Gli smartphone esistevano già nel 1994. Non è una follia: qualcuno ci ha provato, ma senza grande successo. Quella che vi racconterò oggi non è la storia di un viaggiatore nel tempo, ma di come un oggetto che per noi oggi è indispensabile, sia stato non solo inventato, ma anche messo in commercio ben 30 anni fa. Sto parlando del Sony Magic Link. Ve lo ricordate? Certo che no, perché si è trattato di uno dei più grandi fallimenti del settore tech degli ultimi decenni, nonostante avesse alle spalle un team da sogno e una valanga di investimenti. Anche se il Sony Magic Link non sembra affatto uno smartphone come lo intendiamo oggi, possedeva già tutte le caratteristiche di un dispositivo moderno, forse solo un po’ troppo in anticipo sui tempi.
Quella del Sony Magic Link è una storia affascinante e complessa, che si snoda attraverso le ambizioni di una start-up rivoluzionaria, il tradimento di un gigante della tecnologia e le difficoltà tecniche di un mercato non ancora pronto per un’innovazione così avanzata. Ma per comprendere appieno la portata di questo fallimento, dobbiamo fare un passo indietro e immergerci nella nascita di General Magic, l’azienda che ha dato vita a questo prodotto pionieristico.
Come nacque General Magic e che c’entra Apple
Per comprendere come sia nato il Sony Magic Link, dobbiamo partire dalla storia di General Magic, un’azienda fondata da un gruppo di visionari provenienti da Apple. Tutto iniziò con Marc Porat, un dipendente di Apple, che aveva una visione: computer portatili con schermi touch, capaci di messaggiare, videogiocare, guardare film e persino acquistare biglietti aerei. Convinto della fattibilità della cosa, riuscì a ottenere l’ok dall’allora CEO di Apple, John Sculley, per costituire un’azienda spin-off: General Magic. Con il permesso di Sculley, Porat convinse due figure chiave di Apple, Bill Atkinson e Andy Hertzfeld, a unirsi al progetto. Il carisma di Porat e la promessa di partecipare a una rivoluzione tecnologica attrassero anche altri talenti, come Tony Fadell (futuro creatore dell’iPod e dell’iPhone), Andy Rubin (fondatore di Android) e Pierre Omidyar (fondatore di eBay).
L’idea di Porat era rivoluzionaria: credeva fermamente che, in futuro, i computer sarebbero diventati dispositivi portatili, con schermi touch, capaci di svolgere una vasta gamma di funzioni. Nelle sue parole, “il suo valore verrà percepito anche quando non verrà utilizzato”. Porat riuscì a convincere Sculley della fattibilità del progetto e, con il permesso di quest’ultimo, avviò la costituzione di General Magic come una start-up indipendente, sebbene Apple ne detenesse delle quote.
Il team di General Magic era composto da alcuni dei migliori talenti dell’industria tecnologica. Bill Atkinson e Andy Hertzfeld, due dei principali sviluppatori del Macintosh originale, furono tra i primi a unirsi a Porat. Atkinson era noto per aver creato MacPaint e HyperCard, due applicazioni che avevano rivoluzionato il modo in cui gli utenti interagivano con i computer. Hertzfeld, d’altra parte, era una leggenda del software, avendo lavorato su gran parte del sistema operativo del Macintosh. Ma il team non si fermò qui. Attirò anche giovani ingegneri e designer che avrebbero lasciato un segno indelebile nel mondo della tecnologia.
Tra questi c’era Tony Fadell, che avrebbe poi contribuito alla creazione dell’iPod e dell’iPhone presso Apple. C’era anche Andy Rubin, che avrebbe fondato Android, il sistema operativo mobile più diffuso al mondo. E poi c’era Pierre Omidyar, che avrebbe fondato eBay, rivoluzionando il commercio online. General Magic, insomma, era un concentrato di talento e innovazione, un gruppo di visionari uniti dalla convinzione che il futuro della tecnologia fosse portatile e personale.
All’inizio, il lavoro di General Magic era avvolto nel segreto. Il progetto era ambizioso: creare un sistema operativo per dispositivi portatili che permettesse agli utenti di fare praticamente tutto ciò che potevano fare con un computer desktop, ma in un formato tascabile. Il risultato fu Magic Cap, un sistema operativo dal concept molto particolare, che permetteva di scrivere messaggi e note, disegnare, giocare e fare tutto ciò che si potrebbe fare in un normale ufficio o dalla scrivania di casa. Il tutto, però, in via ideale, tramite uno stilo e un dispositivo portatile dalle dimensioni ridotte.
Magic Cap era rivoluzionario per l’epoca. Era un ambiente grafico intuitivo che cercava di replicare l’esperienza di un ufficio fisico sullo schermo di un dispositivo portatile. Gli utenti potevano navigare tra diverse “stanze” virtuali, ognuna delle quali rappresentava una diversa funzione del dispositivo. Ad esempio, c’era una stanza per la posta elettronica, una per i contatti, una per gli appunti e così via. Questa metafora visiva era pensata per rendere il sistema operativo più accessibile e intuitivo per gli utenti non tecnici.
