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Cos’è successo ad Abu Dhabi? Come Max Verstappen si è laureato Campione del Mondo

Cosa è davvero successo ad Abu Dhabi? Come Max Verstappen ha battuto Lewis Hamilton regalandoci il Mondiale più bello (e controverso) degli ultimi decenni

Ormai la notizia ha fatto il giro del mondo: Max Verstappen è il Campione del Mondo della stagione 2021 di Formula 1. Una vittoria cercata, voluta, desiderata più di ogni altra cosa dal giovane pilota olandese, arrivata dopo una gara folle come folle è stata l’intera stagione, con una sfida a tutto campo contro uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, il vorace Lewis Hamilton a cui sfugge l’ottavo titolo, quello dei record. Un trionfo meritato, quello di Verstappen? Oppure è arrivato in modo sporco e cattivo? Vediamo cosa è successo ieri, e come Max Verstappen è arrivato alla sua prima gioia iridata.

Cosa è successo ieri a Yas Marina? L’ultima sfida tra Max Verstappen e Lewis Hamilton

Il mondo si è diviso, tra chi esulta e chi protesta. La realtà, secondo me, è che Max Verstappen meriti al 100% il suo primo titolo mondiale, il primo di una lunga serie (Red Bull permettendo). Il climax di un finale incredibile ad un Mondiale pazzesco, forse irripetibile, però, è stato sporcato da delle decisioni confusionarie e sommarie prese dalla Direzione Gara, da quel Michael Masi al quale mai come in queste settimane saranno fischiate le orecchie a suon di opinioni sul suo conto. Ma andiamo con ordine, e vediamo come Max Verstappen ha vinto uno dei Mondiali di Formula 1 più combattuti, tirati e in dubbio fino all’ultimo giro di tutta la storia di questo sport.

Dopo 21 gare, ieri i due contendenti al titolo, per la prima volta dal 1974, arrivavano all’ultima gara a pari punti. Da una parte, a 369,5 punti, Max Verstappen su Red Bull. 24 anni, olandese, supportato da un Paese che si è riscoperto amante della F1. Determinato, forte, deciso nei sorpassi, disposto ad andare al limite delle regole e a volte anche a superarle. Dall’altra parte, a 369,5 punti, Lewis Hamilton su Mercedes. 36 anni, inglese di Stevenage, primatista assoluto di vittorie (103) e Pole Position (103), vincitore di 7 titoli mondiali. Un record condiviso, al pari del solo, grandissimo Michael Schumacher. Dopo una stagione di lotta dentro e fuori le piste, dopo 21 Gran Premi tesi, combattuti, e spesso discussi per le manovre al limite di entrambi i piloti, si decide tutto a Yas Marina.

Un circuito odiato e criticato da tutti gli appassionati diventa, per due ore scarse, il centro del mondo dei motori. Dopo una stagione incredibile, Max Verstappen e Lewis Hamilton arrivano ad Abu Dhabi non solo a pari punti, ma anche a pari possibilità. Chi arriva davanti, infatti, vince il Mondiale. In caso di incidente o di uscita fuori dai punti di entrambi, il titolo andrebbe a Verstappen. Il merito è delle maggiori vittorie ottenute in stagione, 9 contro le 7 di Hamilton. Verstappen, che ha scelto di partire con le gomme più morbide per poter partire meglio e scappare dall’inglese, scatta dalla pole position. L’olandese però lo fa male, malissimo. Hamilton, pur con le gomme più dure, lo passa senza possibilità di replica. Nel corso del primo giro, Verstappen sa che la Mercedes, con le gomme più dure, vola: deve passarlo il prima possibile.

Tenta una mossa avventata, discussa, discutibile dopo il primo rettilineo. Hamilton viene forzato fuori dalla pista, taglia la chicane tra i due lunghi rettilinei e rimane primo. La direzione gara decide di non intervenire, e per i successivi 50 giri sembra tutto deciso. Hamilton vola, Verstappen soffre e non riesce a recuperare il rivale. Neanche la difesa di un super Sergio Perez, compagno di squadra di Verstappen, che riesce a rallentare Hamilton di oltre 5 secondi in un giro, permettendo a Max di raggiungere di nuovo Lewis. Oggi, però, non c’è storia. Hamilton ne ha di più. Il titolo sembra ormai indirizzato verso Brackley, verso quella Mercedes pigliatutto e quel pilota affamato e determinato, che dopo 7 Mondiali continua ad avere fame.

