Site icon Techprincess

Coronavirus: Festival dell’Oriente, dove e perché annullato

Il Coronavirus si diffonde in Italia in maniera esponenziale attraverso la paura. La psicosi del Coronavirus ha colpito duramente il Festival dell’Oriente, un evento importante internazionale, interamente dedicato alle culture, popoli e tradizioni orientali. Stiamo parlando di circa due milioni di visitatori in meno su alcune delle principali città italiane, un danno non solo dal punto di vista turistico, ma prima di tutto “morale e culturale”, come hanno dichiarato gli organizzatori.

Festival dell’Oriente: quando la psicosi è più forte della cultura

Dapprima, è stato annullato l’evento che si doveva tenere a Bologna. Il Festival dell’Oriente avrebbe dovuto tenersi a Bologna dal 14 al 23 febbraio, ma è stato rimandato a data da stabilirsi.

Complice di questa decisione è stato il parziale fallimento della tappa di Milano, che si è tenuta a Fiera Milano City dal 31 gennaio al 2 febbraio. I visitatori, a Milano, sono stati meno della metà rispetto all’edizione 2019. Da qui la dura decisione.

Nonostante i continui messaggi di speranza e di informazione diffusi dagli organizzatori del Festival sulla pagina Facebook, la data bolognese è saltata, per colpa “dell’infondata paura di contagio”, hanno dichiarato gli organizzatori. Più volte, sulle pagine social del Festival, il pubblico è stato invitato a non temere di essere contagiati. Non sussisteva una sola valida ragione che potesse diffondersi il Coronavirus a causa dei suoi espositori. “Al Festival è bene ribadirlo con estrema forza e chiarezza, non c’è una sola probabilità su un miliardo di contrarre il virus. Non ci sono persone o merci provenienti dalle aree contagiate e vi è la stessa possibilità di essere contagiati di quella di andare a fare una passeggiata, recarsi al lavoro o al cinema. Ovvero nessuna. Se cosí non fosse saremmo i primi a tutelare la nostra salute e quella dei nostri figli.

Ma gli organizzatori hanno dovuto annullare la data bolognese e adesso quella genovese, per “le ordinanze emesse dalle autorità“. Tutti gli standisti, artisti, fornitori e collaboratori che si sono adoperati per portare anche a Genova il Festival, dal 6 all’8 marzo, hanno dovuto cedere il passo, “con grande amarezza“. Anche in questo caso evento posticipato. Ma, in realtà, il destino stesso della manifestazione è incerto.

La reazione del pubblico

Non è mancato chi, tra il pubblico, ha tirato un sospiro di sollievo quando gli eventi sono stati cancellati. Nonostante sulla pagina Facebook del Festival dell’Oriente si leggano molti post a sostegno della manifestazione, a Torino la psicosi ha causato anche episodi sgradevoli, come l’aggressione e il ferimento di due giovani cinesi da parte di due adolescenti.

Una sconfitta per la cultura, la conoscenza, l’integrazione, la passione e l’amicizia tra i popoli“, scrivono ancora gli organizzatori. “Questa psicosi collettiva è stata scaturita da una campagna mediatica assurda, che ha visto ad oggi due sole persone contagiate su una popolazione di 65 milioni. Facciamo appello a tutto il pubblico affinché possa sostenerci e sostenere tutte le persone che lavorano, in Italia, al nostro Festival. Capiamo la paura di questo periodo e abbiamo un profondo rispetto di questo sentimento, ma dobbiamo superarlo con dati scientifici e buon senso”.

Exit mobile version