I Finanzieri del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche hanno concluso un’importante operazione: sono riusciti a sgominare la banda che vendeva green pass falsi su Telegram, al prezzo di 100 euro. I venditori promettevano ai clienti green pass autentici, con tanto di codici QR idonei a superare i controlli imposti dalle leggi. Scopriamo insieme tutti i dettagli e in che modo il team ha conquistato questo traguardo.
Sgominata la banda che vendeva Green Pass falsi
Nell’ambito di un’indagine del IV Dipartimento (Frodi e Tutela del Consumatore – Cybercrime) della Procura della Repubblica di Milano, coordinata dal Procuratore Aggiunto Eugenio Fusco e diretta dai Sostituti Procuratori Bianca Maria Baj Macario e Maura Ripamonti, i Finanzieri del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche hanno contrastato il fenomeno delle truffe dei green pass falsi.
Grazie ad alcuni strumenti di investigazione bot e avatar e alla collaborazione di un team di investigazioni informatiche di Group-IB, il team è riuscito ad identificare gli amministratori dell’account Telegram. In tutto ciò è necessario anche sottolineare le incredibili tecniche di indagine dei militari della Guardia di Finanza, che hanno contribuito alla missione.
Come accennato poco fa, i colpevoli promettevano ai loro clienti dei green pass autentici, con tanto di codice QR funzionante. Inoltre offrivano loro la formula “soddisfatti o rimborsati” richiedendo, poi, il pagamento in criptovalute.
Le indagini hanno permesso di scoprire l’identità dei membri dell’account e di costruire anche la rete di clienti. Fondamentale per la ricerca sono state le immagini di documenti di identità e tessere sanitarie dei famosi clienti. Molti di loro infatti sono stati attratti dall’idea di avere un green pass in modo semplice e per questo hanno inviato i loro dati personali a questi sconosciuti, mettendo seriamente a rischio la loro sicurezza.