Costanza, talento, velocità e squadra al top: Max Verstappen merita il titolo di Campione del Mondo

Tutto però cambia al giro 53, quando l’onesto pilota canadese Nicholas Latifi, che quest’anno con la sua Williams ha ottenuto i primi punti in carriera, decide di diventare il protagonista decisivo ed inatteso della stagione 2021. Dopo una lotta per il 15esimo e penultimo posto con il pilota della Haas Mick Schumacher, Latifi perde il controllo della sua Williams FW43B, che finisce la sua corsa contro le barriere. La Direzione Gara sentenzia: Safety Car. In questo modo (e su questa discussa Safety Car torneremo tra poco), Verstappen riesce a riagganciarsi ad Hamilton grazie al compattamento del gruppo, e dopo essersi fermato per un ultima volta ai box per un’ultima sosta a sorpresa ha l’occasione d’oro. Lui, con un’auto velocissima nei rettilinei, ha montato delle gomme rosse, le più morbide, nuove di pacca.

Hamilton, invece, è rimasto fuori, e ha ancora le gomme bianche, le più dure, che ha montato oltre 40 giri prima. Sulla carta, ormai, il risultato è scritto: se la gara dovesse ripartire, Hamilton dovrebbe fare un miracolo per tenersi dietro Verstappen. E infatti, all’ultimo giro dopo una procedura di ripartenza quantomeno inedita, Verstappen da vita ad un ultimo giro folle, come folle è stata questa stagione. L’olandese supera Hamilton alla Verstappen: in un punto inaspettato della pista, all’ultimo secondo, con cattiveria, determinazione e talento. Hamilton prova a tenere botta, tenta un sorpasso impossibile all’esterno nell’ultima occasione possibile, ma ormai il Fato ha deciso: il titolo va in Olanda. Va a Max Verstappen, che ha superato l’imbattibile Lewis Hamilton all’ultimo giro, dell’ultima gara. Netflix si starà sfregando le mani per il suo prossimo Drive To Survive.

Il 24enne pilota olandese, figlio d’arte, di quel Jos ex pilota di F1 di medio livello, che fin da bambino lo ha plasmato per essere una macchina da Mondiali, ce l’ha fatta. Per la prima volta, Max e Jos Verstappen si sono commossi, si sono fatti prendere dalle emozioni, come vedete dalla splendida foto che apre questo articolo. Il nuovo idolo di un intero Paese, che ha creato una Marea Orange che lo segue in ogni gara in ogni angolo del mondo, ha battuto il vecchio leone. Lui, Hamilton, mai indomito, mai battuto, che fino all’ultima curva ha fatto di tutto per resistere al giovane rampante. Verstappen, però, non ha vinto il Mondiale a Yas Marina. Max Verstappen si è laureato Campione del Mondo di Formula 1 dopo una stagione memorabile.

Una stagione dove ha battuto per Pole Position il pilota che nella storia è partito davanti più di chiunque altro. Una stagione dove ha lottato con le unghie e con i denti, dimostrando un talento immenso, una determinazione e una fame impressionanti e di essere disposto a tutto pur di vincere. Tolta la nona posizione dell’infausto GP d’Ungheria, Verstappen ha ottenuto solo tre risultati quest’anno. O primo, o secondo, o ritirato.

Max-Verstappen-podio

Grazie ad una Red Bull RB16B, figlia dell’immenso talento di Adrian Newey, velocissima che gli ha permesso di lottare su tutte le piste. Merito anche della Honda, che dopo aver annunciato il ritiro vince un clamoroso titolo mondiale, nel più classico stile Honda di abbandonare proprio quando si ha azzeccato il progetto. Grazie ad un muretto box che ha sbagliato poco o nulla (al contrario dei rivali anglo-tedeschi). Ed infine, grazie ad una velocità e un talento a tratti impressionante, Verstappen è riuscito ad innalzarsi al livello di Lewis Hamilton. I due, in questa stagione, hanno fatto il vuoto. Dove non si sono “presi”, hanno sempre staccato di decine e decine gli altri piloti, persino i rispettivi compagni di squadra. Hanno disputato un campionato a parte, lasciando a tutti gli altri solo le briciole. Hanno dato vita ad un mondiale indimenticabile, incredibile, che sicuramente non dimenticheremo facilmente.

