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Influencer: ecco come e perché gli italiani li seguono

Ce lo dice una ricerca di Toluna

Del rapporto tra influencer e gli italiani ci siamo occupati, in questi ultimi mesi, in due articoli.

Nel primo vi abbiamo mostrato gli esiti di una ricerca di DeRev sui compensi degli influencer nel nostro Paese. E abbiamo scoperto che lo spettro dei guadagni è davvero ampio. Se infatti chi ha meno di 50.000 follower per un post su Facebook riceve circa 150 euro, chi di seguaci ne ha più di un milione può mettersi in tasca, per un solo contenuto su YouTube, anche oltre 80.000 euro. Il giro di affari complessivo a fine 2022 ammonterà a circa 335 milioni di euro.

Nel secondo e più recente articolo vi abbiamo dato conto, addirittura, della nascita di Assoinfluencer, il primo sindacato di categoria.

Oggi vi parleremo di una ricerca di Toluna, che fa chiarezza sul rapporto tra gli influencer e gli italiani. Come e perché, nel nostro Paese, le figure degli influencer sono seguite?

Toluna Italiani e influencer Acquisti
Credits: Toluna

Gli influencer e gli italiani: la ricerca di Toluna

La ricerca è stata condotta da Toluna in collaborazione con UPA (Utenti Pubblicità Associati), associazione che riunisce le più importanti aziende che investono in comunicazione pubblicitaria in Italia. Toluna è leader nel digital market research e nel fornire insights agili sui consumatori.

Per il sondaggio, che ha avuto luogo nel mese di settembre, sono state intervistate 1.000 persone. L’indagine mirava a mettere in luce il rapporto tra gli influencer e gli italiani. Ecco gli esiti.

L’impatto degli influencer sugli italiani

Nella ricerca di Toluna si legge: “Il potenziale degli influencer sembra enorme – ma è realmente così come appare? Cosa pensano gli italiani degli influencer? Come si rapportano con loro? Davvero queste figure sono in grado di condizionarne le decisioni?”

Una prima risposta ci arriva da quanti influencer segue ogni italiano.

Il campione degli intervistati per il 60% ha dichiarato di seguire dai 2 ai 5 influencer, mentre il 20% ne segue addirittura 10 o più.

La discriminante è in questo caso anagrafica, perché la percentuale di chi fluttua tra più influencer sale con l’abbassarsi dell’età. Sino ad arrivare al 32% per gli under 24.

Come nasce il seguito di un influencer?

Ma come ha origine, almeno tra i follower italiani, il rapporto di fiducia con un influencer?

Sono i social network a farla da padrona: lì si conoscono gli influencer e lì, principalmente, li si continua a seguire.

Infatti il 69% del campione ha visto il proprio influencer per la prima volta su uno o più social. E sulle stesse piattaforme l’81% degli intervistati continua a seguirne le, per così dire, gesta.

Tuttavia, circa un terzo dei partecipanti al sondaggio ha conosciuto gli influencer grazie ad altri canali, come la televisione, i podcast o gli eventi sportivi. E – altro dato importante – il 40% degli italiani segue gli influencer su diversi canali, istituendo così un profondo patto di fedeltà.

Perché si diventa follower?

Dopo il come, il perché: per quale motivo gli italiani seguono gli influencer? Insomma: perché in Italia si diventa follower?

In questo caso i social network perdono la loro centralità. Perché se è vero che il 34% degli italiani decide di seguire un determinato influencer perché appare nel proprio social preferito, ecco che addirittura il 69% indica come motivo per diventare un follower i temi trattati.

La dimostrazione di una certa autonomia degli italiani dai social nella scelta degli influencer è sottolineata da Eliza Frascaro, Head of Research Southern Europe & MEA Toluna. Frascaro ha detto: “La ricerca conferma che i contenuti, la loro qualità, la cura con cui vengono realizzati e gli argomenti che affrontano hanno un peso rilevante nella decisione di seguire un influencer. Molto più importanti, ad esempio, rispetto a caratteristiche quali la notorietà del personaggio o il numero dei follower”.

Le tipologie di influencer

Quali influencer attraggono gli italiani? Secondo la ricerca condotta da Toluna, circa un terzo degli intervistati (33%) opta per i divulgatori di informazioni. E il 28% (ma la percentuale cresce tra i giovanissimi) predilige gli entertainers.

Il primato degli influencer che divulgano informazioni ribadisce una certa maturità del pubblico italiano.

Non solo marketing

Il 49% degli intervistati ha dichiarato di aver acquistato prodotti e servizi proposti da influencer. Una percentuale appena inferiore (il 47%) comprerebbe i prodotti di un brand creato dall’influencer stesso. Oltre a essere dei testimonial di prodotti, per gli italiani gli influencer sono anche figure che permettono di conoscere nuovi brand (76%), stare al passo con le tendenze (62%) e provare cose nuove (62%).

Quindi la presa degli influencer sugli italiani va ben oltre il puro marketing. Per i follower italiani sono anche divulgatori di informazioni utili (57%) e fonte di ispirazione per migliorare il proprio stile di vita (53%). Infine, un italiano su cinque afferma nientemeno di aver cambiato la propria opinione dopo aver sentito quella di influencer su temi cruciali come il riscaldamento globale, le disuguaglianze e i diritti di minoranze e animali.

Anche in questo caso c’è il commento di Eliza Fracaro. Che aggiunge ulteriori percentuali: “In alcuni casi, se vogliamo un po’ estremi ma non banali, si crea una sorta di amicizia, come conferma il 33% degli intervistati. L’influencer è per il 27% qualcuno da imitare, mentre il 29% sostiene che voterebbe il proprio preferito se questo si candidasse in politica. Il rapporto, insomma, va ben oltre il semplice acquisto: tra influencer e follower si crea una vera e propria relazione personale”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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