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La bufala tech della settimana: il medico riconosce i pazienti positivi al supermercato

Sta girando in tutta Italia, ed è una notizia ben congegnata. Ma è irrimediabilmente falsa

Medico italiano riconosce pazienti positivi al Covid al supermercato. Sembra la notizia della giornata no di un povero sfortunato che avrebbe voluto farla in barba alla comunità. E invece è la bufala – non tanto tech quanto dal taglio scientifico o cronachistico – della settimana.

Definiamone meglio i contorni.

Il medico che riconosce un paziente positivo al supermercato e…

Tutte le leggende metropolitane che si rispettino, diffondendosi a macchia d’olio, finiscono per esistere in differenti versioni.

È antico l’adagio per cui, giocando al telefono senza fili, se Tizio racconta a Caio che Sempronio ha rubato una mela, di bocca in bocca Sempronio finirà per diventare un omicida seriale.

Diciamo che, mettendo insieme diverse pseudonotizie che hanno attecchito nei giorni scorsi, gli elementi comuni della bufala danno vita alla seguente vicenda.

Un medico entra in un supermercato. Individua un proprio paziente che sa essere risultato positivo al Covid-19, e che dunque avrebbe dovuto essere ben isolato a casa. Colto da impareggiabile spirito civico, e con un certo gusto per il romanzo poliziesco, il medico cosa fa? Non punta diritto verso il paziente, ma dopo essersi qualificato al personale del supermercato, fa annunciare agli altoparlanti che le persone positive al Coronavirus avrebbero dovuto presentarsi immediatamente alle casse.

Il personale, ma guarda un po’, collabora col medico senza battere ciglio. E ora viene il bello: poco dopo la diramazione dell’annuncio, alle casse non si presenta solo il paziente del medico, bensì – colte da improvviso senso di onestà – accorrono ben sette persone (ma il numero varia a seconda del luogo in cui si racconta la storia).

paziente riconosce positivi al supermercato bufala

La diffusione della bufala

La bufala del medico che riconosce i positivi al supermercato è stata raccontata davvero ovunque. Ce ne sono versioni in Toscana, in Sardegna, in Lombardia. E, come si può vedere nella nostra immagine poco più sotto, la versione circolante in Sicilia ha saputo cogliere in castagna anche un quotidiano come Repubblica.

In effetti i motivi perché la frottola trovasse ampia circolazione ci sono tutti: l’argomento di stretta attualità, i ruoli ben definiti del medico-eroe, dei commessi-spalla e del paziente-mascalzone, e il lieto fine. Nonostante la storia abbia più di un dettaglio un po’ eccessivo. Che, se può senz’altro far storcere il naso alle persone più avvedute, riesce facilmente a far presa sulle persone più ingenue e manipolabili.

Ma la notizia non è vera

Ebbene sì, trattasi di bufala, per quanto narrativamente gustosa. Nessun medico ha riconosciuto nessun positivo al supermercato. Oppure, se mai fosse successo da qualche parte, dubitiamo fortemente che il dottore abbia adottato un metodo così plateale (e tutto fuorché efficace) per stanare il furbetto.

È l’ultima (per ora) delle molte fake news sul Covid che hanno cominciato a circolare praticamente dall’inizio della pandemia.

Si tratta in questo caso di una leggenda metropolitana che è ampiamente circolata nelle chat, al punto da guadagnarsi una citazione nel mitico sito Butac (acronimo per Bufale un tanto al chilo). Con il solito implacabile rigore filologico, Butac è riuscito a datare l’origine della fake news allo scoro 5 marzo, ha individuato in Twitter la piattaforma da cui tutto ha avuto inizio e ne ha segnalato le principali varianti.

medico riconosce positivi supermercato bufala

La paura dell’untore

Un sito affine, CeRaVoLC (Centro di raccolta delle voci e leggende contemporanee) aggiunge una piccola analisi socio-psicologica sui motivi della fortuna di questa bufala. Si legge sul sito che la vicenda “fa leva sulla paura dell’untore in un luogo che bene o male tutti siamo costretti a frequentare, il supermercato, e sull’indignazione per il comportamento irresponsabile di alcune persone (che mettono a rischio la salute di tutti). La loro mancanza di rispetto delle regole tuttavia è punita: i positivi vengono smascherati, identificati dalla polizia o quantomeno costretti a un’indecorosa fuga; in alcune versioni presenti su Twitter, tutti i presenti vengono segnalati e multati.

In questo senso, la storia può essere vista come una doppia cautionary tale: da un lato, mette in guardia contro gli sconosciuti (che potrebbero essere soggetti pericolosi e infetti, e in numero molto superiore a quelli che pensiamo); dall’altra, sfrutta un meccanismo di giustizia immanente: se ti comporti male, sarai immancabilmente scoperto e ne pagherai le conseguenze – e senza indugi.”

Ben scritto: non abbiamo niente da aggiungere.

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I supermercati e il Covid

O meglio, non abbiamo niente da aggiungere sulla fake news del medico che riconosce i pazienti positivi al Covd al supermercato.

Ma sui supermercati qualcosa può essere detta. Intanto, che un recentissimo controllo dei Nas su 981 esercizi ha evidenziato tracce di materiale genetico del virus in 18 casi. Dove? Su carrelli e cestini, tastiere per il pagamento bancomat e POS, tasti delle bilance e dispositivi salvatempo per la lettura automatica dei prodotti.

Ricordiamo comunque, al di là di questi deprecabili episodi, che i più recenti studi sulla trasmissibilità del Coronavirus dimostrano come sia difficile contagiarsi attraverso il contatto con vari tipi di superfici. Ci si contagia solo con particelle virali integre, vitali e in grado di riprodursi.

Insomma: non mettiamo in giro una nuova bufala!

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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