Nel tentativo di non decidere le sorti del Mondiale, la FIA ha fatto un disastro sportivo: l’amaro in bocca di quel finale

L’unico, vero neo ad un Mondiale così l’ha messo la FIA, nella forma di quella Direzione Gara che, per l’ennesima volta, ha combinato un vero pasticcio. Da settimane, il mantra di Michael Masi, il Direttore di Gara FIA, era uno solo. “Non vogliamo decidere le sorti del Mondiale.”. Ebbene, questa continua paura di influenzare la lotta mondiale ha avuto un unico risultato: influenzare la lotta mondiale. È successo a Jeddah, nella penultima gara, dove Hamilton e Verstappen hanno corso senza regole, come in un duello del Far West, con una Direzione Gara incapace di tenere il polso della situazione, ormai degenerata. Ed è, ovviamente, successo anche a Yas Marina.

La paura di vedere di nuovo la stessa scena negli Emirati Arabi si è avverata quasi subito. Hamilton taglia la chicane, sarebbe da penalizzare o comunque servirebbe un intervento della FIA. Ma dalla stanza dei bottoni, tutto tace. Dopo una gara lineare, quasi troppo per un mondiale così folle, a 5 giri dalla fine Masi&Co hanno un ultimo compito in questo Mondiale: decidere come gestire la gara in regime di pericolo. Dopo l’incidente di Latifi, la Safety Car entra in pista: decisione sacrosanta. Ma poi, tutto diventa confuso. Prima la gara sembra debba finire in regime di Safety Car, dando il Mondiale ad Hamilton, in quel momento primo. Poi, la Direzione Gara sceglie di non far sdoppiare i piloti doppiati, indietro di un giro, per evitare di dover perdere tempo.

Salvo infine, a un giro e mezzo dalla fine, decidere per una soluzione a dir poco bizzarra: fa sdoppiare solo i piloti doppiati tra Hamilton e Verstappen. Non ho mai visto questo, direbbe Marc Gené, e in più, la Direzione Gara decide di improvvisare. Sebbene infatti l’articolo 48.12 del Codice Sportivo della F1 stabilisca che, dopo aver dato la possibilità alle vetture doppiate di tornare nel giro dei primi, si debba aspettare almeno un giro per poi ridare il via alla corsa, arriva la comunicazione: Safety Car in this Lap, la safety car rientra in questo giro.

max-verstappen-RB16B

In questo modo, Verstappen e Hamilton hanno la possibilità di battersi nell’ultimo giro della corsa in regime di bandiera verde. Il modo giusto di chiudere questo mondiale, ma arrivato con la forma più sbagliata possibile. La FIA ha cambiato più volte idea nel giro di pochissimi giri, dimostrando un evidente stato di confusione totale. La paura di condizionare il mondiale ha pietrificato Masi e compagni, che prima si rivelano immobili, poi fanno e disfano le loro stesse azioni. Con 5 giri alla fine, c’era il tempo di fare tutto.

Si poteva fermare la corsa, come successo a Baku, per poi consentire ai piloti di ripartire per una mini-gara da una manciata di giri. Si poteva decidere di far sdoppiare i piloti per tempo, senza andare contro al regolamento. Insomma: la FIA ha fatto l’ennesimo pasticcio. Da spettatori, la sfida dell’ultimo giro per il Mondiale è sembrata costruita, messa su a regola d’arte. Un enorme peccato per una stagione che di colpi di scena costruiti proprio non ne aveva bisogno.

Anzi, la Direzione Gara diretta da Masi ha fatto l’ennesimo pasticcio, dimostrando, ce ne fosse bisogno, un’altra volta che forse Masi non è l’uomo giusto per questo ruolo. Dopo la morte improvvisa di Charlie Whiting, la F1 è rimasta orfana di un organo di controllo di polso, che sappia agire in modo risoluto quando serve. E questo pasticciaccio ha reso un finale corretto ed emozionante più amaro e triste di quanto sarebbe dovuto essere.

