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Il finto cambio sulle auto elettriche potrebbe convincere i puristi?

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L’industria automobilistica sta attraversando una delle sue trasformazioni più radicali di sempre. La transizione dai motori a combustione interna alle motorizzazioni elettriche è una rivoluzione tecnologica senza precedente e anche un cambiamento culturale che non tutti abbracciano allo stesso modo.

C’è chi si affida all’elettrico per l’ambiente, per provare qualcosa di nuovo o per essere al passo con i tempi. Ma anche chi rifiuta categoricamente l’innovazione perché ancora oggi ascoltare il rombo di un motore o sentire il motore che va su di giri quando si scala rapporto è un piacere ineguagliabile.

Le auto elettriche, per quanto efficienti e potenti, eliminano gran parte di questi aspetti, introducendo una modalità di guida completamente diversa. Ma c’è chi prova ad emularli ugualmente, ad esempio con un finto cambio.

Fonte: Depositphotos

Nel tentativo di rendere la transizione più graduale e accettabile per i puristi delle auto, alcune case automobilistiche come Honda e Hyundai stanno sviluppando soluzioni che simulano il cambio marcia e il suono dei motori termici. Tuttavia sorge una domanda: sarà sufficiente a convincere anche gli appassionati più tradizionalisti a passare, o quantomeno provare, l’elettrico? È possibile ricreare artificialmente un’esperienza che nasce legata alla meccanica dell’auto o si tratta solo di un espediente di marketing?

Il cambio manuale come esperienza di guida autentica

Per molti appassionati, il cambio manuale è parte integrante dell’esperienza di guida. Per questo motivo la resistenza verso le auto elettriche sembra un muro invalicabile. Per i puristi è molto più di un sistema per trasmettere la potenza del motore alle ruote: azionare la frizione, inserire una marcia e sentire la risposta meccanica del motore somiglia molto più a un rituale che coinvolge tecnica ed emozioni.

Guidare un’auto con cambio manuale, poi, sviluppa una sensibilità particolare nel guidatore che inevitabilmente per le auto elettriche è una skill non richiesta. Ci si abitua a percepire il punto di innesto della frizione, anticipare il comportamento della macchina e adattare lo stile di guida in base alle condizioni della strada.

C’è chi considera il cambio manuale un’arte fatta di tatto, tempismo e una buona dose di istinto ed è la ragione per cui molti appassionati tradizionalisti considerano le auto moderne con cambio automatico – non solo quelle elettriche – meno coinvolgenti. Eliminando la necessità di interagire con la trasmissione, pare, si perde parte del divertimento e della sfida.

Cambio manuale vs. cambio automatico

Le auto elettriche portano questa semplificazione all’estremo. Le auto con cambio manuale ma con motore termico restituiscono ancora in parte la sensazione del motore che sale di giri, anche se di fatto non si va più ad usare la frizione. Nelle elettriche, invece, la coppia istantanea elimina del tutto la necessità di gestire i rapporti (non a caso si chiama trasmissione monomarcia). Di fatto, la guida si riduce a un’operazione quasi priva di variabili.

È facile quindi immagine come, per chi ha sempre vissuto l’auto come se fosse un’estensione del proprio corpo e delle proprie capacità, la transizione all’elettrico rappresenti una perdita significativa.

Fonte: Depositphotos

L’evoluzione della guida: prestazioni vs. emozioni

Da un lato le auto elettriche possono anche offrire prestazioni superiori a quelle con motori termici, ma la questione del coinvolgimento emotivo rimane aperta. L’accelerazione fulminea e la coppia immediata garantiscono numeri impressionanti ma, come molti fanno notare, la guida non è solo questione di prestazioni.

Un’auto sportiva non viene giudicata solo sulla velocità in rettilineo, ad esempio, ma anche per la sua capacità di trasmettere emozioni. Il piacere di guida, lo sappiamo, è dato da una combinazione di fattori che vanno ben oltre la potenza del motore. Un’auto può essere tecnologicamente avanzata e super veloce ma se non riesce a coinvolgere il guidatore perde una buona parte del suo fascino.

E questa è la grande sfida delle auto elettriche. Come rendere la guida emozionante e appagante anche per chi è abituato al carattere molto più viscerale delle auto tradizionali? Molte Case automobilistiche stanno cercando di rispondere alla domanda e una delle soluzioni che hanno trovato è il finto cambio.

