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Facebook Protect arriva anche in Italia. E noi vi spieghiamo cos’è

Come funziona il programma in difesa di giornalisti, politici e attivisti

Per una serie di motivi il gruppo Facebook ha recentemente deciso di cambiare nome in Meta.

Intanto, a causa degli innumerevoli scandali iniziati con le dichiarazioni di Frances Haugen e culminati con i cosiddetti Facebook Papers, un’immane mole di documenti che ha fatto tremare le vene ai polsi a Mark Zuckerberg.

E poi (forse anche in conseguenza di ciò) per un cambio di strategia: nel futuro prossimo, il grosso delle energie e degli investimenti dell’azienda di Menlo Park saranno convogliati sul metaverso.

Ma sbagliava chi credeva che il social, unico asset del gruppo che ancora si chiama orgogliosamente Facebook, sarebbe stato marginalizzato. D’altronde sarebbe stato impossibile ignorare il fatto che si tratta della piattaforma più frequentata al mondo. Capace di contare su quasi tre miliardi di utenti.

E infatti una serie di operazioni sembrano dimostrare che Facebook è ancora saldamente nei pensieri del colosso tech.

Non solo perché sembra ci sia una attenzione sempre crescente alla rimozione di account e contenuti che propagano fake news.

Ma anche perché si sta intervenendo sulla sicurezza degli utenti, uno dei settori che proprio i Facebook Papers hanno mostrato come tra i più fragili.

In questo senso opera il programma Facebook Protect, ora attivo anche in Italia. Ma cos’è, e come funziona, Facebook Protect?

facebook protect

Cos’è Facebook Protect

Facebook Protect è un’iniziativa avviata per la prima volta nel 2018. E adesso disponibile anche nel nostro Paese, come riportato dal centro di assistenza di Facebook.

Una nota apparsa sul blog del social nella giornata di giovedì 2 novembre spiega bene in cosa consiste Facebook Protect, e ne traccia anche una breve storia.

Si tratta, in estrema sintesi, di un programma pensato a tutela di tutte le categorie di persone che più rischiano attacchi di hacker malintenzionati. E dunque, soprattutto, i giornalisti, gli attivisti per i diritti umani e i funzionari governativi.

Spiega la nota di Facebook: “Queste persone sono al centro di comunità critiche per il dibattito pubblico. Consentono elezioni democratiche, responsabilizzano governi e organizzazioni e difendono i diritti umani in tutto il mondo. Sfortunatamente questo significa anche che sono altamente presi di mira da cattivi attori”.

Quando nasce Facebook Protect

Il programma Facebook Protect è nato nel 2018, ma è stato perfezionato e ampliato in vista delle elezioni presidenziali statunitensi del 2020.

Dal settembre del 2021 Facebook Protect è stato esteso a una serie di Paesi, ed eccolo adesso disponibile anche in Italia.

Il programma ha già raggiunto 1,5 milioni di account, di cui 950mila registrati con l’autenticazione a due fattori. Entro la fine dell’anno saranno coperti 50 Paesi.

L’autenticazione a due fattori

Con l’autenticazione a due fattori, Facebook Protect migliora la sicurezza degli account online.

Nella nota del blog, il gruppo Meta ricorda agli utenti che “in questo momento, chiunque può iscriversi all’autenticazione a due fattori e tutti dovrebbero. Tuttavia, questa importante funzionalità è stata storicamente sottoutilizzata su Internet, anche da persone che hanno maggiori probabilità di essere prese di mira da hacker malintenzionati, come giornalisti, attivisti, candidati politici e altri.”

Il programma Facebook Protect ha reso più snella la registrazione dell’autenticazione a due fattori, proprio perché più persone possibile ne usufruiscano. Prosegue la nota: “Nei primi test, la semplificazione dei flussi di iscrizioni, il miglioramento dell’assistenza clienti e l’obbligo di Facebook Protect hanno portato i tassi di adozione a oltre il 90% in un mese per questi gruppi. Nei prossimi mesi, espanderemo con attenzione questo requisito a livello globale. Siamo incoraggiati dalle nostre prime scoperte e continueremo a migliorare Facebook Protect nel tempo.”

Ma come ci si iscrive a Facebook Protect?

In realtà è lo stesso social a decidere l’idoneità o meno di ciascun utente a far parte di Facebook Protect.

Tutti gli iscritti idonei nel nostro Paese riceveranno, nei prossimi giorni, una notifica sull’account, con maggiori informazioni e i passi da seguire per l’iscrizione. La doppia autenticazione richiede l’immissione di un codice da inserire assieme alla password.

Inoltre Facebook Protect fornisce ulteriori protezioni per gli account e le pagine, come per esempio il continuo monitoraggio contro le minacce degli hacker.

Nathaniel Gleicher, Head of Security Policy di Meta, in occasione della presentazione di Facebook Protect in Italia ha detto: “Sappiamo che ci sarà sempre una ristretta cerchia di utenti che non si iscriverà immediatamente, per esempio quelli che sono meno attivi sulla nostra piattaforma al momento della comunicazione.

Ciononostante, crediamo che questo sia un importante passo avanti per le comunità frequentemente prese di mira”.

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Autore

  • Claudio Bagnasco

    Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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Commenti

  1. Facebook mi ha bloccato perché vuole che attivi Facebook proctet, io non sono giornalista e mando un commento o il buon giorno, quindi non voglio Facebook proctet.. Cosa devo fare per sboccare

  2. Sì … ma perché nessuno ci spiega DAVVERO come funziona, e soprattutto QUALI DATI PERSONALI bisogna fornire perché il programma possa funzionare?!?
    Anche io non sono nessuno: non sono un giornalista, né un politico, né un attivista o un difensore dei diritti umani, né un funzionario governativo, né altro. Non sono niente di niente: sono un Signor Nessuno, un pensionato a 800 €/mese, con nessun incarico o esposizione pubblica di alcun tipo. Mi spiegate perché mi considerano un “soggetto a rischio” e mi bloccano l’account? Questo non è un “incoraggiamento”: è un “obbligo” senza mezzi termini!

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