Dove Max Verstappen ha vinto il Mondiale, e dove Hamilton e la Mercedes lo hanno perso

Pari nei punti, ma non pari nelle vittorie. Quest’anno, Verstappen ha vinto di più (9 vittorie contro le 7 di Hamilton), ha fatto più pole position (10 contro 5), e ha avuto, in generale, più costanza nel suo rendimento. Verstappen ha infatti incontrato diversi ritiri nella sua stagione, alcuni fortuiti (come al Gran Premio dell’Azerbaijan, dove si è schiantato ad oltre 300 km/h dopo una foratura sul rettilineo principale del circuito di Baku), altri controversi.

Nelle gare portate a termine, però, Verstappen ha ottenuto il massimo possibile, e questo è stato il vero punto di svolta del campionato. Mai come in questa stagione, infatti, il Mondiale si è vinto punto su punto. Ogni gara, ogni Giro Veloce conta. La costanza, la capacità di non commettere errori, la capacità del box di mettere il pilota nelle migliori condizioni per vincere. Questo era quello che serviva per vincere il Campionato del Mondo di Formula 1 2021, Ed è quello che ha messo in campo Max Verstappen.

Max non ha vinto il mondiale oggi, lo ha vinto con le strategie riuscite, con il passo indiavolato, con le vittorie a Monaco, nella sua Olanda, nella doppia vittoria sulla pista di casa Red Bull, in Austria, e con le due vittorie in Bahrain e ad Imola, a Mondiale appena iniziato. Verstappen e la Red Bull sono stati più costanti, hanno sfruttato meglio il vantaggio tecnico trovato ad inizio campionato, con una Mercedes attardata e rallentata dalle poche, ma significative novità aerodinamiche. Hamilton, poi, ha commesso dei rarissimi errori gratuiti, come il dritto dopo la ripartenza a Baku, l’opaco settimo posto a Monaco o l’incidente con Verstappen a Silverstone. Verstappen, invece, ha sempre raccolto il massimo, anche dopo essere stato centrato da Bottas in Ungheria e aver corso senza metà Red Bull per tutta la gara.

Quando poi è contato davvero, ovvero al giro 54, la Red Bull ha piazzato la zampata definitiva. Hanno fermato Verstappen per montargli le aggressive gomme Soft, mentre Hamilton è rimasto fuori. La Mercedes era sicura che la gara non sarebbe ripartita, e non ha rischiato. Fermando Hamilton, invece, avrebbero mantenuto (salvo disastri al box) la prima posizione su Verstappen, con i due contendenti pronti a lottare ad armi pari. La squadra di un infuriato Toto Wolff, invece, ha dimostrato quella confusione e quella difficoltà di fare scelte rischiose che quest’anno ha pagato. Infatti, Hamilton non ha perso il titolo ad Abu Dhabi, ma con il settimo posto a Monaco, con la scellerata scelta di rimanere fuori con le gomme intermedie in Ungheria, con il disastro strategico in Turchia.

In Austria, invece, Hamilton con un’auto danneggiata ha lasciato strada al compagno di squadra Bottas, per ottenere non si è ancora capito bene cosa. Il risultato è stato Hamilton fuori dal podio, Bottas inutilmente secondo e un distacco da Verstappen che, lasciato il Red Bull Ring, è arrivato a ben 32 punti. Quello è stato il vero punto di svolta del Campionato. Dalla doppia gara in Austria, Mercedes si è trovata sempre ad inseguire, una sfida che da 7 anni non appartiene alle stagioni della Stella. La Mercedes, ad Abu Dhabi, ha sbagliato a non fermare Hamilton, non permettendogli di lottare ad armi pari contro un Max Verstappen che sappiamo tutti essere disposto a tutto pur di vincere.

