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Il G20 di Napoli: ambiente, clima ed energia

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G20

Inizia oggi a Napoli il G20 su ambiente, clima ed energia.

Nel capoluogo della Campania si terranno due giorni di incontri in cui si tireranno le somme di mesi di relazioni, confronti e discussioni tra le delegazioni e i tecnici internazionali impegnati nella ricerca di risposte coordinate, eque ed efficaci. Lo scopo è gettare le basi per un futuro più sostenibile.

L’ambizione è dunque quella di conciliare la tutela dell’ambiente con il progresso e il benessere sociale, porre la transizione ecologica al centro dell’agenda politica e affrontare le crisi globali, compresa quella derivata dalla pandemia da Coronavirus, con un percorso scientifico comune.

Il G20

La due giorni del G20 di Napoli coincide con la presidenza italiana del G20, vertice che riunisce le principali economie del mondo. I Paesi che ne fanno parte rappresentano più del 80% del PIL mondiale, il 75% del commercio globale e il 60% della popolazione del pianeta.

Il G20 si tiene ogni anno dal 1999, e dal 2008 prevede lo svolgimento di un vertice finale, con la partecipazione dei Capi di Stato e di Governo. Una delle sue declinazioni è proprio il G20 su ambiente, clima ed energia, che quest’anno ha sede a Napoli.

Gli argomenti del G20 di Napoli

La due giorni cade a ridosso della presentazione di Fit for 55, l’importante pacchetto di misure voluto dalla Commissione europea per arginare il cambiamento climatico. E anticipa di poco più di tre mesi un altro appuntamento cruciale, Cop26, la conferenza dell’Onu sul clima che si svolgerà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre prossimi.

I temi centrali del vertice saranno svariati. Dal contrasto al cambiamento climatico all’accelerazione della transizione ecologica. Si parlerà di economia circolare, e di una ripresa economica sostenibile e inclusiva grazie alle opportunità offerte in campo energetico da soluzioni tecnologiche innovative. Si discuterà di città intelligenti, resilienti e sostenibili, ma anche di tutela dei mari e di difesa (e ripristino) del suolo. Non mancheranno focus su finanza verde, educazione, sviluppo delle capacità e formazione.

Il G20 e i recenti disastri ambientali

Quasi paradossalmente, il G20 su ambiente, clima ed energia che apre oggi a Napoli coincide con un momento delicatissimo per la situazione climatica mondiale.

Dopo le esondazioni in Germania e gli incendi tra Stati Uniti e Canada, è stata la volta della Cina, dove è avvenuto ciò che è stato ribattezzato “il diluvio del millennio”.

Ripercorriamo brevemente questi tre drammatici episodi, che hanno tutti come concausa i cambiamenti climatici in atto. E auguriamoci che l’agenda così fitta di vertici internazionali su clima e ambiente possa presto portare a risultati concreti.

Le piogge torrenziali in Cina

Al G20 di Napoli avrà un ruolo centrale la Cina, la cui delegazione sarà collegata in videoconferenza. Da Pechino ci si attende un segnale forte in direzione del taglio di emissioni di CO2.

E proprio in Cina, piogge torrenziali e inondazioni hanno colpito Zhengzhou, metropoli che conta 12 milioni di abitanti. I dati aggiornati a mercoledì 21 luglio parlano di 33 morti, 8 dispersi e più di 300mila persone evacuate.

Zhengzhou, che si trova 700 chilometri a sud di Pechino, è ora nello stato di allerta 1, quello massimo. Sono stati cancellati treni e aerei ed è stata chiusa la metropolitana. Le strade sono allagate in gran parte della città e i blackout non hanno risparmiato gli ospedali.

In soli tre giorni, nella zona di Zhengzhou è caduta una quantità di pioggia quasi equivalente a quella che solitamente cade in un intero anno. Dodici città della provincia di Henan, che ospita oltre 90 milioni di persone, sono state colpite da inondazioni.

Più di 200mila ettari di colture sono stati inghiottiti dalle acque. Il danno è stato stimato in 1,22 miliardi di yuan, che corrispondono a circa 160 milioni di euro.

Le inondazioni in Germania

Le piogge torrenziali nella provincia cinese di Henan seguono di poche giorni quelle, altrettanto devastanti, in Germania.

Il maltempo ha colpito le regioni occidentali del Paese ma anche Belgio e Olanda. Dopo giorni di intense piogge, nella notte di giovedì 15 luglio diversi torrenti e affluenti del Reno hanno esondato. Il bilancio delle vittime è impietoso: i morti complessivi sono a oggi 199, di cui 163 in Germania e 36 in Belgio.

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Il caldo record in Canada

L’instabilità meteorologica, e soprattutto l’acuirsi dei fenomeni più intensi ed estremi, sono tra le spie del cambiamento climatico e del riscaldamento globale.

Ecco quindi che le inondazioni in Germania e in Cina hanno il loro rovescio della medaglia nel caldo record (e nei conseguenti terribili incendi) che ha coinvolto parte del Canada e degli Stati Uniti. Già da fine giugno si sono toccate temperature vicine ai 50 °C, e le vittime causate da questo innalzamento anomalo delle temperature sono più di 500.

Gli esperti concordano: gli episodi delle ultime settimane sono segnali tangibili di un allarme climatico che non può più essere ignorato o rimandato. E il G20 di Napoli è il primo appuntamento cruciale per la salvaguardia del pianeta.

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