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La recensione di Honor Magic 6 Pro: un vero cameraphone?

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Honor Magic 6 Pro entra a pieno titolo nell’Olimpo di cameraphone?
È davvero una valida alternativa per gli amanti della fotografia o i content creator?
Una domanda assolutamente legittima considerando che arriva sul mercato con 4 elementi particolarmente promettenti:

Come ben sappiamo però, teoria e pratica non sempre coincidono.
Quindi abbiamo fatto quello che ci sembrava più logico: abbiamo passato un pomeriggio a Barcellona a scattare fotografie con Honor Magic 6 Pro.

Le dovute premesse tecniche

Prima di mostrarvi gli scatti e i video che abbiamo ottenuto con questo smartphone, cerchiamo di capire bene cosa abbiamo avuto tra le mani.

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Honor chiama il comparto fotografico del suo top di gamma “sistema Falcon”, un sistema che è composto da tre lenti differenti:

A tutto questo si aggiunge il supporto dell’intelligenza artificiale che non si limita a riconoscere gli scenari ma integra algoritmi specifici per il rilevamento del movimento per garantire una cattura in alta definizione e un effetto bokeh anche in movimento, considerando però che gli scenari che ha imparato a riconoscere, addestrato con 8 milioni di immagini, sono una decina.

In aggiunta vi segnaliamo l’HDR, la possibilità di scegliere la modalità di colore (Naturale, Vibrante o Autentico) e quella di attivare o disattivare l’IA.

Honor Magic 6 Pro recensione: la prova sul campo

La fotocamera principale si comporta esattamente come ci aspettavamo: molto bene.
Durante il giorno il sensore principale ci permette di portare a casa foto di qualità, con una buona quantità di dettagli. L’autofocus è veloce, lo smartphone reattivo e catturare il momento non sarà un problema.

È uno il difetto visibile che emerge dal confronto tra i due scatti che vedete gli sotto.
A sinistra quello con Magic 6 Pro, a destra quello con iPhone 15.

Nonostante sia stata fatta con la modalità Naturale e senza l’attivazione dell’IA, l’azzurro del cielo non corrisponde alla realtà, viene boostato dal sistema che propone un azzurro più chiaro. La resa generale è comunque più che adeguata ma la sensazione è che si punti ad un effetto wow sui social piuttosto che ad ottenere uno scatto realistico.
In compenso però qui c’è una resa delle ombre che in alcuni punti pare migliore rispetto a quella dell’iPhone mentre lo smartphone della mela tiene qualche dettaglio aggiuntivo senza impastare l’immagine.

Utilissima l’apertura variabile. Mentre infatti la modalità Ritratto scontorna (molto bene) il soggetto ma in maniera radicale, con l’apertura variabile potete gestire l’effetto bokeh e ammorbidirlo secondo il vostro gusto.

Bene anche l’ultragrandangolo e ancora meglio il teleobiettivo che fino a 10x vi regala delle foto convincenti, per altro con una certa coerenza di colori rispetto alle altre due lenti.

Oltre il 10x non avete, prevedibilmente, foto effettivamente pubblicabili. A 50x o addirittura 100x avete più che altro immagini utili a vedere lontano ma senza dettaglio. Come succede su altri smartphone, l’idea è permettervi di leggere e guardare cose che a occhio nudo non potreste mai distinguere.

Promosse a pieno le foto al buio con il cielo che rimane del suo colore originario senza sostituirlo con un finto blu. I dettagli ci sono e i colori sono quasi più fedeli che di giorno.

I RAW si difendono piuttosto bene, riuscendo a tirare fuori informazioni anche dalle zone d’ombra.

Ci sono piaciuti anche i video, che arrivano al 4K @60fps. Sono ben stabilizzati, tengono parecchi dettagli e in più avete la modalità Cinema con cui potete applicare una particolare LUT per dare già un mood al girato. Se invece volete editarlo in post-produzione, allora potete optare per il Log.
Usando la modalità classica abbiamo sempre una tendenza a sparare l’azzurro del cielo ma un po’ meno rispetto alle foto.

