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L’allegro chirurgo. La macchina del tempo

È stato la palestra per futuri medici e giovani amanti dello splatter

Il politicamente corretto, e le sue contraddizioni, ci attanagliano. Si pensi per esempio alla privacy: non si espongono più le pagelle dei giovani studenti fuori dalla scuola, per paura di chissà quali drammi psicologici e di chissà quali discriminazioni sociali. Eppure, gli stessi genitori che esultano per questo eccesso di zelo sono magari gli stessi che, per proteggere i propri dati, usano ancora la password 123456.

Il politicamente corretto, dicevamo. Che oggi forse impedirebbe la nascita di un gioco felicemente splatter come L’allegro chirurgo, palestra per almeno una generazione di futuri medici e di futuri amanti dei film di Quentin Tarantino.

Sì, d’accordo, il gioco è ancora in produzione. Ma solo, supponiamo, perché si tratta di un classico di tale diffusione e successo che interromperne la vendita sarebbe un suicidio commerciale.

Cos’era, dunque, L’allegro chirurgo?

allegro chirurgo

Quando nasce L’allegro chirurgo

L’allegro chirurgo è la versione italiana di Operation, gioco inglese ideato nel 1965 da John Spinello. E noi siamo tutte persone troppo mature per ironizzare sul cognome dell’inventore, giusto?

Nel 1964 il giovane Spinello adocchia al Luna park un gioco che consiste nel far arrivare un anello metallico in fondo a un percorso nel quale è presente un filo elettrificato, senza che l’anello toccasse il filo.

Da lì Spinello sviluppa l’idea, che si trasforma sino a diventare una bizzarra operazione chirurgica, in modo da giustificare l’uso delle pinzette.

Cos’è L’allegro chirurgo

L’allegro chirurgo, dunque, era un gioco di abilità. Il protagonista è un paziente sdraiato (il quale, udite udite, ha anche un nome, Cavity Sam). Il nome è presto spiegato: nel suo corpo ci sono appunto diverse cavità contenenti ossa, organi ma non solo. Forse da bambini non ce ne siamo accorti, ma L’allegro chirurgo era anche un gioco con la sua bella dose di ironia. Lungo l’avambraccio di Cavity Sam era ad esempio contenuta una matita (che rappresentava il crampo dello scrittore). Nello stomaco era invece adagiata una farfalla (chiara rappresentazione della metafora avere le farfalle nello stomaco).

Insomma: tutti questi oggetti si potevano estrarre con un paio di pinzette. Se l’operazione veniva svolta con sufficiente cura, non veniva prodotto nessun suono. E il giovane giocatore si era praticamente assicurato un futuro da novello Dottor House.

Se invece, durante l’estrazione, il pezzo scontrava nel bordo del foro in questione, il naso-lampadina di Cavity Sam si illuminava di rosso ed emetteva un segnale sonoro. Niente corsia di ospedale per il maldestro ragazzo, che avrebbe dovuto accontentarsi di un’iscrizione a Giurisprudenza o a Lettere classiche.

Il successo

Ci sono cose misteriose, come Stonehenge e l’eliminazione della Nazionale di calcio italiana dai prossimi mondiali.

Anche il successo de L’allegro chirurgo è da includere nel novero. Il suo brevetto è stato acquistato per 500 dollari, e il gioco ha finora guadagnato più di 40 milioni di dollari.

È stato distribuito in versioni aggiornate (alcune, con nomi differenti, danno tutta l’impressione di essere plagi). Esistono versioni in cui il paziente da “operare” è un animale. E non manca un aggiornamento del 2004, tuttavia mai arrivato in Italia, in cui tra gli oggetti da estrarre dal corpo di Cavity Sam è comparso anche un gelato. Sì, perché l’azienda statunitense che lo ha messo in vendita negli Stati Uniti ha chiesto ai fan quale pezzo da estrarre avrebbero voluto aggiungere. Ed è stato scelto il gelato.

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Semplice, ripetitivo, divertente

L’allegro chirurgo aveva la peculiarità di essere presente in quasi tutte le abitazioni, ma di solito era riposto in qualche armadio dopo poche settimane di utilizzo. Questo perché era quasi inevitabile perdere gli atrocemente piccoli pezzi da estrarre. Eventualità che, combinata con il consumarsi della pila che accendeva il naso di Cavity Sam, spostava l’attenzione dei bambini di casa verso giochi meno effimeri.

Scherzi a parte, oggi riesce difficile pensare che un gioco con simili caratteristiche piacesse così tanto.

Eppure, a ben pensarci, L’allegro chirurgo aveva alcune peculiarità notevoli. L’ironia, intanto. La possibilità, da parte dei bambini, di smitizzare (e prendere un po’ per i fondelli, diciamolo) il mondo degli adulti.

E poi la semplicità e ripetitività. Che, si badi, dovrebbero essere due caratteristiche positive delle attività ludiche. L’allegro chirurgo, insomma, nella sua assurdità era divertente, e non richiedeva competenze da supereroe per essere svolto con piacere.

Adesso, forse, vi aspettereste un finale moralistico. In cui affermiamo che, al contrario, oggi la maggior parte dei giochi soffoca la fantasia e stimola quasi soltanto la rapidità di riflessi. Ma non vi diremo niente di tutto ciò: il dovere ci chiama, abbiamo da estrarre le farfalle dallo stomaco.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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