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L’11 febbraio è la giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza

Una ricorrenza quantomai attuale e necessaria.

L’11 febbraio si celebra la giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza. Una ricorrenza quantomai attuale e necessaria, che ci ricorda il divario ancora oggi esistente fra donne e uomini in ambito STEM (acronimo di scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). A causa dell’assurdo stereotipo secondo il quale le donne sarebbero meno portate degli uomini per queste materie, ancora oggi diffuso in gran parte delle nazioni del mondo, produce infatti pessimi risultati in ambito accademico, che si riflettono poi sul mondo del lavoro. Sul sito dedicato alla giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza, l’ONU rileva infatti che le ricercatrici costituiscono solo il 33% del totale, e rappresentano il 12% delle presenze nelle accademie scientifiche.

Le donne che portano a termine il percorso di studi in facoltà chiave come ingegneria e informatica sono ancora poche, rispettivamente il 28% e il 40% del totale. Inevitabili i pessimi risultati in ambito lavorativo: in un settore emergente come quello dell’intelligenza artificiale, le donne rappresentano solo il 22% del totale dei professionisti coinvolti. La forbice fra donne e uomini in ambito STEM è evidente anche in Italia: solo il 16% delle donne si laurea in facoltà scientifiche, mentre per i ragazzi la percentuale si attesta a un ben più convincente 37%. Ovviamente, questa differenza non ha alcuna motivazione scientifica, ma è figlia solamente dei pregiudizi ancora imperanti nella società.

Cosa ci ricorda la giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza

Giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza

In una nota della presidente della Commissione regionale del Friuli Venezia Giulia per le Pari opportunità tra uomo e donna Dusy Marcolin, si apprende che «A 15 anni, in Italia, il divario di genere in matematica è in media tra i più alti dei Paesi Ocse: ben 16 punti di differenza, contro 5, secondo l’ultimo rapporto Unesco. Eppure le differenze sono nulle nei Paesi scandinavi e negli Emirati Arabi. È di tutta evidenza, quindi, che non si tratta di una questione di genere, ma di fattori culturali e sociali».

Per smentire queste ottocentesche credenze, non c’è niente di meglio dell’esperienza diretta, e l’esempio perfetto in questo caso è quello di Rosa Lancini, Research and Universities Alliances di Cefriel, Centro di innovazione digitale italiano fondato dal Politecnico di Milano:

Ma sei sicuro che l’ingegnere sia un lavoro da donna? Cosa ti sei messo in testa? Così amici e parenti
commentarono la scelta di mio padre di non porre veti ai desideri di una figlia testarda e capace. Una
ragazza che, “per errore”, desiderava semplicemente fare quello che amava. Vorrei che oggi, a quarant’anni di distanza, in occasione di una ricorrenza che ancora serve a ribadire il connubio tra donne e scienza, tutte le ragazze fossero messe nella condizione di seguire la propria strada. A chi sceglie l’ingegneria o la matematica, la fisica
o la chimica, auguro, di tutto cuore, di sentirsi protagoniste della propria vita e delle proprie scelte,
lontane dal pregiudizio e dal luogo comune.

Anche se lentamente qualcosa si sta smuovendo, è importante continuare a lottare ogni giorno per la parità di genere in tutti gli ambiti, ricordandoci che un obiettivo auspicabile per tutti. Secondo un report di McKinsey infatti, raggiungerla entro il 2025 porterebbe a un aumento del PIL mondiale di 12 triliardi di dollari.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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