Possiamo definirlo quindi un cameraphone? Decisamente sì.
Si comporta bene praticamente su qualsiasi fronte e garantisce grande versatilità. Peccato per i colori non sempre realistici che è l’unico vero difetto.

E il resto?

Honor Magic 6 Pro non delude nemmeno sugli altri fronti.
Il processore, un Qualcomm Snapdragon 8 Gen 3, affiancato da 12 GB di RAM e 512 GB di memoria interna, si comporta in maniera egregia con qualsiasi genere di attività.
Bene anche il sistema operativo, MagicOS 8.0 basato su Android 14. Non è la nostra interfaccia preferita in termini di estetica ma è comunque ricca di opzioni e molto fluida.

Lo Snapdragon porta con sé anche una buona gestione della batteria, soprattutto in stand-by dove il consumo è super ridotto.
In media – considerando comunque che è nelle nostre mani da circa 5 giorni – siamo sempre arrivati a fine giornata con un 10-15% di autonomia residua.
Una volta scaricato, sappiate che potete contare sulla ricarica cablata a 80 watt per riportare la batteria al silicio-carbone al 100% in soli 40 minuti. Senza cavo invece vi “fermate” a 66W.

Bene anche la connettività con doppia SIM, Wi-Fi 7, Bluetooth 5.3, NFC e USB-C mentre l’audio è affidato ad un sistema stereo con doppi altoparlanti con un volume piuttosto alto e una resa interessante.

Il display è 6,8 pollici AMOLED LTPO con risoluzione 2800×1280 pixel e una luminosità di 1.600 nits con un picco che arriva a ben 5000 nits. Sotto il sole non abbiamo mai avuto problemi.
Si aggiungono il refresh rate dinamico fino a 120 Hz, la copertura dello spazio colore DCI-P3 del 100% e il supporto al Dolby Vision e all’HDR Vivid.
Tutto questo per dire che si vede alla grande in qualsiasi condizione e si presta davvero ad ogni utilizzo, con le impostazioni che vi consentono di adattarlo alle vostre esigenze, optando per una resa più naturale dei colori qualora la preferiate a quella vivida.

Il design o si ama o si odia

Com’è fatto questo Honor Magic 6 Pro?
Prima di tutto sfrutta il vetro nanocristallino per resistere senza difficoltà a urti e caduti. Insomma, può cadervi anche da un metro e mezzo di altezza, sulla maggior parte delle superfici, senza farsi nulla.
Sul retro troviamo il modulo fotocamere che unisce due forme: cerchio e quadrato. L’idea è quella di offrire un’armoniosa alternanza di forme quadrate e circolari che ricorda un po’ gli orologi: funziona ma non piace a tutti. C’è chi lo adora e chi invece lo odia un po’. Di sicuro è sufficientemente originale per distinguerlo dalla concorrenza.

Abbiamo poi cornici sottili, bordi arrotondanti, tasti in metallo comodi e facilmente raggiungibili… Nulla è lasciato al caso.
O quasi.
Abbiamo infatti due colori: Black (la nostra) e Epi Green.
Il nero è opaca e anti-impronte ma non esattamente antiscivolo; date anche le dimensioni generose, la sensazione in mano, soprattutto se avete mani piccole, è che possa cadervi da un momento all’altro.
L’Epi Green invece ha un rivestimento in pelle vegana morbida con una texture in rilievo che gli dona più green e anche più carattere.

La recensione di Honor Magic 6 Pro: conclusione

Honor Magic 6 Pro arriva sul mercato a 1.299,99 € e si prepara a dare battaglia alla concorrenza. Lo fa con un’ottima fotocamera, prestazioni da flagship, un bel display e un design tutto sommato originale.
Tutto questo basterà?
Difficile a dirsi visto che uno dei concorrenti Android più in vista quest’anno ha sfoderato una serie di funzionalità AI che lo distinguono nettamente dagli altri, aggiungendo strumenti software davvero interessanti.
Scopriremo quindi se Honor riuscirà a intaccare l’enorme fetta di mercato della concorrenza forte di un vero cameraphone.

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