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Donne nello spazio: le astronaute che hanno sfidato i confini dell’universo

Le principali imprese spaziali delle astronaute

Lo Spazio sta diventando sempre più una sorta di giocattolo conteso dai maggiori miliardari del pianeta.

Mentre il turismo spaziale consente di barattare l’ormai frusta crociera con un giretto oltre l’atmosfera terrestre, Elon Musk pare che abbia tra i suoi principali uzzoli la colonizzazione di Marte (è in fondo per questo che è nata SpaceX).

Un tempo, le esplorazioni spaziali avvenivano unicamente per scopi scientifici (oltre che, ammettiamolo, come esibizione di forza delle due superpotenze impegnate nella Guerra fredda).

Oggi, in questo senso, è un giorno particolare. Come abbiamo ricordato in un altro articolo, esattamente 60 anni fa – il 16 agosto 1963 – l’astronauta sovietica Valentina Tereškova è stata la prima donna a viaggiare nello Spazio.

Ripercorriamo la sua impresa, e ricordiamo le altre principali missioni spaziali che hanno avuto per protagonista un’astronauta.

Samantha Cristoforetti 1

Valentina Tereškova

Era dunque il 16 giugno 1963 quando Valentina Vladimirovna Tereškova, a bordo della navicella Vostok 6, è diventata la prima donna a volare nello spazio.

Al di là della retorica cucita addosso a Tereškova (la popolana orfana di padre diventata “Miss Universo”), vale almeno la pena di ricordare il suggestivo nome in codice scelto per lei dal capo del programma spaziale sovietico Sergej Korolëv: Cajka, ovvero “gabbiano”.

Durante la missione, durata quasi tre giorni e per la quale Vostok 6 ha compiuto 48 orbite attorno alla Terra, Valentina Tereškova ha comunicato via radio col cosmonauta Valerij Fëdorovič Bykovskij, lanciato due giorni prima a bordo della Vostok 5.

Curiosamente, negli anni successivi Tereškova è diventata deputata del Soviet Supremo dell’URSS e del Partito Comunista. Oggi l’ottantaseienne Valentina Tereškova è, ahinoi, una fervente sostenitrice di Putin e dell’invasione dell’Ucraina.

Dopo Valentina

Valentina Vladimirovna Tereškova ha inaugurato l’era delle astronaute. Che sono state impegnate in 77 missioni, quindi una percentuale solo intorno al 10% rispetto al totale delle missioni spaziali.

Ma quali sono stati gli altri emblematici voli di astronaute, dopo Valentina Tereškova?

Sally Ride

Diciannove anni dopo la missione di Valentina Tereškova ecco che un’altra russa, Svetlana Savitskaya, nel 1982 è tornata in orbita per raggiungere la stazione spaziale Salyut 7.

Solo nel 1983, con Sally Ride, anche gli Stati Uniti manderanno nello Spazio un’astronauta, come membro dell’equipaggio Challenger a bordo della missione Sts-7.

Da allora, la stragrande maggioranza delle astronaute che usciranno dall’orbita terrestre sarà proprio statunitense.

La prima comandante

Il fatto che la parità di genere, dura da raggiungere sulla Terra, sia ardua da ottenere anche negli spazi celesti, è testimoniato da un dato: solo nel 2008, grazie alla figura di Peggy Whitson, abbiamo avuto la prima comandante di genere femminile di una missione sulla Stazione Spaziale Internazionale, durante l’Expedition 16.

Va inoltre segnalato che l’altro membro della missione era un cosmonauta russo, Jurij Ivanovyč Malenčenko.

Samantha Cristoforetti

Impossibile poi non citare la nostra Samantha Cristoforetti, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea e prima donna europea a capo della Stazione Spaziale Internazionale (il 28 settembre 2022).

Cristoforetti ha partecipato a due missioni, la Futura (dal 23 novembre 2014 all’11 giugno 2015) e la Minerva (dal 27 aprile al 14 ottobre 2022), collezionando in totale 369 giorni nello spazio.

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Diario di un'apprendista astronauta
  • Cristoforetti, Samantha (Autore)

Più Spazio alle donne

Permetteteci, non abbiamo resistito a questo titolo di paragrafo.

Perché non balza agli occhi solo la scarsa percentuale di donne impegnate in missioni spaziali, o il loro minimo impiego in posizioni apicali.

Nel mondo, solo il 12% degli astronauti sono donne. Anche se almeno un dato fa ben sperare: al bando del 2021 dell’Agenzia spaziale europea per selezionare gli astronauti di domani, il 24% degli oltre 23.000 partecipanti erano donne. Percentuale salita al 39% dopo una prima selezione.

Non siamo alla parità di genere, ma sono numeri in crescita: basti pensare che nel bando del 2008 la percentuale delle donne era stata inferiore addirittura del 10%.

Sono numeri in linea con la percentuale di donne laureate nelle cosiddette discipline STEM  (acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics).

Selezionatrice dell’ESA è anche Priya Satalkar, ricercatrice in bioetica e antropologia medica presso il Bioethics Institute Ghent, in Belgio.

Chiudiamo con uno stralcio della sua intervista rilasciata ad Agenda17: “Se gli astronauti desiderano rappresentare l’intera umanità, come penso debbano fare, allora dovrebbero includere tutti coloro che formano quell’umanità, tutto lo spettro di genere e orientamento sessuale.

Se si parla dell’intero spettro degli esseri umani, bisogna includere anche le persone con disabilità. È strano raggruppare insieme donne e persone con disabilità, ma per molti versi anche le donne sono emarginate, anche se il grado di emarginazione è diverso.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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