B1NARY – Episodio 46: Scambi di coppia

Caro Anonimo,
fare amicizia, un po’ come trovare l’amore, è più un accadimento del caso che una strategia progettuale.

Ci piacerebbe avere l’ottimismo di chi, facendosi la doccia la mattina, intona fino a convincersene una litania di buoni propositi vagamente afferenti alla sfera del pensiero magico: “oggi farò amicizia”, “da oggi solo storie serie”, “da oggi solo storie di sesso”, “stasera esco e rimorchio”, “stanotte voglio divertirmi e fare le sei”…

Nella nostra esperienza personale, niente di buono può nascere sotto l’eccessivo peso delle aspettative – perché affidano ogni ipotesi di appagamento a un percorso prestabilito e idealista che ben difficilmente rispecchia la connatura disorganizzazione dell’esistenza.

Al contrario, crediamo che un approccio caotico al desiderio a volte sia il modo migliore per inciampare, per caso ma apposta, proprio in quello che desideriamo, o meglio ancora, in quello che non sappiamo ancora di desiderare. Perciò ti consiglieremmo quasi di provare a iscriverti a una lezione di ballo, a un laboratorio di ceramica, a un corso intensivo di giapponese – insomma, prova a dedicarti a qualche attività genericamente auto-referenziale senza altra aspettativa che immergerti nel flusso delle cose.

Oppure scegli l’alternativa digitale: le app di dating.
Lo sappiamo, non sono proprio la “cup of tea” di tutti. Insomma, alcuni le odiano.
Eppure là fuori, nel mondo digitale, ci sono stuoli di giovani e meno giovani in cerca di nuove amicizie e nulla di più. Basta buttarsi. 

Non sarà facile, non sarà immediato, ma è un tentativo che ti consigliamo di fare.
E mi raccomando… la bio! Scrivi qualcosa di te, segnala i tuoi interessi, così sarà più facile trovare qualcuno con cui hai qualcosa in comune, da usare poi come base per la costruzione di un rapporto d’amicizia vero e proprio.

In bocca al lupo e facci sapere come va!

Car@ Anonim@,
c’è un’età giusta per sposarsi, ed è esattamente il più tardi possibile.

Nella nostra cultura, l’amore eterno è come il posto di lavoro a tempo indeterminato: una condizione indispensabile per assicurare una felicità a lungo termine. Ma così come le aziende falliscono, anche le relazioni spesso non danno i dividendi sperati. E perché legarsi indissolubilmente a qualche impresa potenzialmente fallimentare senza prima aver testato il mercato in cerca di collocazioni eventualmente più fruttuose?

Certo, nel nostro Paese il matrimonio rimane l’unica forma di relazione legalmente riconosciuta (il che è abbastanza aberrante), perciò a meno che non si tratti di una scelta di convenienza (detrazioni sul mutuo e altre materialistiche accezioni del sentimento), nella nostra idea il momento giusto per convolare a nozze è sicuramente dopo i 40 anni: giusto in tempo per accontentare i genitori, ma abbastanza tardi per illudersi di aver fatto una scelta assennata – perché se fidanzarsi prima dei 30 dovrebbe essere illegale, sposarsi dopo i 40 ci fornisce comunque molti anni per felicitarcene, o pentircene e immaginare verosimilmente una nuova svolta carrieristica.

Tanto la percentuale di divorzi è lì a testimoniare che mai come oggi il mercato dell’amore è contraddistinto da altissimi tassi di turnover – perciò, nel caso il posto fisso dovesse venirsi a noi, non è mai troppo tardi per tornare a fare il freelance.

Prima però di fare l’insano gesto… non dovresti porti altre domande?
Dovresti chiederti se hai trovato la persona giusta per te, se la conosci a sufficienza, se è il passo giusto da fare, se è una cosa che vuole anche l’altra persona – e non è detto necessariamente lo sia.
Dopo aver affrontato tutti questi quesiti, l’età passerà in terzo, quarto, quinto, ultimo piano. 

Aggiornaci!

Cara Chia,
nessuno qui è “sbagliato”. Semplicemente potrebbe essere una tacita incomprensione o il risultato di un mancato confronto.

Tu pensi sia una questione di cavalleria, lui potrebbe vederla come parità dei sessi. Potrebbe pensare sia giusto (e lo è) che ognuno paghi il suo, o credere che è quello che vuoi tu in quanto – supponiamo – donna indipendente ed emancipata.

Non ricordiamo dove, ma da qualche parte abbiamo letto qualcosa del genere: se lui non si propone di offrire, almeno la prima volta, è stato educato male; ma se tu pretendi che sia sempre lui a pagare il conto, allora devi dargliela a prescindere.

Pretendere che sia lui a pagare il conto è implicitamente affermare che il tuo tempo vale più del suo – non una buona premessa per impostare un rapporto paritario. A meno che tu non stia cercando una maschio provider, una funzione ancor prima di una relazione.

In questo senso, pagare il conto dovrebbe essere un gesto di cavalleria (per quanto questo termine possa riferirsi a un sistema di valori rozzo e antiquato), non un esborso coatto a cui l’uomo deve sottoporsi per comprare l’attenzione e il tempo di una donna – ipotesi in cui il rapporto non diventa altro che un semplice scambio di beni.

Ma volendo credere non sia questo il caso, un modo corretto di affrontare la questione potrebbe essere parlarne, con tranquillità e soprattutto con tatto. Esplora il suo pensiero in questo senso per capire se la sua è una mancanza di attenzioni oppure un modo per lasciarti il giusto spazio e tenervi al medesimo livello. 

Ancora meglio, potresti fare un test: per una volta, sii tu a offrirgli la cena. Se la prossima volta farà altrettanto, dimostrerà di essere una persona percettiva e pronta a ripagare la gentilezza con la gentilezza. In caso contrario, magari è semplicemente spilorcio – che è un’altra tipologia di red flag di cui è consigliabile venire a conoscenza in tempo debito.

Ma soprattutto: se questo è il tuo principale cruccio, siamo sicuri che lui ti interessi davvero?