I marchi che spingono sul finto cambio

Uno degli esperimenti più interessanti in questo senso è il finto cambio. Toyota, ad esempio, ha sviluppato un sistema che simula la presenza di una trasmissione manuale sulle sue future auto elettriche – completo di frizione e innesto marce – per ricreare l’esperienza di guida tradizionale.

Un approccio simile è quello di Hyundai con il cosiddetto N-eShift della Ioniq 5 N, che introduce anche vibrazioni artificiali e un sound digitale ispirato ai motori a combustione. Il sistema, che troverà posto anche sulla Kia EV6 GT, consente al conducente di effettuare i cambi marcia tramite i paddle dietro il volante, esattamente come accade sulle sportive nonostante la vettura sia 100% elettrica.

Stessa cosa vale per la nuova Honda Prelude, che dovrebbe arrivare nelle concessionarie nel 2026. La casa giapponese sta lavorando per rendere la guida più coinvolgente, focalizzandosi sulla trasmissione che accompagnerà il motore ibrido da circa 210 CV, derivato dalla Civic ma più potente.

Nonostante le prime indiscrezioni suggerissero la possibilità di un cambio manuale, l’azienda ha smentito l’ipotesi. Honda si starebbe invece orientando su una soluzione chiamata S+Shift che simuli i cambi di marcia, offrendo così un’esperienza più dinamica senza rinunciare al sistema ibrido e:HEV.

Il finto cambio: innovazione o illusione?

Le soluzioni trovate dalle Case automobilistiche sollevano però una serie di quesiti sulla loro reale efficacia. È davvero possibile replicare l’esperienza di un cambio manuale senza la presenza di una trasmissione meccanica? La risposta dipende dalla prospettiva con cui si guarda a queste innovazioni.

Il finto cambio può essere visto come un tentativo di preservare un’esperienza che andrebbe altrimenti inevitabilmente persa. Per chi è cresciuto guidando un’auto con cambio manuale, il passaggio all’automatico comporta quasi imparare nuovamente a guidare. Avere la possibilità di mantenere una sensazione simile su un’auto elettrica potrebbe essere un buon compromesso.

Se la tecnologia è abbastanza avanzata da rendere credibile l’illusione, potrebbe rappresentare un modo per rendere più graduale la transizione verso l’elettrico.

Tuttavia, tutte queste soluzioni rischiano anche di essere percepite come forzature artificiali. Chi ama la guida sportiva cerca soprattutto autenticità e un cambio manuale simulato potrebbe sembrare un trucco senza sostanza. Il rischio è quello di creare un’esperienza che sembra più un videogioco che una vera guida, suscitando più scetticismo che entusiasmo.

Fonte: hyundai.news

I puristi accetteranno il compromesso?

Il dibattito sulla simulazione della guida tradizionale nelle auto elettriche si riduce, in definitiva, a una questione di autenticità. Gli appassionati più tradizionalisti sono spesso restii ad accettare compromessi, perché per i puristi l’auto è qualcosa di più di un semplice mezzo di trasporto.

L’introduzione di un cambio “manuale” simulato, poi, potrebbe essere vista come un’operazione di marketing piuttosto che una reale innovazione. E infatti molti se lo stanno chiedendo. Se le auto elettriche non hanno bisogno di un cambio – perché di fatto non c’è un motore che deve andare su di giri-, perché introdurne uno finto? È davvero un passo avanti nell’evoluzione della guida o un tentativo per rassicurare i clienti nostalgici?

Cosa riserva il futuro

Va anche considerato che l’industria automobilistica ha sempre trovato nuovi modi per adattarsi ai cambiamenti. Le auto elettriche non sono di certo il primo grande cambiamento che l’automotive ha dovuto affrontare.

Prima c’e stata l’introduzione del cambio automatico, dei servosterzi e delle sospensioni elettroniche. Tutte novità che inizialmente hanno generato non poche resistenze per poi finire a essere accettate e integrate in tutti i nuovi modelli.

Forse la vera nuova sfida non è replicare artificialmente il passato ma creare un nuovo linguaggio della guida elettrica, che finora – al netto dell’evoluzione tecnologica, non ha saputo emozionare come ciò che c’era prima. Forse il futuro dell’esperienza di guida non sarà necessariamente legato al rumore di un motore o alla sensazione del cambio meccanico, ma solo il tempo potrà dirlo.

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