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Oggi è la giornata mondiale della foresta pluviale

La meritoria iniziativa è stata lanciata nel 2017 dall’organizzazione ambientalista Rainforest Partnership

Oggi, come ogni 22 giugno dal 2017, si celebra la giornata mondiale della foresta pluviale.

O, meglio, il World Rainforest Day. Si tratta infatti di un’iniziativa fortemente voluta dall’organizzazione ambientalista statunitense Rainforest Partnership.

La celebrazione non ha ancora un’ufficialità e una visibilità mediatica a livello globale. Ma, vista l’estrema attualità della tematica, l’augurio è quello che presto tutti i cittadini e le istituzioni possano prendere nella massima considerazione il problema della deforestazione.

Scopriamo qualcosa in più sull’iniziativa e sulla condizione attuale delle foreste pluviali.

La giornata mondiale della foresta pluviale

Eccoci dunque giunti al quarto anno del World Rainforest Day, la giornata mondiale della foresta pluviale.

L’idea è nata nel 2017 all’interno di Rainforest Partnership, organizzazione ambientalista con sede ad Austin, in Texas. L’associazione aiuta le comunità della foresta pluviale in Ecuador e Perù a rendersi economicamente autosufficienti. E allo stesso tempo istruisce la popolazione degli Stati Uniti sul ruolo fondamentale che le foreste pluviali svolgono nella protezione del clima.

Rainforest Partnership ha lanciato la giornata mondiale della foresta pluviale per sensibilizzare sull’importanza delle foreste pluviali tropicali e incoraggiare l’azione di ciascuno per prevenire la deforestazione.

giornata mondiale della foresta pluviale

Cos’è una foresta pluviale

Una foresta pluviale è una foresta caratterizzata da elevate precipitazioni. Più precisamente, si considera fluviale una foresta con precipitazioni annue minime comprese tra i 1.750 e i 2.000 millimetri.

Le foreste pluviali sono fondamentali per la sopravvivenza della vita sulla Terra. Oltre a fornire l’acqua dolce che beviamo assorbono l’anidride carbonica, stabilizzano i modelli climatici e forniscono un habitat a più della metà delle specie vegetali e animali del mondo.

Eppure, negli ultimi quarant’anni, stiamo facendo i conti con il massiccio fenomeno della deforestazione. Che ha sottratto alle foreste pluviali tropicali un’area equivalente alle dimensioni dell’intera Europa, ossia un miliardo di ettari.

La foresta amazzonica

La giornata mondiale della foresta pluviale ha il suo simbolo nella foresta amazzonica. Si tratta della più vasta foresta pluviale del mondo: si estende su un’area di sei milioni di chilometri quadrati e tocca nove Paesi.

Secondo i dati FAO, dopo l’indiscriminato disboscamento degli anni Novanta del Novecento, si erano compiuti notevoli passi avanti: se fino al 2000 si contavano 16 milioni di ettari di media l’anno di deforestazione, nel 2010 erano diventati 13 e nel 2015 erano scesi a 6,5.

Le spinte degli ambientalisti, l’attenzione della società civile e della politica avevano portato a un aumento della sensibilità globale, e di conseguenza a una forte riduzione della deforestazione nel mondo.

Purtroppo però, proprio la foresta amazzonica sta dando preoccupanti segnali a partire dal 2018. Da quando il presidente Jair Bolsonaro ha dato il via a politiche di declassificazione per i reati ambientali.

La deforestazione dell’Amazzonia

Nell’Amazzonia brasiliana (circa il 60% dell’intera foresta) si sta dunque assistendo a una nuova crescita del tasso di deforestazione. L’Inpe, l’istituto di ricerca spaziale nazionale brasiliano, ha segnalato come nel mese di marzo del 2020 siano stati disboscati 327 chilometri quadrati di foresta pluviale.

Dati recentissimi, apparsi sul sito della Bbc, sono ben più allarmanti. Nei soli primi dieci giorni del mese scorso, maggio, sono stati disboscati 1.157 chilometri quadrati di foresta pluviale, il 43% in più rispetto a tutto il mese di aprile.

Inoltre è appena iniziata la stagione secca, che dura fino a ottobre. Solitamente è in questo periodo che si raggiunge l’apice del disboscamento, per il taglio degli alberi destinato alle esportazioni (anche sui mercati clandestini). Oltre che per i roghi appiccati allo scopo di creare terreni adatti ai pascoli delle mandrie.

giornata mondiale della foresta pluviale

Le richieste di Bolsonaro

Il 22 aprile scorso, in un prevertice sul clima assieme a Biden, Bolsonaro ha chiesto in modo poco cristallino un aiuto economico, quantificato in 10 miliardi di dollari, per attuare un piano che avrebbe portato alla fine della deforestazione illegale entro il 2030.

Ma gli attivisti protestano. Affermando che solo un terzo di questo miliardo annuo sarebbe destinato alla protezione della foresta pluviale. Il resto finirebbe proprio nelle tasche dei principali responsabili del grave squilibrio ambientale in Amazzonia: cercatori d’oro illegali, accaparratori di terre, allevatori illegali di mandrie, mercenari e avventurieri.

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L'Amazzonia e la foresta
  • Isenburg, Teresa (Autore)

Non solo Amazzonia

La giornata mondiale della foresta pluviale, e più in generale ogni iniziativa che sensibilizzi sull’argomento, è dunque di estrema attualità e importanza.

La situazione non è delicatissima solo nella foresta amazzonica. Lo spiega Antonio Brunori, segretario generale del Pefc Italia, ente di certificazione delle foreste. Che ha detto: “Dopo anni di segnali incoraggianti, ora in alcune aree del mondo c’è una ripartenza del tasso di deforestazione, soprattutto in Africa e in Amazzonia. Alcune Ong russe sostengono che anche gli incendi in Siberia possano essere stati causati per coprire atti di deforestazione illegale. In Africa operatori cinesi stanno sfruttando nel frattempo ettari e ettari di foreste e ora un nuovo problema arriva dall’Indonesia”.

Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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Autore

  • Claudio Bagnasco

    Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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