Lunedì 8 giugno 2008.
Nel quartiere di Akihabara sono le 12:30 circa.
Il quartiere alle porte di Tokyo, famoso per la sua grande concentrazione di negozi di prodotti elettronici, anime e videogiochi, è super affollato.
Akihabara probabilmente è l’area più grande al Mondo per quanto riguarda la vendita di prodotti elettronici e computer.
Davanti al negozio Sofmap, azienda giapponese leader nella vendita di prodotti elettronici, si palesa un furgoncino. È un’Isuzu, di produzione anch’esso giapponese.
L’uomo alla guida è il 25 enne Tomohiro Kato.
Il furgoncino a folle velocità punta dritto alla folla di persone intente a fare shopping.
Tre persone vengono investite e uccise sul colpo.
Il giovane, intento a continuare la sua strage scende dal mezzo con in mano un coltello da cucina.
Altre 4 persone vengono accoltellate. Non c’è un criterio nella scelta delle vittime, Kato colpisce chi gli passa accanto.
Altre 10 persone vengono ferite dal 25 enne prima che quest’ultimo venga fermato dalle forze di polizia.
Dopo l’arresto, Tomohiro Kato viene condannato a morte nel 2011 dal tribunale distrettuale di Tokyo. Nel 2015 i suoi avvocati fanno ricorso, ma la pena viene confermata. Il tribunale motiva la condanna definendo l’azione intrapresa da Kato, come un brutale crimine commesso senza un briciolo do umanità.
I media parlano subito di un soggetto sofferente di depressione, causata probabilmente dal licenziamento subito da una ditta di ricambi d’auto.
Durante il processo a suo carico, Kato ammette i crimini commessi, ma le motivazioni sono differenti. Egli giustifica il suo estremo gesto motivandolo dal fatto di aver subito del bullismo online.
Una strage annunciata sul web
Non solo.
In un sito per cellulari, all’interno di un forum, Kato annuncia il suo folle piano. Pubblica messaggi espliciti che preannunciano proprio su internet la sua intenzione di compiere il massacro.
L’assassino scrive testuali parole: «Andrò a schiantarmi col furgone, e se diventerà inutile userò il coltello. Addio a tutti. Nessun rinvio, neanche se farà brutto tempo».
I messaggi vengono scritti e pubblicati addirittura il giorno prima, domenica 7 giugno, precisamente alle ore 05:21. Il contenuto viene pubblicato col titolo esplicito: «Ucciderò gente ad Akihabara.
L’incubo diventa realtà.
Dieci minuti prima di compiere la strage, Kato scrive sul web: «È arrivato il momento».
L’ora segna le le 12.10.
Venti minuti più tardi circa, il giovane 25 enne Tomohiro Kato si trasforma in un vero e proprio terrorista, mettendo in atto il suo folle piano omicida nel quartiere di Akihabara.
La pena di morte in GIappone
Martedì 26 luglio 2022.
Il Giappone si risveglia con una notizia shock, Tomohiro Kato è stato giustiziato nel carcere dove era detenuto dopo 14 anni dal massacro da lui compiuto.
Attualmente in Giappone 107 persone si trovano nel braccio della morte, senza sapere tra l’altro la data della loro esecuzione. L’esecuzione viene comunicata ai condannati il mattino stesso in cui vengono impiccati.
Non solo. Il Giappone e gli USA sono gli unici paesi del G7 in cui vige tuttora la pena di morte.
A rischiare la pena di morte in questi giorni è anche il 41 enne Tetsuya Yamagami, autore dell’omicidio dell’ex premier giapponese Shinzo Abe l’8 luglio 2022.
Azioni criminali o violente come quella avvenuta per mano di Kato e di Yamagami sono molto rare nel paese nipponico. Tokyo è ritenuta una delle città più sicure al Mondo e le carceri sono quasi vuote.
Nonostante questo, il consenso popolare nei confronti della pena capitale è estremamente vasto in Giappone. Un sondaggio del 2019 ha mostrato come l’80,8% dei giapponesi sia a favore della pena di morte, contrario all’opposizione degli attivisti per i diritti umani e degli organi internazionali, che premono perché il paese cessi di attuarla.
- Genovese, Eleonora (Autore)
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