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#celebstories: Carl Fogarty

Le foto al grande Carl “The King” Fogarty in una giornata d’agosto molto british

Mentre il pilota del nostro volo ci annuncia che da lì a poco saremo atterrati all’aeroporto di Birmingham, il panorama che scorre sotto di noi si presenta come un’infinita distesa di collinette ricoperte di erba verde smeraldo. Una pioggerella fine, molto british, rinfresca l’aria di quel giorno di agosto del 2008.

Fuori dall’aeroporto ci sta aspettando il van, al cui interno c’è il nostro assistente e l’attrezzatura noleggiata dalla produzione per affrontare lo shooting.

Fogarty moto

Nostro compagno di viaggio è l’ex caporedattore (e poi direttore) di Riders, Moreno Pisto. Moreno non è solo un giornalista ma anche un grande appassionato di personaggi eclettici, su cui ha scritto e pubblicato con successo diverse biografie. Bene! Sarebbe stata la penna perfetta per la narrazione che avremmo dovuto affrontare.

Si parte in direzione Blackburn, città del Lancashire.

La targhetta sotto il campanello della villa, dispersa nel nulla della campagna inglese, riporta un nome importante: Fogarty. Sì, proprio lui. Il pilota che durante la sua carriera ha avuto una notorietà internazionale superiore a quella del nostro Valentino Rossi.

Avremmo scattato le nostre foto a Carl Fogarty, mito e fenomeno indiscusso del motociclismo per la categoria Superbike. Personaggio di un tale calibro che il comune della sua città natale ha pensato di dedicargli una via.

Fogarty backstage
dal backstage

Chi è Carl Fogarty

Eh sì, mito e fenomeno indiscusso. Perché Carl Fogarty, figlio d’arte, è stato quattro volte campione del mondo in Superbike. Mai nessuno ha vinto tanto quanto lui nella categoria, ed è per questo che Fogarty si è guadagnato il soprannome di The King.

E che stile di guida, ragazzi! Aggressivo ma sempre controllato. Peccato per quel maledetto incidente al gran premio d’Australia. Era il 25 aprile del 2000. Carl, dopo la frattura dell’omero del braccio sinistro, ha tentato in tutti i modi di tornare al professionismo, ma i problemi di recupero della funzionalità dell’arto lo hanno costretto a dire addio alle gare troppo presto.

Carl Fogarty dune buggy

Carl Fogarty: foto, motori e… sana follia

Ma torniamo nel Lancashire. È sua moglie ad aprirci la porta, ad  accoglierci e a farci accomodare in sala, ad attendere Carl “King” Fogarty. Mentre aspettiamo, i nostri occhi non riescono a scollarsi da una nicchia ricavata nel muro, costruita appositamente per accogliere la sua Ducati numero 2, moto con la quale il grande pilota vinse il suo primo titolo di Superbike nel 1994.

Subito i nostri pensieri convergono lì: come poter sfruttare quella nicchia e quella moto per le nostre foto a Carl Fogarty?

Ed ecco che arriva Foggy, come lo chiamano tutti. E noi, dopo le presentazioni, saggiamo immediatamente la sua disponibilità a montare in sella a quel gioiello. L’intento è quello di dar vita a un’immagine iconica, capace di mostrare in un ritratto il connubio simbiotico perfetto tra uomo e macchina. La statua del centauro.

Detto, fatto: Fogarty accetta e cominciamo lo shooting.

La prima foto vola via facile, e mentre Moreno comincia l’intervista noi girovaghiamo curiosi all’esterno della villa per cercare altri scorci per continuare il servizio.

Beh, le scenografie non mancano di certo. Un box enorme accoglie una serie di props degni delle più grandi produzioni hollywoodiane: una dune buggy da sabbia e sterrato, diverse moto da fuoristrada, caschi e tute da gara a profusione. Ragazzi, siamo nella casa non solo di un campione, ma pure di un autentico fanatico delle corse.

backstage famiglia Fogarty Max&Douglas
dal backstage

E infatti Carl ci spiega di essersi fatto costruire proprio accanto alla villa una pista da cross, per poter girare con i suoi mezzi e per tenersi in allenamento. Lì trascorre diverse ore della sua giornata, ed è ben felice di mostrarci quanto la sua sana follia sia ancora parte integrante di lui.

Fogarty è sicuramente una personalità dirompente ed eclettica. Ma la caratteristica fisica che lo contraddistingue, e che ci colpisce da ritrattisti, è la potenza del suo sguardo. Fotografare un soggetto come lui è una faccenda complicata e allo stesso tempo eccitante. Spesso paragoniamo il rapporto tra ritrattista e soggetto a quello di una coppia di danzatori: se da un lato bisogna essere capaci di far sentire sempre il proprio partner al sicuro, dall’altra è necessario riuscire a tenere il ritmo senza essere soggiogati dall’altrui irruenza.

E così le foto a Carl Fogarty si susseguono, e il risultato ci convince. Ok: lavoro finito, servizio realizzato, tutti contenti. No, aspetta. Perché non facciamo anche un ritratto di famiglia?

Carl vuole essere  immortalato con suoi più cari affetti. Oltre a sua moglie, nella foto pretende che appaia anche il suo cagnolino, compagno fedele.

Ora però c’è da rientrare in fretta in aeroporto: qui si rischia di perdere il volo. Come spesso capita in simili trasferte, il volo di rientro è il momento in cui si controllano le immagini realizzate.

E in cui si riflette su quanto sia bello e da privilegiati  il nostro lavoro, che ci dà l’opportunità di entrare per qualche ora nella vita di personaggi straordinari, che con la loro personalità e le loro imprese sono stati capaci di scrivere un piccolo pezzo di storia.

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