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La recensione di Google Pixel 6 Pro: il top di gamma che stavate cercando

Abbiamo messo alla prova il nuovo top di gamma di Google e non ci ha affatto delusi

Con Google Pixel 6 Pro è stato amore a prima vista. Il design originale, i bordi curvi del display e la pulizia dell’interfaccia sono riusciti a conquistarci in una manciata di minuti.
E poi, lo ammettiamo, i Pixel ci mancavano.
Lo scorso anno infatti Big G aveva deciso di non portare in Italia Pixel 5, prolungando la vita di Pixel 4 e 4a. Una scelta tutto sommato comprensibile: in fondo l’Italia non è il miglior mercato per gli smartphone di Google, senza contare che la crisi del chip ha reso la produzione particolarmente difficoltosa.
Con la serie 6 però Google torna su suoi passi, regalando al Bel Paese entrambe le versioni – Pixel 6 e 6 Pro – nella colorazione nero tempesta.

Ma cosa c’è di nuovo? Come si comporta il top di gamma di Mountain View nella quotidianità? Ve lo raccontiamo in questa recensione di Google Pixel 6 Pro.

Benvenuto, Tensor!

Google Tensor

La novità più grande di questo smartphone è invisibile. O meglio, è dentro.
Pixel 6 e 6 Pro sono i primi smartphone di Google ad adottare il primo processore di Google: Tensor.
Non si tratta certo di una scelta insolita. In fondo Apple produce le sue CPU, Samsung anche, Huawei pure e persino Oppo ha iniziato a muoversi nel mondo dei chip.
Quindi cosa cambia? Perché è importante?
Dal punto di vista meramente prestazionale non noterete cambiamenti evidenti. Google Pixel 6 Pro è più reattivo di Pixel 4 e 4 XL, probabilmente lo è anche più di Pixel 5, e in più è progettato per premere l’acceleratore sulle prestazioni grafiche. Questo vi permette di usarlo per qualsiasi attività: navigare, gestire le email, guardare un film o una serie tv, editare una foto, giocare ai videogiochi… Non c’è niente che Tensor e i 12 GB di RAM non vi permettano di fare.

Google Pixel 6 Pro recensione prestazioni

Questo però potevamo forse darlo un po’ per scontato.
Prima di tutto perché l’hardware degli smartphone è tendenzialmente sovradimensionato rispetto a quello che ci facciamo abitualmente. E, in secondo luogo, perché Google non avrebbe mai presentato al mondo un telefono e un processore incapaci di gestire la quotidianità.
Quindi, tornando alla domanda di prima, perché Tensor è importante?
Perché è progettato per il machine learning, l’intelligenza artificiale e le applicazioni legate al riconoscimento vocale. Tutto questo per far sì che buona parte delle operazioni che richiedono queste tecnologie venga svolta dentro lo smartphone e in tempi rapidissimi.
A questa categoria di funzioni appartengono la dettatura vocale avanzata e le funzioni di traduzione in tempo reale. Ad esempio, possiamo aprire l’app fotocamera, selezionare Google Lens, inquadrare un testo in altra lingua e visualizzare la traduzione in tempo reale.
Potete anche dirgli “Ehi Google, fammi da interprete” e lui si prepara a tradurre in intera conversazione. Sempre in tempo reale.
Oppure ancora, possiamo guardare un video in inglese con Pixel 6 Pro che genere i sottotitoli in italiano, con un ritardo di pochissimi millisecondi, e tradurre i messaggi in un attimo, sia dentro l’app Messaggi sia su app di terze parti come Instagram e WhatsApp.

Google Pixel 6 Pro e la traduzione in tempo reale
La traduzione con Google Lens

Tensor include anche un core dedicato alla sicurezza che lavora insieme al chip Titan M2, anch’esso dedicato alla sicurezza. Ad affiancarli troviamo anche soluzioni software per la protezione dei dati. Prima di tutto le informazioni sensibili, come le traduzioni, vengono salvate solo sullo smartphone; in secondo luogo troviamo antiphishing e antimalware integrati nel sistema, oltre alle dashboard di sicurezza e privacy che, tra le altre cose, possono dirvi quali applicazioni hanno usato determinati permessi e quando. Ci sono poi i toggle per disattivare rapidamente l’accesso a camera e microfono e l’app Emergenza ,che include i contatti utili, la possibilità di condividere la posizione e il riconoscimento degli incidenti d’auto. Infine abbiamo 5 anni di aggiornamenti di sistema garantiti.

Google Pixel 6 Pro recensione: la fotocamera

Google Pixel 6 Pro recensione fotocamera

Pixel 6 Pro si presenta con una fotocamera frontale da 11.1 megapixel mentre sul retro abbiamo un sensore principale da 50 megapixel, il teleobiettivo con zoom ottico 4x da 48 megapixel e un ultragrandangolare da 12 megapixel.
Il comparto fotografico è da sempre una caratteristica distintiva dei Pixel e il 6 Pro non fa assolutamente eccezione.

