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La prima laurea nel metaverso: lui in completo azzurro, l’avatar in jeans

Il dottore è l’italiano Edoardo Di Pietro

Chi detesta l’abbigliamento formale, anche nelle occasioni in cui il protocollo lo prevedrebbe come necessario, da oggi ha una mezza scappatoia. Nel senso che può indossare il completo che l’appuntamento richiede, ma delegare la propria indole casual all’avatar.

È esattamente ciò che è successo al venticinquenne Edoardo Di Pietro, che ha discusso la prima laurea nel metaverso. Il neodottore si è presentato alla discussione con un completo azzurro, mentre il suo avatar – beato lui – indossava un paio di pratici blue jeans.

Ma, al di là di questi inessenziali dettagli sull’abbigliamento, vediamo cosa è successo la mattina di venerdì 1 luglio all’Università di Torino. Quando per la prima volta una tesi di laurea è stata discussa dal vivo e, contemporaneamente, nel metaverso.

metaverso

La prima tesi di laurea nel metaverso

Ci voleva un giovane appassionato dell’argomento, per mostrare concretamente agli accademici italiani – e non solo a loro – le potenzialità del metaverso.

Lui, il neodottore, è Edoardo Di Pietro, un venticinquenne di Colle Val d’Elsa (in provincia di Siena). Ed è un cultore di tecnologia e nuovi media. Oltre che il primo (senza dubbio in Italia, forse nel mondo) ad aver discusso una tesi di laurea nel metaverso.

Ad assistere alla discussione virtuale erano in quarantatré. E a chi pensa che l’abbigliamento dell’avatar di Di Pietro, rappresentato da un giovanotto in jeans, fosse troppo informale, rispondiamo: “Questo è il metaverso, bellezza”. Infatti, seduti sugli spalti dell’ateneo virtuale c’erano anche persone dotate di ali e anche… orsetti colorati.

Oltre alla fidanzata del laureando, che fisicamente si trova in Giappone per motivi di studio.

Già dalla composizione del pubblico, si intuiscono le due caratteristiche – quella giocosa e quella pratica, concreta – del metaverso.

La discussione

Edoardo Di Pietro si è presentato a discutere la tesi del corso magistrale in “Comunicazione, Ict e Media” all’Università di Torino. Quale corso di studi più adatto a una discussione ibrida, reale-virtuale?

E così, la mattina di venerdì 1 luglio, ecco apparire Edoardo Di Pietro in completo azzurro e camicia bianca. E a beneficio dei più curiosi aggiungiamo che no, non aveva la cravatta.

Ha discusso la tesi nella Sala lauree Rossa 68 del Campus Einaudi, davanti ai genitori e al fratello Giulio, e l’esposizione è durata circa 20 minuti.

Il titolo della sua tesi è quanto di più congruo con ciò che è accaduto: “Tra presente e futuro: l’impatto del Metaverso sulla società. Analisi e applicazioni del caso studio Tembo su Minecraft”.

Il voto complessivo è stato 109, ma l’elaborato ha ottenuto il massimo.

Le parole del neodottore

Una delle tantissime discussioni di tesi? Sì, se non fosse che, appunto, la laurea è stata discussa anche nel metaverso.

Intervistato all’uscita dalla Sala lauree, Di Pietro ha detto: “Il metaverso è un universo virtuale parallelo online, dove si interagisce tramite avatar ed è possibile fare tutto ciò che si fa nella realtà.

Spero che i docenti abbiano apprezzato. Hanno espresso qualche perplessità ma è normale. Alcune le condivido anche io perché ad oggi non abbiamo certezze, si tratta di supposizioni”.

L’idea di una doppia discussione è stata dunque funzionale al neodottore per mostrare in modo concreto (anche se, parlando di metaverso, il termine fa sorridere) funzionalità e potenzialità di questo universo alternativo.

Edoardo Di Pietro ha aggiunto: “Non credo che il voto sia importante. Quello che conta è il percorso, non il risultato.

Per il futuro? Domani festeggio. Io già lavoro, ho intenzione di proseguire nell’agenzia in cui ho già un impiego, di continuare a fare quello che ho fatto finora, e farlo al meglio. Sono soddisfatto.”

Per la fidanzata in Giappone

Di Pietro ha poi spiegato l’altro motivo della necessità della laurea nel metaverso. Che è stato quello di rendere partecipi anche le persone fisicamente lontane. “Ho scelto questo percorso di studi per la mia passione per la tecnologia e per l’innovazione. Ho deciso di fare una discussione non solo dal vivo, ma anche col mio avatar per le persone che per varie ragioni non hanno potuto essere qui oggi, una parte della mia famiglia, i miei amici e la mia ragazza”.

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“Non è un’apologia del metaverso”

Il relatore, Michele Cornetto, era anche lui nel metaverso per la laurea di Di Pietro.

Dopo la discussione, Cornetto ha dichiarato: “La laurea e lo studio erano per cercare di capire cosa ci aspetta. Non è un’apologia del metaverso. È stato divertente discuterla in presenza e nel contempo dare la possibilità a chi voleva fruirne dall’esterno di entrare in questo ambiente.

Nostro compito è quello di cercare di studiare e guardare al futuro senza essere né apocalittici né integrati – dice Cornetto citando Eco. – In questo momento ci sono oltre 40 metaversi e probabilmente ci saranno applicazioni anche nel futuro.

Questa tesi è uno studio per capire cosa abbiamo davanti a noi. È un momento di assoluta sperimentazione, quello che sarà lo vedremo nei prossimi 5 o 10 anni”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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