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Il 15 luglio dell’assassinio di Gianni Versace, realtà o finzione?

"Reggio è il regno dove è cominciata la favola della mia vita: la sartoria di mia madre, la boutique d'Alta Moda."

Il 15 luglio del 1997, ventitré anni fa, l’industria della moda e il mondo dello spettacolo hanno dovuto affrontare una delle tragedie più dolorose: la morte del famoso stilista italiano Gianni Versace.

Era andato a comprare il giornale e, al suo ritorno, due colpi di pistola hanno trafitto il suo corpo sugli scalini della sua abitazione a Miami Beach. Viene dichiarato morto, in seguito, al Jackson Memorial Hospital di Miami.

Nonostante siano già passati più di vent’anni dalla tragica morte, molte sono le domande lasciate in sospeso e a cui, probabilmente, non avremo risposta. Una serie tenta però di rimettere insieme i pezzi del puzzle. Stiamo parlando della seconda stagione di American Crime Story, intitolata proprio L’assassinio di Gianni Versace.

Si tratta della realtà oppure no?

American Crime Story e Gianni Versace

Gianni-Versace-Donatella-1992-Tech-PrincessAmerican Crime Story è una serie televisiva antologica statunitense e ogni stagione si presenta come una miniserie autonoma. Ciascuna di esse narra le vicende legate ad un noto caso giudiziario e di cronaca nera che ha avuto un forte impatto nello scenario americano.

La stagione è ispirata ad un particolare libro chiamato Il Caso Versace: La storia, i protagonisti, il mistero, scritto dalla famosa giornalista Maureen Orth. Ciò che dobbiamo tenere a mente è che questo libro si basa principalmente su pettegolezzi e gossip dell’epoca, non va ad analizzare a fondo l’intera vicenda.

Le recensioni a riguardo non sono positive ma procediamo con la stagione di American Crime Story.

La serie, da un punto di vista esterno e al di fuori del tema affrontato, è ben realizzata. Vediamo un ottimo cast, con Édgar Ramírez nei panni di Versace, Penélope Cruz in quelli di sua sorella Donatella e Ricky Martin nei panni del compagno di Versace, Antonio d’Amico.

Inoltre è presente anche la stella di Glee, Darrenn Criss nei panni dell’assassino Andrew Cunanan.

Gli attori fanno del loro meglio per portare onore ai personaggi che interpretano e ci riescono alla grande, in particolare Darrenn Criss e la signorina Penélope Cruz, che interpreta divinamente la sorella dello stilista.

Non conoscevo molto bene la vicenda quindi ammetto che la serie, a primo impatto, è stata molto interessante. All’interno della storia troviamo numerosi flashback che fungono da supporto allo spettatore per comprendere meglio alcune vicende, come la relazione tra Versace e il suo assassino.

Ci aiutano anche a comprendere la vita di Cununan e di come Versace abbia fatto sua l’industria della moda. Nonostante sia stata realizzata molto bene, ho comunque avuto parecchie difficoltà nel comprendere determinate situazioni. Oltretutto alcuni episodi davano più spazio Cununan che a Versace, il vero protagonista.

Posso però affermare di aver apprezzato molto il modo in cui i produttori rappresentano il rapporto fraterno tra Gianni e Donatella.

Si vede quanto Gianni volesse bene a sua sorella e fosse disposto a sostenerla in qualsiasi caso. Vediamo poi la pressione dell’industria della moda nei suoi confronti.

Vogliono che lei sia all’altezza del fratello e Donatella si sente appesantita. Lui però c’è sempre, e non smette mai di metterla in luce. Ho adorato molto la puntata in cui Donatella, al 100esimo anniversario di Vogue nel 1992, sfoggia il suo vestito originale di pelle e metallo.

C’è qualcosa che non quadra

Adesso andiamo ad analizzare quanto c’è di vero in questa serie tv. La curiosità è la mia migliore amica, lo sapete, e per questo mi sono informata. Ho iniziato a cercare articoli su Versace, eventuali commenti da parte dei suoi famigliari e ho voluto capire quanto fosse stata coinvolta la famiglia nella serie.

La risposta? Sconcertante. Innanzitutto la serie non è stata approvata né autorizzata dalla famiglia dello stilista. La prima a parlare è stata sua sorella Donatella la quale ha dichiarato che nessun componente della famiglia ha collaborato alla realizzazione di questa seconda stagione.

