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Intelligenza artificiale e diritto d’autore: ecco cosa ha detto la Corte di Cassazione

Sull’argomento si è espresso anche il Copyright Office statunitense

Ogni grande ed eclatante novità, si sa, porta con sé suggestive possibilità di cambiamento, e insieme dubbi, timori e polemiche.

Pensiamo alla varietà di discussioni che negli ultimi tempi sta creando l’intelligenza artificiale, in particolar modo ChatGPT (e gli altri chatbot conversazionali).

Viste le straordinarie capacità di apprendere rapidamente e con un buon margine di precisione i linguaggi che vengono loro dati in pasto, questi chatbot stanno facendo tremare le vene ai polsi agli scrittori. O comunque a chi si occupa di redigere testi creativi di qualunque natura.

All’argomento abbiamo dedicato un articolo. Nel quale, tuttavia, ragionavamo sul rapporto tra IA e scrittura da un punto di vista tecnico e, per così dire, morale.

Intelligenza artificiale e diritto d’autore

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Ma quando le questioni sono così importanti da un lato e mobili (cioè dai confini incerti) dall’altro, primo o poi occorre che intervenga una norma univoca. Ovvero, è necessario che une regola, o meglio una legge, disciplini la materia.

Per andare nel concreto: presto il controverso rapporto tra intelligenza artificiale e diritto d’autore (chi è l’autore di un’opera generata tramite un’IA?) troverà una risposta nel Diritto.

Intanto, la Corte di Cassazione ha detto la sua sull’argomento con un’ordinanza. Vediamola più nel dettaglio.

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L’ordinanza della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione si è espressa sul rapporto tra intelligenza artificiale e diritto d’autore con l’ordinanza 1107 del 9 gennaio 2023.

Nella quale ha stabilito che la riproduzione non autorizzata dell’immagine creativa di un fiore (poi vi diremo perché proprio un fiore) costituisce violazione dei diritti d’autore di chi ha realizzato l’immagine, anche nell’ipotesi in cui si sia fatto ricorso nel processo creativo all’utilizzo di un software.

La Corte ha stabilito che il ricorso alla tecnologia digitale per la realizzazione di un’opera non preclude la possibilità di qualificare l’opera come opera d’ingegno. A meno che la tecnologia abbia assorbito l’elaborazione creativa di un artista per realizzare l’opera.

Quindi?

Intelligenza artificiale, diritto d’autore e intervento umano

Occorre distinguere tra opere generate attraverso un’IA con un significativo contributo creativo umano, e opere in cui l’apporto umano è marginale.

Solo nel primo caso l’opera sarà tutelabile secondo le categorie tradizionali del diritto d’autore. E tanto il diritto morale di proprietà dell’opera stessa, quanto i diritti del suo sfruttamento economico, andranno riconosciuti alla persona fisica.

Se il contributo umano è invece minimo, le interpretazioni possibili sono due. Il primo orientamento dice che le opere generate da un’IA senza un contributo umano significativo saranno considerate di pubblico dominio.

Il secondo vuole che, nonostante non si possa considerare l’intelligenza artificiale come autrice dell’opera, essa andrà comunque tutelata. Resta da stabilire, cosa non piccola, a chi spetti questo diritto: all’utilizzatore del sistema di intelligenza artificiale o al programmatore?

L’origine dell’ordinanza

Vi dobbiamo una spiegazione su quel fiore, che è comparso nell’ordinanza della Corte di Cassazione.

Nientemeno che la RAI era stata infatti accusata di aver riprodotto illegittimamente un’immagine che riproduceva un fiore, e di averla diffusa nell’ambito della comunicazione e della messa in onda del Festival di Sanremo del 2016.

L’illegittimità era stata accertata dal Tribunale di Genova e poi confermata in sede di Appello.

E ora, contrariamente a quanto dichiarava la RAI, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è sufficiente che il presunto autore di un’opera sia un software per non parlare di opera di ingegno. Va stabilito, caso per caso, il grado di intervento umano.

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Intanto, negli Stati Uniti…

In Italia, dunque, il rapporto tra intelligenza artificiale e diritto d’autore andrà valutato di volta in volta, proprio in base al “peso” del contributo di un autore umano.

Nel frattempo, il Copyright Office americano ha preso una decisione severa. La scrittrice Kristina Kashtanova ha depositato un racconto scritto da lei ma illustrato utilizzando Midjourney, un software di IA che genera illustrazioni “assorbendo” le descrizioni impostate dall’utente.

Ebbene: il Copyright Office ha accordato la tutela prevista dal diritto d’autore al testo e all’impaginazione del libro, ma lo ha negato alle immagini. Infatti, secondo il Copyright Office, le illustrazioni create con un software di IA generano un risultato inaspettato e non prevedibile per chi lo usa. Un software come Illustrator, per citare un esempio opposto, è un mero strumento di disegno, che riproduce ciò che desidera l’autore.

Ma secondo gli avvocati di Kristina Kashtanova, anche le immagini generate da Midjourney sono un’espressione diretta della creatività dell’autrice.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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