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Anonymous colpisce Nestlé, rimasta in Russia

Diffusi 10GB di dati, email e password aziendali svelati

Il collettivo di hacker Anonymous avrebbe attaccato la multinazionale Nestlé, rea di non aver sospeso le attività in Russia. Gli hacker avevano dato un ultimatum di 48 ore alle aziende occidentali per lasciare la Russia, sotto attacco hacker dopo l’invasione dell’Ucraina. Ma Nestlé aveva spiegato che non otteneva profitti dalle operazioni russe e che sta attivamente aiutando l’Ucraina.

Anonymous colpisce Nestlé per non aver lasciato la Russia

Il collettivo di hacker Anonymous avrebbe rilasciato 10GB di dati di Nestlé. Email aziendali, password, dettagli sui clienti della multinazionale svizzera, tutti finiti online. La colpa imputata da Anonymous è quella di non aver abbandonato la Russia.

Due giorni fa infatti gli hacker avevano lanciato un ultimatum. Tutte le aziende che continuavano a operare in Russia sarebbe diventate bersaglio degli hacker, che in questo mese di cyber war contro il Berlino hanno attaccato diverse aziende nazionali russe.

nestle anonymous sotto attacco min

Nestlé tuttavia aveva spiegato che “Non otteniamo profitti dalle nostre attività rimanenti” in Russia. Sottolineando che “Il fatto che noi, come altre aziende alimentari, forniamo alla popolazione alimenti importanti non significa semplicemente che continuiamo come prima”.

Inoltre, la multinazionale aveva spiegato che “Stiamo facendo tutto il possibile in Ucraina e nei paesi limitrofi per aiutare ad alleviare questa catastrofe umanitaria. Siamo ancora una delle poche aziende alimentari attive in Ucraina e talvolta riusciamo persino a distribuire cibo a Kharkiv“.

L’aver attaccato una multinazionale che lavora in ambito alimentari potrebbe essere visto come un passo falso da parte degli hacker. Che dall’inizio del conflitto spiegano di non essere in guerra con la popolazione russa ma con Putin e il Cremlino. Il collettivo però è formato da tanti volontari che lavorano in privato o in piccoli team, quindi gli analisti suppongono che ci possano essere divergenze sugli obiettivi da attaccare. Specie ora che il mirino si allarga anche alle multinazionali europee ed americane che continuano a lavorare in Russia.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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