Inoltre miss Versace sostiene che il libro su cui è basata la serie, non rappresenta in alcun modo la realtà. E lo stesso è stato detto nei confronti della serie, la donna ha infatti confermato che questa stagione è un lavoro di fantasia.

Un altro membro della famiglia Versace che si è chiamato fuori dalla serie, è proprio il compagno dello stilista: Antonio d’Amico. Oltre ad aver definito ridicola la serie, l’uomo ha voluto commentare una particolare scena. Si tratta di quella in cui Ricky Martin, che interpreta d’Amico, abbraccia il corpo morente di Gianni.

D’Amico si è ritenuto offeso da questa rappresentazione, dichiarando che quel fatidico 15 luglio 1997 le cose sono andate diversamente. L’uomo ha svelato che quel giorno si trovava in veranda e mentre sorseggiava una tazza di caffè, sentì improvvisamente degli spari che lo pietrificarono.

Andrew Cununan, l’assassino di Gianni Versace

D’Amico però continua a fare delle affermazioni interessanti. Nella serie ci mostrano che Andrew Cununan è l’assassino di Versace ed è così anche nella realtà. La polizia di Miami infatti trova il corpo senza vita dell’uomo, apparentemente suicida, su una casa galleggiante nella baia.

Accanto a lui poi trovarono la stessa pistola utilizzata per uccidere lo stilista.

La serie ci mostra poi un dettaglio importante, ovvero il fatto che assassino e vittima si conoscessero. Da quel momento, lo stilista è diventato una vera e propria ossessione per il ragazzo che, tra le tante cose, soffriva di diversi disturbi mentali e si sentiva represso in quanto gay.

Cununan faceva parte della lista dei ricercati più pericolosi degli Stati Uniti e l’FBI lo stava cercando. Prima della sua morte avvenuta il 23 luglio 1997, il ragazzo aveva già commesso quattro omicidi prima di assassinare Versace.

Questo dettaglio, questo fantomatico incontro tra i due in realtà non c’è mai stato. Versace non conosceva minimamente il suo assassino, ad affermarlo è il suo compagno Antonio. Oltretutto ci sono molte teorie riguardo la morte di Cununan, secondo alcune fonti in realtà Cununan fu assassinato. Ancora oggi non sappiamo quale sia la verità.

Se i due si fossero effettivamente conosciuti, mi sento di dire che la versione rappresentata nella serie avrebbe avuto senso. L’assassino soffriva di disturbi mentali, tra cui psicopatia e disturbo di personalità, e il rifiuto di Versace – nella serie – lo aveva in qualche modo scombussolato ancora di più.

Da quanto affermato qualche anno fa da Antonio d’Amico, però, i due non si sono mai conosciuti di persona. Adesso, la domanda che mi sorge spontanea è: se Gianni Versace non conosceva il suo assassino, per quale motivo Cununan lo ha ucciso?

So che è sciocco chiedersi una cosa simile. Perché un assassino uccide? Assurdo, lo so. Non smetto però di pensare che oggi potremmo ancora ammirare le creazioni di Versace, di quel ragazzino che si avvicinò al mondo della moda grazie all’atelier della madre.

L’icona della moda, dello stile e dello spettacolo

Gianni-Versace-Tech-Princess

Che sia morto per uno strano scherzo del destino o per un motivo bello e buono, purtroppo non lo sapremo mai. Le risposte sono lontane, seppellite sotto macerie e polvere. La serie però riesce a fare una cosa interessante, far luce sul genio creativo di Gianni Versace.

L’uomo era unico nel suo genere. La sua arte conquistò migliaia di persone, l’industria della moda e dello spettacolo. Volti famosi, come Elton John o la deliziosa Lady Diana, amavano le sue creazioni, il suo spiccato senso dello stile, l’eleganza di Versace.

Erano suoi cari amici e la sua morte, ha portato un intenso velo di tristezza nella loro vita e nel mondo.

Molte modelle, poi, devono a lui la loro fama. Ognuna di loro ebbe la fortuna e l’onore di vestire i capi dello stilista italiano tra cui Linda Evangelista, Naomi Campbell e Carla Bruni.

Versace ha portato fantasia e libertà nel mondo della moda. Ha permesso al pubblico di conoscerlo e apprezzarlo così com’era, fiero di sé stesso e della sua arte. Lo stilista ha reinventato il mondo della moda e l’ha fatto suo.

Quel 15 luglio 1997, quel dannatissimo giorno, il mondo ha perso qualcosa di grande, unico e che non riavrà mai più indietro.

 

 

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Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

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