Nel mondo c’è chi ama gli uomini, chi le donne e chi entrambi. C’è poi chi ama liberamente, senza porsi troppe domande. In Giappone, per esempio, c’è un uomo che ama alla follia un ologramma, al punto da sposarlo. Non sappiamo al momento se abbia chiesto la mano a papà programmatore o se si sia inginocchiato nel porgerle un anello di chip, ma sappiamo il suo nome: Akihiko Kondo. Il 38enne è convogliato a nozze cibernetiche ben 4 anni fa con Hatsune Miku, un ologramma che riprende le fattezze dell’omonima cantante manga 16enne. E siccome questa bizzarra storia dai contorni cyberpunk necessita una narrazione romantica, è giusto raccontarla dall’inizio.
“L’enciclopedia galattica, nel capitolo dedicato all’amore, afferma che ‘è troppo complicato da definire’. La guida galattica per autostoppisti invece, sull’argomento amore, dice ‘evitatelo se potete’.”
Guida Galattica per Autostoppisti – Douglas Adams
Giappone: il signor Kondo sposa la signora Kondo, ma lei è un ologramma Gatebox
Nel bellissimo film Her di Spike Jonze, Joaquin Phoenix si invaghisce di OS1, un sistema operativo con la voce di Scarlett Johansson. Una forma di romanticismo cinematografico e cibernetico, in cui le macchine diventano parte integrante dei sentimenti umani, tanto da diventarne protagonisti. Nella vita reale si è andati addirittura oltre, come nel caso di Akihiko Kondo, che si è invaghito della cantante manga Hatsune Miku, al punto da “sposare” un dispositivo Gatebox: un ologramma con tanto di fluenti capelli blu fatti di pixel.
Per farlo il signor Kondo ha richiesto all’azienda Gatebox un certificato di unione interdimensonale, che dal punto di vista della legge non ha valore alcuno, ma che per il giapponese significa tutto. Infelice della propria sfera sentimentale, Kondo ha cercato e trovato la sua felicità in quella virtuale. Alla cerimonia simbolica pochi invitati, quasi tutti amici dello sposo conosciuti sul web, da parte della sposa nessuno. “Sono un fictosessuale” ha affermato il 38enne, spalancando le porte ad una nuova era per la sessualità tutta (se di sessualità si può parlare). Ma del resto a cosa servono le definizioni se esiste la felicità?
Il tema è ovviamente particolarmente delicato, e la semplice ironia (di cui anche questo articolo, lo ammettiamo, si macchia) rischia di risultare fuori luogo davanti alla fragilità delle emozioni umane. Non ci resta quindi che riportare i fatti, cercando di comprendere un fenomeno che, soprattutto in Giappone, rischia di diventare un trend.
La fictiosessualità: come viene vista in Giappone
In Oriente il fenomeno dei Vocaloid è particolarmente diffuso nell’industria dello spettacolo. Si tratta di cantanti virtuali, e una delle più popolari in Giappone è proprio l’ologramma Hatsune Miku, al punto da essere stata scelta da Lady Gaga come support act di un suo tour nel 2014. Insomma prendete i Gorillaz di Damon Albarn e moltiplicateli per mille.
Non è quindi assurdo innamorarsi, almeno concettualmente e artisticamente, di un personaggio che propone la “propria” musica e con un “proprio” carattere e personalità. Akihiko Kondo non è infatti l’unico “fictosessuale” in Giappone, dove nascono aziende preposta a soddisfare tali necessità realizzando ologrammi su commissione, come appunto Gatebox.
Fino a 20/30 anni fa, le persone come Akihiko, venivano definite “Otaku”. Questo è un appellativo, spesso usato in modo dispregiativo, che sta ad indicare soggetti dalla scarsa socialità, che preferiscono stare rinchiusi in casa e che tendono, col passare degli anni, a crearsi un proprio mondo immaginario.
Non sappiamo se una “relazione” del genere sia sana o meno. Non sappiamo nemmeno come facciano i due “coniugi” a litigare, fare l’amore, parlarsi e vivere la vita. Sappiamo però che Akihiko Kondo si dice felice, cosciente di avere una sposa finta e dei sentimenti veri. Si prospettano tempi bui per gli avvocati divorzisti.
- Editore: Mondadori
- Autore: Douglas Adams , Laura Serra
- Collana: Oscar absolute
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API