fbpx
NewsTech

Il crollo delle criptovalute colpisce proprio tutti, anche la Corea del Nord

La nazione deve fare i conti con un drastico crollo delle valute digitali

Il crollo delle criptovalute avvenuto negli ultimi mesi ha fatto perdere parecchi soldi a moltissimi investitori, e tra gli interessati troviamo anche la Corea del Nord, che negli ultimi anni ha investito molte risorse nel furto di criptovalute.

Anche la Corea del Nord soffre il calo delle criptovalute

Il crollo dei mercati delle criptovalute ha spazzato via milioni di dollari di fondi rubati dagli hacker nordcoreani. Questo minaccia una fonte chiave di finanziamento per il paese – colpito dalle sanzioni – e per i suoi programmi riguardo le armi. La Corea del Nord ha investito risorse nel furto di criptovalute negli ultimi anni, rendendola una potente minaccia di hacking. A marzo, ad esempio, ci fu uno dei più grandi furti di criptovalute mai registrati, in cui sono stati rubati quasi 615 milioni di dollari, secondo il Tesoro degli Stati Uniti.

Ma l’improvviso calo delle criptovalute, iniziato a maggio, complica la capacità di Pyongyang di incassare i fondi di quella rapina, e altre più piccole, e potrebbe influenzare il modo in cui prevede di finanziare i suoi programmi di armamento, come hanno affermato alcune fonti anonime del governo sudcoreano.

Come riporta Reuters, alcune vecchie criptovalute nordcoreane non riciclate e monitorate dalla società di analisi blockchain Chainalysis sono calate a picco. Fondi rubati in 49 hack dal 2017 al 2021, ad esempio, sono diminuiti di valore da $170 milioni a $65 milioni dall’inizio dell’anno.

Un’altra grande quantità di criptovalute della Corea del Nord, ottenute da una rapina nel 2021, che era valsa decine di milioni di dollari, ha perso dall’80% all’85% del suo valore nelle ultime settimane. E ora vale meno di 10 milioni di dollari, secondo quanto afferma Nick Carlsen, un analista di TRM Labs, un’altra società di analisi blockchain con sede negli Stati Uniti.

furto criptovalute ronin Corea del Nord

Le autorità non hanno dubbi

Una persona presso l’ambasciata nordcoreana a Londra ha affermato di non poter commentare l’incidente perché le accuse di pirateria informatica sono “notizie totalmente false”. “Non abbiamo fatto niente”, ha detto la persona, identificata come un diplomatico dell’ambasciata. Il ministero degli Esteri della Corea del Nord ha definito tali accuse come propaganda statunitense.

Ma gli Stati Uniti non hanno dubbi, soprattutto sull’attacco di marzo da 615 milioni di dollari a discapito del progetto Ronin, che alimenta il gioco Axie Infinity. La rapina è stata frutto di un’operazione di hacking nordcoreana soprannominata Lazarus Group, affermano le autorità statunitensi. La Corea del Nord ha scambiato quasi tutto il bottino in Bitcoin, che ha avuto diversi movimenti di prezzo. “Inutile dire che i nordcoreani hanno perso molto valore”, ha detto Carlsen. “Ma anche a prezzi bassi, questo è ancora un enorme bottino”.

Secondo gli USA, Lazarus è controllato dal Reconnaissance General Bureau, il principale ufficio di intelligence della Corea del Nord. Lo stesso è stato accusato di essere coinvolto anche in altri attacchi, come quello ransomware “WannaCry”; nell’hacking di banche internazionali e negli attacchi informatici del 2014 alla Sony Pictures Entertainment.

Gli analisti sono riluttanti a fornire dettagli su quali tipi di criptovaluta detiene la Corea del Nord, poiché questo potrebbe rivelare i metodi di indagine. Chainalysis ha affermato però che Ether rappresentava il 58% dei 400 milioni di dollari rubati nel 2021.

Perché la Corea del Nord è così interessata alle criptovalute?

Se vi state chiedendo perché la Corea del Nord potrebbe arrivare a rubare criptovalute, la risposta è molto semplice. Il Paese è soggetto a sanzioni internazionali, per il suo programma nucleare, che danno accesso limitato al commercio globale o altre fonti di reddito. Questo renderebbe attraente i furti di criptovalute, o almeno è ciò che affermano gli investigatori.

Si stima che le criptovalute rappresentino solo una piccola parte delle finanze della Corea del Nord. Ma come afferma Eric Penton-Voak, coordinatore del gruppo di esperti delle Nazioni Unite che monitora le sanzioni, sembra che gli attacchi informatici siano diventati “assolutamente fondamentali” per la capacità di Pyongyang di eludere le sanzioni e raccogliere fondi per i suoi programmi nucleari e missilistici.

critpovalute Corea del Nord

Una stima della Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari con sede a Ginevra afferma che la Corea del Nord spende circa 640 milioni di dollari all’anno per il suo arsenale nucleare. Come riporta Reuters, il prodotto interno lordo del paese è stato stimato nel 2020 in circa 27,4 miliardi di dollari, secondo la banca centrale della Corea del Sud. E la Cina, il suo più grande partner commerciale, ha dichiarato nel 2021 di aver importato poco più di 58 milioni di dollari in merci dalla Corea del Nord. I numeri ufficiali non includono il contrabbando.

La nazione ottiene solo una piccola frazione da ogni furto

Per finanziare il suo programma nucleare e non, sono necessarie quindi ingenti somme di denaro. E bisogna anche considerare che tramite i furti la Corea del Nord riceverebbe solo una piccola frazione della somma rubata. Perché ovviamente è necessario sfruttare broker disposti a convertire o acquistare criptovalute senza fare domande. Un rapporto di febbraio del Center for a New American Security (CNAS) ha stimato che in alcune transazioni la Corea del Nord ottiene solo un terzo del valore di ciò che avrebbe rubato.

Secondo Chainalysis, la Corea del Nord si è rivolta a metodi sofisticati per riciclare la criptovaluta rubata. Ha aumentato infatti il suo uso di strumenti software che raggruppano e codificano criptovalute da migliaia di indirizzi elettronici.

Ma l’enorme dimensione dei recenti hack ha messo a dura prova la capacità della Corea del Nord di convertire la criptovaluta in contanti con la stessa rapidità del passato, ha affermato Carlsen. Ciò significa che alcuni fondi sono rimasti bloccati anche se il loro valore scende. “La conversione in contanti rimane un requisito fondamentale per la Corea del Nord se vuole utilizzare i fondi rubati”. “La maggior parte delle materie prime o dei prodotti vengono scambiati solo in USD o altre valute legali, non in criptovalute” ha affermato Carlsen.

Ovviamente, come afferma Aaron Arnold del Royal United Services Institute, il governo avrebbe anche altre fonti di finanziamento oltre alle criptovalute. Nel dicembre 2021 alcuni osservatori delle sanzioni delle Nazioni Unite hanno affermato che la Corea del Nord continua a contrabbandare carbone e altre materie vietate.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🌍 Giornata della Terra: ciascuno può dare il suo piccolo contributo per salvaguardarla
 
🍿Fallout: tutte le domande irrisolte alle quali la Stagione 2 dovrà rispondere
 
🛞Come scegliere gli pneumatici estivi per l’estate? I fattori da considerare
🤯Google licenzia 28 dipendenti per proteste contro il progetto Nimbus in Israele
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
 
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
 
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
 
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
 
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Source
Reuters

Sara Grigolin

Amo le serie tv, i libri, la musica e sono malata di tecnologia. Soprattutto se è dotata di led RGB.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button