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Dopo decine di attacchi, Anonymous avverte il Cremlino: “È solo l’inizio”

Dal 24 febbraio a oggi gli attacchi del collettivo di hacker hanno ogni giorno coinvolto la Russia

Anonymous minaccia nuovi attacchi contro il Cremlino e tutti coloro che sostengono, in un modo o nell’altro, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Dopo quasi cinquanta giorni di cyber war, il collettivo di hacker sembra pronto a una nuova serie di attacchi contro le istituzioni russe e chi sostiene economicamente lo sforzo bellico.

Anonymous minaccia il Cremlino: è solo l’inizio

Da quando è iniziata la guerra il collettivo di hacktivisti Anonymous ha dichiarato guerra al Cremlino, specificando più volte quali sono i suoi obiettivi. Un atto di guerra cibernetica contro Vladimir Putin e chi con lui ha voluto l’invasione dell’Ucraina, i cui tragici effetti purtroppo sono davanti agli occhi di tutti noi. Ma spesso non dei cittadini russi: per questo dall’inizio del conflitto, oltre a colpire istituzioni e aziende di stato russe, Anonymous ha trovato modi per far arrivare informazioni ai russi aggirando la censura del regime.

Un modo per diffondere la verità riguardo le intenzioni del Cremlino è stata la pubblicazione di email di gerarchi russi e istituzioni vicine a Putin. Sul sito DDoSecrets, dal 24 febbraio, Anonymous dichiara di aver pubblicato oltre 2 milioni di email russe.

Ma avverte: nei prossimi giorni arrivano altre informazioni su altre entità russe. Spiegando che “questo è solo l’inizio”.

anonymous tv russa propaganda min

Quasi cinquanta giorni di attacchi

Quando il 24 febbraio la Russia ha invaso l’Ucraina, ha avuto inizio un periodo di violenza terribile che purtroppo non vede ancora una semplice risoluzione. Ma sempre più la guerra si combatte anche online. Lo sa bene la Russia, che già mesi prima dell’invasione ha attaccato con data wiper e ransomware l’Ucraina. Ma anche gli esperti ucraini hanno combattuto online. Così come hanno fatto le milizie hacker volontarie di Anonymous, schieratosi contro il Cremlino dal primo minuto.

Già il 25 febbraio vi abbiamo riportato dell’attacco al Ministero della Difesa Russo, alla gigante del gas russo Gazprom (all’epoca ancora sponsor di molte attività in Europa). E poi in poche ore l’attacco al più grande produttore di armi e al sistema ferroviario bielorusso, alleato di Putin da subito. Nel giro di un paio di giorni sono poi arrivati l’attacco al Ministero della Giustizia e dell’Energia russi e al Russian Nuclear Safety Institute, con oltri 300 siti internet oscurati nel giro di poche ore.

Con l’inizio di marzo Anonymous ha colpito Roscosmos, l’agenzia spaziale russa. Ma nel frattempo si moltiplicavano i tentativi di contattare la popolazione russa. Hackerando la TV russa, le webcam negli uffici pubblici, il social media russo Vkontakte e addirittura scrivendo recensioni su Google Maps e Tripadvisor con informazioni sul conflitto. Anonymous sembrerebbe abbia persino bloccato (momentaneamente) la diretta di un discorso di Putin.

anonymous soldati russi dati video per screditare soldati ucraini min

E poi gli attacchi alla censura russa, pubblicando 800GB di dati. Inoltre gli attacchi a Rosneft, il gigante petrolifero, e Rosatom, quello del nucleare. Senza contare l’aviazione civile russa e la Chiesa Ortodossa.

Verso la fine di marzo ha persino attaccato aziende europee, colpevoli secondo gli hacker di non aver lasciato gli affari in Russia. Ricordiamo Nestlé (che ha negato di aver subito l’attacco) ma anche Auchan e Leroy Merlin. E gli hacker hanno minacciato anche la Cina e le sue aziende. Minacce rinnovate dopo le immagini tremende di Bucha.

L’attacco al Cremlino di Anonymous continua

Praticamente nessuno di questi attacchi ha visto il riconoscimento ufficiale del Cremlino, che finge di non aver nessun problema con Anonymous né con la resistenza ucraina. E verificare le informazioni pubblicate dagli hacker risulta spesso difficile.

Ma se è vero che alcune rivendicazioni si sono verificate fasulle o esagerate, la stragrande maggioranza degli attacchi ha avuto conferme indipendenti. Che però non sono bastate a convincere la Russia alla resa. Ma hanno reso più complicato il lavoro degli invasori in Ucraina e hanno permesso perlomeno di scalfire la spessa coltre di censura e propaganda in Russia.

Tanto che persino alcune autorità russe hanno messo il collettivo di hacker fra le entità da ringraziare per l’opposizione all’invasione ucraina. Il giudizio su Anonymous resta complicato: le attività illegali del gruppo sono pericolose in molti contesti. Ma molti utenti online stanno dimostrando il proprio sostegno agli attivisti. Che potrebbero presto portare a termine nuovi colpi: vi terremo informati.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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