Il sensore principale svolge un lavoro davvero notevolissimo: le foto sono definite, prive di aberrazione cromatica e con una resa del colore davvero molto buona. Anche al buio il risultato è più che soddisfacente: riesce ad illuminare bene senza però generare disturbo o sfalsare i colori.

Promosso anche lo zoom ottico 4x, che mantiene davvero una buona qualità dei dettagli, mentre risulta meno sorprendente il grandangolo, che garantisce versatilità ma non si discosta molto da quanto offerto da altrei smartphone della medesima fascia.

La fotocamera prevede anche due funzionalità scenografiche ma difficili da padroneggiare. Il panning tiene a fuoco il soggetto e poi crea l’effetto “mosso” su tutto il resto della foto, per dare la sensazione del movimento. Se non avete grande controllo sul soggetto non è facilissimo scattare la foto giusta ma quando ci riuscite l’effetto è davvero notevole.
L’esposizione lunga invece vi permette di creare l’effetto scia, particolarmente d’impatto su una strada molto trafficata, ma dovete cogliere l’attimo.

Sensore principale

Immagine 1 di 11

Oltre a catturare ottimi scatti, potete contare anche sull’app Foto per qualche modifica rapida tra cui la nuova funzionalità Gomma Magica che vi aiuta ad eliminare oggetti e persone rapidamente. E lo fa da sola, nel senso che appena avviate lo strumento analizza la foto e vi dice cosa potreste eliminare. Se non siete d’accordo potete cerchiare voi l’elemento da cancellare e poi il software farà il resto.

Sul fronte video abbiamo riprese in 4K a 60 fps. La stabilizzazione funziona piuttosto bene e la qualità è buona ma forse non la migliore del mercato. Potete girare video in 4K anche a 2x ma sappiate che il risultato non è particolarmente convincente. Anche al buio si genera un po’ di disturbo e la resa quindi non è ottimale.

Android 12 e l’interfaccia Material You

A bordo abbiamo Android 12 con la Material You, la nuova interfaccia di Google. A noi è piaciuta parecchio perché è intuitiva, moderna e pulita.

Porta con sé qualche novità anche in termini di funzionalità. Ad esempio, adesso potete creare dei temi personalizzati basati sull’immagine di sfondo, con i colori delle impostazioni e le icone che cambiano aspetto. E il tema cambia anche le icone.
Ci sono poi tutte le novità legate alla sicurezza menzionate poco sopra e una ricerca migliorata. Adesso potete, ad esempio, cercare una persona per trovare rapidamente sia il contatto sia le chat che avete in corso. Oppure potete cercare funzioni specifiche dentro le app. Ad esempio, potete digitare “Sveglia” invece di aprire l’app dell’orologio e cercare la sveglia. Sembra un piccolo accorgimento ma vi aiuta a risparmiare tempo nel quotidiano.

La recensione di Google Pixel 6 Pro: display e design

Google Pixel 6 Pro recensione display

Che altro possiamo dire di Pixel 6 Pro? Si presenta con un display da 6,7 pollici con bordi curvi e una frequenza di aggiornamento dinamica che va da 10 a 120 Hz.
Questo gli permette di darvi il massimo della fluidità quando ne avete bisogno e di risparmiare batteria quando invece non state usando lo smartphone.
I colori sono vividi e brillanti, sotto il sole si comporta molto bene ed è davvero un piacere usarlo.

Sotto il display abbiamo il lettore d’impronte che però risulta un po’ meno reattivo del previsto. Per altro è l’unico metodo di sblocco biometrico poiché non è previsto quello con il volto.

Google Pixel 6 Pro recensione design

Sul retro invece abbiamo il modulo fotocamera contenuto all’interno di questa striscia nera leggermente rialzata, con due diverse tonalità di grigio. Forse questa colorazione è quella che rende un po’ meno giustizia ad un design decisamente originale.
La back cover è in vetro, il Gorilla Glass Victus, e ha un discreto trattamento oleofobico.
Abbiamo anche la certificazione IP68 per la resistenza ad acqua e polvere.

Autonomia

Sulla parte inferiore del device troviamo e il connettore USB-C che potete usare per la ricarica rapida fino a 30 watt.
Per sfruttarla avrete bisogno dell’apposito alimentatore, che non è incluso nella confezione e che vi porta da 0 al 50% in 30 minuti. Discreto ma non il top della categoria.

E l’autonomia? Non è affatto male: i 5.000 mAh della batteria vi permettono di coprire una giornata di utilizzo senza difficoltà.

La recensione di Google Pixel 6 Pro: conclusioni

Google Pixel 6 Pro è in vendita a 899 € nella versione 12/128 GB e con la colorazione nero tempesta.
Vale questa cifra? Secondo noi sì. Ha qualche piccola mancanza, come lo sblocco con il volto, il lettore d’impronte non velocissimo e la ricarica rapida che non è poi così rapida, ma potete contare su un display eccellente, prestazioni ottime, una fotocamera che dà del filo da torcere a tutta la concorrenza e un software ben studiato e calibrato perché è il software di Google su un telefono di Google con il chip di Google.
Siamo curiosi di scoprire che altro faranno con Tensor ma, nell’attesa, è assolutamente promosso.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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