Ma non possiamo ridurre la sconfitta del Baronetto Lewis a quel singolo errore. Anzi, in realtà Hamilton ha fatto un vero miracolo a rimanere in corsa fino all’ultima gara, guidando sopra ad una Mercedes tornata competitiva solo alla fine dell’anno e permettendo a questo Mondiale di avere uno degli epiloghi più incredibili della storia di questo sport. Se infatti è vero che Mercedes ha conservato l’ottavo Titolo Costruttori consecutivo (per la gioia di un alticcio Toto Wolff nel post gara), la squadra anglo-tedesca ha inseguito con un po’ di confusione durante gran parte dell’anno, perdendo quella cinica lucidità che ha portato la Casa ad aggiudicarsi tutti i Titoli Mondiali tra il 2014 e il 2020. Fino ad oggi.

Un Mondiale che non dimenticheremo mai

La corsa finale di Yas Marina ha consegnato alla storia un Mondiale di Formula 1 semplicemente indimenticabile. Una stagione dove abbiamo visto gare emozionanti ad ogni tappa, anche nelle più sottovalutate come Francia, Russia e, appunto, Abu Dhabi. Una stagione dove abbiamo visto brillare i talenti di giovani dal futuro radioso come Lando Norris, George Russell e Carlos Sainz, che nel marasma generale con il podio di ieri ha guadagnato il quinto posto assoluto, il primo degli altri. Non male per uno che, all’inizio della stagione, era visto poco più come un gregario di un altalenante Charles Leclerc. Abbiamo visto la prima vittoria di un redivivo come Esteban Ocon, e il ritorno dei grandi vecchi ancora affamati come Sebastian Vettel, Daniel Ricciardo e Fernando Alonso.

Abbiamo avuto la fortuna di vivere una delle stagioni più folli, emozionanti, tese, tirate e imprevedibili della storia di questo incredibile sport. Un anno che ha incoronato campione un vero predestinato, che ha guidato una Formula 1 da minorenne, che ha vinto alla prima gara in assoluto con un team di prima fascia, che oggi sconfigge meritatamente un vero e proprio campione. Max Verstappen può non piacere, e può non piacere il modo in cui ha vinto questo Mondiale, ma su un pilota così non si possono fare discussioni. Max Verstappen, olandese nato in Belgio il 30 settembre del 1997, ha battuto dopo 22 combattutissime gare un campione come Lewis Hamilton, nella stagione dove l’inglese, a detta sua, ha dato il meglio di sé.

Dopo 6 vincitori differenti, 13 piloti a podio, gare emozionanti e piene di colpi di scena e il ritiro di una leggenda come Kimi Raikkonen, la Formula 1 saluta la stagione 2021. Questa è stata un’annata di gare che ricorderemo come una delle più incredibili della storia di questo sport. L’appuntamento, ora, è tra poco più di tre mesi, a marzo 2022, quando arriveranno gli attesissimi nuovi regolamenti. Le auto saranno completamente nuove, meno sofisticate ma più potenti e più estreme dal punto di vista estetico. Sulla carta, saranno più facili i sorpassi, e lo spettacolo sarà assicurato. Tra i top team, poi, arriva un affamato George Russell, che quest’anno ha dimostrato tutto il suo talento.

La Ferrari dei giovani rampanti Sainz e Leclerc, motivato a ritornare quel Predestinato che ha fatto innamorare l’Italia nel 2019, la Alpine di un agguerrito Fernando Alonso e la McLaren sperano di insidiare le dominatrici di quest’anno. Mercedes e Red Bull, sicuramente, non vedono l’ora di lanciarsi verso un’altra, incredibile sfida. Sono sicuro che Verstappen, dopo aver vinto di forza il suo primo Mondiale, passerà al massimo tre o quattro giorni a festeggiare. La sua testa è già al 2022, dove attaccherà col coltello fra i denti per creare un nuovo ciclo di vittorie. Hamilton, invece, giocherà le sue ultime cartucce per tentare di superare il record del Kaiser, Michael Schumahcer. Tutti, però, dai piloti ai meccanici, dagli ingegneri ai giornalisti a tutti gli appassionati, sappiamo bene che questo folle Campionato del Mondo 2021 di Formula 1, di certo, non lo dimenticheremo mai.

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Giulio Verdiraimo

Ho 22 anni, studio Ingegneria e sono malato di auto. Di ogni tipo, forma, dimensione. Basta che abbia quattro ruote e riesce ad emozionarmi, meglio se analogiche! Al contempo, amo molto la tecnologia, la musica rock e i viaggi, soprattutto culinari!

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