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AttualitàCultura

“Fomo”, “cringe” e “metaverso”: sono oltre 400 i neologismi del Devoto-Oli 2023

È l’ultima edizione curata dal compianto Luca Serianni

Se vostro figlio vi dice di sentirsi fomo, siamo spiacenti ma non potrete sgridarlo imponendogli di smetterla di esprimersi con un gergo incomprensibile.

Perché il termine fomo, assieme a più di 400 altri neologismi, arricchisce l’edizione 2023 del Devoto-Oli.

Un vocabolario ha funzione normativa, ma deve anche essere capace di evolversi e catturare i mutamenti sociolinguistici. Che, nemmeno a dirlo, sono sempre più rapidi. Quando una parola ha la dignità per far parte di un dizionario, insomma, dobbiamo abbandonare ogni tentazione conservatrice, e semmai capire il perché viene adoperata così largamente da essersi trasformata in lemma.

Ma scopriamo subito, suddivisi per categorie, alcuni dei 400 neologismi dell’edizione 2023 del Devoto-Oli.

neologismi

Attualità, cultura, ambiente

Con “binario” e “non binario” irrompe finalmente anche nel vocabolario l’identità di genere. Non binario è infatti chi “non si riconosce nella distinzione tra maschile e femminile propria del binarismo di genere”.

La “bolla sociale” è poi un “ambiente sociale controllato, costituito da persone che si incontrano esclusivamente tra loro evitando contatti esterni, per prevenire o rallentare la diffusione di un contagio epidemico.”

Naturalmente non poteva mancare il “metaverso”. La lunghezza della definizione mostra quanto sia arduo stabilirne specificità e confini. Il Devoto-Oli 2023 ci dice infatti che il metaverso è un “universo virtuale costituito da una serie di mondi digitali interconnessi tra loro, concepito come una realtà parallela in cui gli utenti possono vivere esperienze virtuali mediante l’utilizzo di avatar e visori per la realtà aumentata”.

Tra i neologismi 2023 anche la “transizione ecologica”. Ovvero il “processo di riconversione delle attività umane volto a limitare le emissioni inquinanti e a raggiungere un livello di sostenibilità sufficiente a garantire una relazione equilibrata con l’ambiente.”

Politica e finanza

Il conflitto russo-ucraino e la moda delle criptovalute non potevano non lasciare strascichi nel vocabolario.

E così abbiamo la “guerra ibrida”, ovvero “quella che combina o sostituisce interventi militari con attacchi informatici, pressioni politiche e diplomatiche e forme di controllo o repressione dell’informazione.”

Ma anche il “mining”: “Nel linguaggio delle criptovalute, il processo di risoluzione degli algoritmi necessari a validare le transazioni effettuate in una determinata criptovaluta, aggiungendola alla relativa catena di blocchi e generando una nuova quantità di valuta.”

Tendenze e modi di dire

Sono forse le categorie che meglio fotografano i fermenti della società e le inquietudini dei più giovani.

Tra i neologismi del 2023 segnaliamo la “malamovida”. Ovvero “l’insieme dei fenomeni negativi che possono verificarsi nelle aree urbane in cui si concentrano le attività della vita notturna, tra cui rientrano condotte illecite o moleste nei confronti di residenti ed esercenti della zona.”

E poi c’è “cringe”, che deriva dall’Inglese “to cringe” (provare imbarazzo). E che può avere valore sia di aggettivo (“che suscita sensazioni di disagio e imbarazzo”) che di sostantivo (“Il suscitare disagio negli altri ostentando comportamenti imbarazzanti o ridicoli”).

Finiamo da dove abbiamo iniziato. “Fomo” è in realtà acronimo per “Fear of missing out” (paura di rimanere escluso), e indica l’ansia di chi teme di essere escluso da qualcosa di importante se non presidia assiduamente i social.

Neologismi oggi, parole “vecchie” domani

Per comprendere con quale velocità cambiano società e linguaggio, basta dare una rapida scorsa al nostro articolo sui neologismi del 2022.

E constatare come una serie di parole considerate nuove lo scorso anno, si siano nel frattempo radicate nell’uso linguistico, perché riferite a fenomeni o concetti ormai abituali.

Pensiamo ad esempio a “bannato”, “emissioni zero”, “boomer”, “Covid free”, “Spid” e “Pnrr”.

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Addio a Luca Serianni

Ci pare doveroso chiudere l’articolo ricordando come l’edizione 2023 del vocabolario Devoto-Oli, l’ultimo curato dal grande linguistica Luca Serianni, scomparso lo scorso 21 luglio.

Lo ricorda il collega Maurizio Trifone, ora alla guida del vocabolario. Dice Trifone: “Serianni concepiva il dizionario come un organismo vivo, in grado di descrivere una realtà in continua trasformazione solo se rinnovato di edizione in edizione e mantenuto costantemente giovane nella sua lingua e nelle sue strutture.”

E gli oltre 400 neologismi dell’edizione 2023 sono lì a testimoniarlo.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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