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Google paga Apple per non avere un motore di ricerca?

Le due aziende avrebbero un accordo di non concorrenza

Nuova e sconvolgente class action nel mondo della tecnologia. A quanto pare, Apple ha un raccordo con Google che non le consente di sviluppare il proprio motore di ricerca. Presentata al tribunale della California all’inizio della settimana, la causa sostiene che le due società abbiano un accordo di non concorrenza nel settore della ricerca su Internet. Se così fosse, violerebbero evidentemente le leggi antitrust statunitensi. Ma andiamo a scoprirne qualcosa di più.

Apple e Google accusate di violare le leggi antitrust degli Stati Uniti

Una nuova denuncia colpisce Tim Cook e Sundar Pichai, accusati di partecipare a “regolari riunioni segrete” in cui Google accetta di condividere i suoi profitti con Apple per ricevere un trattamento preferenziale su dispositivi come iPhone e iPad. Ma non è tutto. L’accusa sostiene anche che Google paghi cifre multimiliardarie ad Apple per evitare che la compagnia sviluppi un motore di ricerca concorrente. E anzi, l’accordo di non concorrenza include anche piani per eliminare i concorrenti più piccoli, e acquisirne i potenziali migliori.

Pertanto, la class action chiede un’ingiunzione che vieti l’accordo di non concorrenza tra Google e Apple, la cessazione dell’accordo di condivisione degli utili e del trattamento preferenziale, e la fine dei pagamenti multimiliardari. Inoltre, richiede anche “lo scioglimento di Google in società separate e indipendenti, e lo scioglimento di Apple in società separate e indipendenti in conformità con il precedente dello scioglimento della società Standard Oil in Exxon, Mobile, Conoco, Amoco, Sohio, Chevron e altri“. Una richiesta abbastanza importante, se consideriamo la questione.

D’altronde, non è un segreto che Apple e Google abbiano un accordo monetario che garantisce la posizione di Google come motore di ricerca predefinito sui dispositivi Apple. Certo, nessuno conosce la cifra con precisione, ma tutti sappiamo che si tratta di moltissimi soldi. Nel 2020, ad esempio, il New York Times ha riferito che Apple riceve circa 8/12 miliardi di dollari all’anno. E secondo un analista del settore, nel 2021 la cifra potrebbe aver raggiunto addirittura i 15 miliardi di dollari. Se così fosse, questa rappresenterebbe almeno un quinto delle entrate della compagnia di Cupertino.

Al di là della cifra reale, è evidente che si tratti di una pratica illegale. L’Autorità per la concorrenza e i mercati del Regno Unito ha definito l’accordo una “significativa barriera all’ingresso e all’espansione” per i rivali nel mercato dei motori di ricerca. E ora è l’avvocato Joseph M. Alioto ad aver portato la questione di fronte ad un tribunale di San Francisco. A tal proposito, ha dichiarato: “Queste potenti aziende hanno abusato delle loro dimensioni precludendo e monopolizzando illegalmente i principali mercati che in un sistema altrimenti di libera impresa avrebbero creato posti di lavoro, abbassato i prezzi, aumentato la produzione, ha aggiunto nuovi concorrenti, incoraggiato le innovazioni e aumentato la qualità dei servizi nell’era digitale“.

Dal canto loro, Apple e Google hanno gli strumenti per difendersi. La compagnia di Cupertino può riferire che gli utenti possono selezionare altri motori di ricerca in Safari. Tra questi Bing di Microsoft, Yahoo di Verizon, DuckDuckGo ed Ecosia. Oppure che è già nel business dei motori di ricerca e mantiene un web crawler attivo, chiamato Applebot. Insomma, capi d’accusa e di difesa ce ne sono. Resta solo da vedere come saranno usati in tribunale.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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