Il fotografo ritrattista concepisce il ritratto come la rappresentazione di un soggetto, capace di esprimere nella sua interezza, la sua essenza, la sua fisicità, il suo carattere e la sua personalità. Tutto questo in un’unica immagine.
Il fotografo ritrattista non ama per nulla l’idea di ri-fotografare uno stesso soggetto proprio perché possiede l’arroganza di aver già immortalato tutto ciò che poteva esprimere già nella prima sessione.
Il fotografo ritrattista però, finge di non sapere che il destino la pensa diversamente, ritrovandosi così a rivedere le proprie certezze ogni qualvolta si ritrovi davanti alla propria macchina fotografica un volto già ritratto.
Federica Pellegrini è proprio uno di questi casi.
La prima volta che la fotografammo, oramai parecchi anni fa, era per un servizio con Linus di radio Deejay per una rivista di fitness. Recuperammo Federica Pellegrini alla fermata di un autobus della sua città, dopo gli allenamenti, ancora con la borsa della piscina a tracolla. A parte la sua fisicità era ancora quasi una bambina. Ci fece subito impressione la sua sincera timidezza mixata però ad un’inconscia determinazione, capace di mostrarci in anteprima ciò che poi sarebbe diventata.
La seconda volta, qualche anno dopo, incontrammo Federica Pellegrini in occasione di una cover per Vanity Fair per un servizio dedicato alla Fabbrica Nazionale Atleti. Lei ed un’altra decina di supereroi insieme, in unica foto, per raccontare l’eccellenza italiana in ambito sportivo.
La terza (ed ultima) volta per un’altra copertina per Vanity Fair, questa volta a lei interamente dedicata.
Federica Pellegrini: lo shooting sott’acqua
Annoiati dal classico servizio in studio e di concerto con la direzione della rivista, decidemmo così di cimentarci in territorio ostile, non tanto per lei quanto per noi: il fondo di una piscina.
Si perché lo shooting avvenne proprio sott’acqua, allestito appositamente da set fotografico con tanto di luci e fondo nero. Insieme a noi anche degli istruttori per garantire la nostra incolumità. Sicuramente non quella della regina delle acque, capace di prendere fiato, scendere fino a fondo vasca, girarsi in favore di camera, posare per alcuni secondi e riemergere lasciandoci incantati come Ulisse davanti al canto delle sirene.
Abbiamo visto così Federica Pellegrini crescere da fanciulla a donna, da semplice atleta a grande professionista e ancor di più, da timida ragazzina a diva internazionale.
Ogni volta una sorpresa, ogni volta una persona diversa davanti al nostro obbiettivo.
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Sicuramente ci ha insegnato che il fotografo ritrattista è colui che deve imparare a vedere ogni shooting come una cosa a se. Che ogni servizio vive di vita propria e non fa altro che raccontare esclusivamente quella giornata, quel momento. Che ogni giornata passata su un set produrrà semplicemente dei ritratti capaci di testimoniare la relazione tra un fotografo ed un soggetto.
Perché, in fondo, il ritratto non è il racconto di una persona ma quello di un incontro.