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Green pass obbligatorio per votare alle elezioni europee? La bufala della settimana

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Non più tardi della scorsa settimana notavamo un curioso, e quasi anacronistico, ritorno delle fake news di ispirazione complottista sui (o meglio contro) i vaccini anti Covid.

L’ultima occasione in ordine di tempo è stata fornita dal fatto che AstraZeneca ha ritirato dal mercato il suo siero Vaxzevria. Nelle scorse ore è circolata sui social un’ulteriore bizzarra notizia, basata su un altro dei capisaldi dei no vax: il green pass. Vediamo di cosa si tratta.

Green pass obbligatorio per votare alle elezioni europee?

Come tutti sappiamo, nei 27 Paesi membri dell’Ue dal 6 al 9 giugno prossimi (ma per i cittadini italiani nei soli giorni di sabato 8 e domenica 9) si voterà per eleggere i 76 membri del Parlamento europeo.

Potranno votare tutti i cittadini italiani che abbiamo compiuto 18 anni. Ma non finirebbe qui. Perché sui social, dicevamo, è circolata un’inquietante comunicazione: sarà obbligatorio il green pass per votare alle elezioni europee.

Come è facile immaginare, la pseudonotizia è stata diffusa con messaggi non proprio in punta di penna. Un esempio: “Volevo dire a questa letamaia chiamata Europa e a tutti i politicanti che ne fanno parte specialmente i nostri rappresentanti italiani, mi dispiace ma il 9 giugno non potrò votare perché non sono vaccinato e non ho il green pass.”

Quindi? C’è qualcosa di vero?

La bufala del green pass per votare alle elezioni europee

Per una volta, la fake news in questione è sbugiardabile all’istante. Semplicemente ricordando che il green pass non è più obbligatorio negli edifici pubblici a partire dal 1° maggio 2022.

Inoltre, come leggiamo nella pagina di faq dedicata al voto in Italia per le europee, “per poter esercitare il diritto di voto presso l’ufficio elettorale di sezione nelle cui liste si risulta iscritti, si dovranno esibire un documento di riconoscimento valido e la tessera elettorale.”

Un curioso ibrido

Dicevamo che la bufala del green pass obbligatorio alle elezioni europee è in fondo un ibrido.

Perché da un lato riporta a galla annosi discorsi sulla congruità o meno del green pass. Ma dall’altra dà libero sfogo a sentimenti antieuropeisti.

Come possiamo leggere da un commento a uno di questi post, individuato dai colleghi di Open (maiuscole nell’originale): “DOBBIAMO provocare la più grande ASTENZIONE della storia italiana. A Bruxelles dovranno capire che ‘questa’ Europa NON È ROBA NOSTRA. Anzi, che NON ci interessa proprio! E di conseguenza NON andremo a votare. Perché NON vogliamo votare. NON si può, e NON dobbiamo ‘legittimare’ questa manica di CORROTTI e INCAPACI, che sicuramente TRADIRANNO il Mandato Popolare. E parlo di TUTTI…!! (Destra – Sinistra – Centro…) Oramai abbiamo capito che, arrivato il momento di tradire l’interesse italiano, sono tutti U.GUA.LI…!! (Purtroppo) Certamente qualcuno mi dirà che c’è qualche persona onesta che si potrebbe scegliere. E sono d’accordo! Però, 3 o 4 ‘onesti’ NON cambieranno MAI quell’ ‘ASSURDO e PE.RI.CO.LO.SO BARACCONE’ chiamato Unione Europea. MEGLIO una ‘bella delegittimazione’ in blocco. ESAUTORARE proprio tutto questo benedetto parlamento europeo, totalmente RIDICOLO, COSTOSO, INUTILE e soprattutto anti-italiano! PS: Alle Europee, #iononvotopiu.”

Il green pass globale

A essere precisi, l’idea di green pass non è stata del tutto archiviata.

Nel mese di marzo in realtà è tornato a far parlare di sé il green pass europeo, o green pass globale. Si tratta di un libretto sanitario elettronico, verificabile e accettato in tutto il mondo, contenente i dati sulla certificazione vaccinale.

Il green pass globale nasce da  un accordo tra l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unione europea del giugno 2023. Per gli Stati membri l’adesione è volontaria.

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La posizione dell’Italia

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha liquidato con poche e inequivocabili parole l’ipotesi dell’adesione del nostro Paese al green pass globale.

Schillaci ha dichiarato lo scorso 5 marzo: “A seguito dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto-legge del 26 febbraio, ritengo utile precisare che il Governo non ha alcuna intenzione di aderire al cosiddetto ‘green pass globale’ dell’OMS. In sede di conversione del decreto-legge, verrà presentato un emendamento per riformulare il testo e ricondurre la norma agli obiettivi PNRR in tema di salute, a partire dalla piena operatività del fascicolo sanitario elettronico.”

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