto locale e sociale in questione. Il kit sarà creato in collaborazione con Revenge Porn Helpline (Regno Unito), la Cyber Civil Rights Initiative (USA), la Digital Rights Foundation (Pakistan), la SaferNet (Brasile) e il professor Lee Ji-yeon (Corea del Sud).
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