Come era fatto Sony Magic Link?
Il Sony Magic Link era uno dei primi dispositivi a utilizzare il sistema operativo Magic Cap. il quale permetteva di scrivere messaggi e note, disegnare, giocare e fare molte altre attività tramite uno stilo su uno schermo touch. Era supportato da PersonaLink, un sistema di comunicazione e consultazione di database gestito da AT&T.
Il Magic Link era dotato di uno schermo LCD retroilluminato, che per l’epoca rapprensetantava una tecnologia all’avanguardia. Lo schermo era touch, e gli utenti interagivano con il dispositivo tramite uno stilo. Il dispositivo aveva anche una tastiera virtuale, che permetteva di digitare messaggi e note. Era alimentato da un processore Motorola DragonBall, che era abbastanza potente per le esigenze del sistema operativo Magic Cap.
Il dispositivo aveva anche una serie di porte di espansione, che permettevano di collegare periferiche esterne, come modem e stampanti. Questo lo rendeva molto versatile e potenzialmente utile per una vasta gamma di applicazioni. Inoltre, il Magic Link era dotato di una batteria ricaricabile, che permetteva di utilizzarlo in mobilità per diverse ore.
Il suo aspetto moderno e innovativo attirò l’attenzione dei media e degli appassionati di tecnologia. Tuttavia, nonostante l’entusiasmo iniziale, il Magic Link non riuscì a conquistare il mercato.
Perché fu un totale fallimento
Nonostante l’innovazione e il supporto di importanti colossi della tecnologia, il Sony Magic Link fu un totale fallimento commerciale. Tra le cause principali del fallimento ci fu il prezzo elevato di 800 dollari, che lo rendeva poco accessibile. Ma il vero problema risiedeva nelle limitazioni tecnologiche dell’epoca: il dispositivo era lento, complesso da usare e pieno di bug. PersonaLink non funzionava come previsto, e lo schermo era difficile da leggere. Inoltre, mancava una connessione a internet, una componente fondamentale per un vero smartphone. General Magic aveva sviluppato il Magic Link troppo in fretta, e il mercato non era ancora pronto per un’innovazione così avanzata.
Uno dei principali problemi del Magic Link era la sua lentezza. Il processore Motorola DragonBall, sebbene fosse all’avanguardia per l’epoca, non era sufficientemente potente per gestire tutte le funzionalità di Magic Cap in modo fluido. Le applicazioni si caricavano lentamente, e l’interfaccia utente era spesso poco reattiva. Questo rendeva l’esperienza d’uso frustrante per gli utenti, che si aspettavano un dispositivo più veloce e reattivo.
Un altro problema era la complessità del sistema operativo. Sebbene Magic Cap fosse stato progettato per essere intuitivo, molti utenti lo trovavano difficile da usare. La metafora delle “stanze” virtuali, sebbene interessante, non era immediatamente comprensibile per tutti. Molti utenti si perdevano nell’interfaccia e avevano difficoltà a trovare le funzioni di cui avevano bisogno. Questo rendeva il dispositivo poco user-friendly e limitava il suo appeal sul mercato di massa.
Ma forse il problema più grande del Magic Link era il fatto che mancava una connessione a internet. All’epoca, internet stava appena cominciando a diffondersi, e molti utenti non avevano ancora compreso appieno il suo potenziale. Tuttavia, un dispositivo come il Magic Link, che prometteva di essere un ufficio portatile, avrebbe avuto bisogno di una connessione a internet per essere veramente utile. Senza questa funzionalità, il Magic Link era limitato nelle sue capacità e non riusciva a offrire un vero valore aggiunto rispetto ai computer desktop o ai telefoni cellulari dell’epoca.
Infine, il mercato non era ancora pronto per un’innovazione così avanzata. Sebbene l’idea di un dispositivo portatile con schermo touch fosse rivoluzionaria, la tecnologia disponibile all’epoca non era ancora abbastanza matura per supportare questa visione. Inoltre, gli utenti non erano ancora abituati all’idea di utilizzare dispositivi portatili per le loro attività quotidiane. Questo rendeva difficile per il Magic Link trovare un pubblico di riferimento e conquistare una quota di mercato significativa.
In conclusione, il fallimento del Sony Magic Link è un esempio emblematico di un’idea troppo avanti per il suo tempo. Sebbene il dispositivo fosse innovativo e avesse tutte le caratteristiche di uno smartphone moderno, le limitazioni tecnologiche dell’epoca, i problemi di usabilità e la mancanza di una connessione a internet ne impedirono il successo. Tuttavia, il lavoro di General Magic e il fallimento del Magic Link hanno aperto la strada a future innovazioni nel campo dei dispositivi portatili, e molti dei talenti che hanno lavorato su questo progetto hanno continuato a fare grandi cose nel mondo della tecnologia.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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