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La Rai compie 70 anni. La storia e i festeggiamenti

Le trasmissioni del Programma Nazionale sono iniziate il 3 gennaio 1954

Su Tech Princess ci occupiamo di tecnologia, e di quanto la tecnologia influisca nelle comunicazioni.

Ci stiamo sorprendendo per come l’intelligenza artificiale generativa oggi, e ieri il boom dei social e della messaggistica breve, stiano rivoluzionando proprio il modo di comunicare tra i cittadini, e quello di ricevere le notizie dal mondo.

Eppure, da decenni, uno degli organi di informazione e intrattenimento più importanti nel nostro Paese è la Rai, capace di portare nelle case degli italiani i principali avvenimenti, e di contribuire a creare un senso d’identità comune sia dal punto di vista culturale che linguistico.

Ebbene: proprio oggi, 3 gennaio 2024, la Rai compie settant’anni. Ripercorriamone rapidamente la storia, e scopriamo come verranno celebrati i suoi primi 70 anni.

rai

Il 3 gennaio 1954

Se ci si chiedesse perché Rai non è acronimo di Radiotelevisione italiana, ci si porrebbe un dubbio legittimo.

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Rai sta infatti per Radio Audizioni Italiane, azienda diventata Radiotelevisione italiana solo nel 1954. Ma nata nel 1924 come Unione Radiofonica Italiana: per questo il 6 ottobre del 1924 si festeggeranno i 100 anni della radio.

Il 3 gennaio 1954, invece, con tre cerimonie inaugurali  a Milano, Torino e Roma sono iniziate ufficialmente le trasmissioni della Rai.

Le prime parole che il Paese ha ascoltato sono state pronunciate dall’annunciatrice Fulvia Colombo: “La Rai, Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive”. Eravamo sul Programma Nazionale, che sarebbe diventato Rai 1.

Il 3 gennaio 1954 gli abbonati sono 90, e dopo un anno diventeranno quasi 90.000. Gli apparecchi televisivi sono ancora molto costosi, perciò il rituale collettivo della televisione avviene nei locali pubblici o nelle case dei pochi fortunati. Oggi sono circa 21 milioni i cittadini italiani che pagano il canone.

I 70 anni della Rai: le date emblematiche

Se non ci soffermiamo sui grandi eventi seguiti dalla Rai, è solo per motivi di spazio. Infatti nei suoi primi 70 anni il servizio televisivo pubblico ci ha raccontato in modo vivido quanto accaduto in ogni angolo del nostro pianeta. E non solo: indimenticabile la cronaca dell’allunaggio del 1969, con la polemica in diretta fra Tito Stagno e Ruggero Orlando, in disaccordo sull’attimo preciso in cui il piede di Neil Armostrong avrebbe toccato per la prima volta la superficie lunare.

Veniamo piuttosto al riassunto delle principali date di 70 anni di storia della Rai.

Nel 1957 viene introdotto Carosello, la pubblicità dopo la quale – lo sappiamo tutti – i bambini andavano a letto. Nel 1960 debuttano Non è mai troppo tardi, con il mitico maestro Manzi che si rivolgeva agli adulti analfabeti, e Tutto il calcio minuto per minuto.

Ecco che nel 1962 è il momento del Secondo Programma, che diventerà Rai 2, e l’anno successivo iniziano le prove per la trasmissione dei programmi a colori, che saranno avviate ufficialmente solo nella seconda metà degli anni Settanta.

Nel 1979 è la volta della Terza rete, e nel 1984 – dopo una lunga sperimentazione – fa la sua comparsa Televideo.

La Rai e il digitale

La Rai festeggia oggi 70 anni e si sta avvicinando ai primi 40 in digitale. Nel febbraio del 1996 viene infatti inaugurato il sito ufficiale www.rai.it, e alla fine dell’anno successivo partono i primi tre canali tematici digitali via satellite.

Arriviamo al 2005, quando viene presentato il canale Rai di YouTube, e nel 2008, con l’offerta per il digitale terrestre, composta inizialmente da otto canali.

Nel 2016 il canone Rai viene accorpato alla bolletta elettrica.

Alcuni dei programmi di culto della Rai

70 anni di Rai significano anche una grande quantità di programmi di largo successo.

Accenniamo a cinque tra i più emblematici di essi. Partiamo da Lascia o raddoppia, in onda dal 1955 al 1959, che ci ha fatto conoscere in un colpo solo Mike Bongiorno, i programmi a quiz e la televisione come forma di intrattenimento.

Fantastico, trasmesso nel 1979, dal 1981 al 1992 e nel 1997, resta il re dei varietà, ed è istintivamente associato alla figura di Pippo Baudo.

Dall’aprile del 1989 va in onda Chi l’ha visto?, dedicato ai crimini insoluti e alla ricerca delle persone scomparse. E che ha come nobile precursore Telefono giallo (1987-1992), condotto da Corrado Augias.

Impossibile non citare il Festival di Sanremo, che nasce nel 1951 e che la Rai segue in diretta dal 1955 (anno in cui la serata finale è stata trasmessa in eurovisione).

Infine, tra i molti programmi sperimentali e innovativi, vale la pena di ricordare almeno Blob, ideata nel 1989 da (tra gli altri) Angelo Guglielmi, Enrico Ghezzi e Marco Giusti. Si tratta di un’irresistibile collage di spezzoni televisivi o presi dal web, con risultati stranianti, comici e polemici.

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I festeggiamenti

Per i suoi 70 anni, la Rai festeggia con svariati programmi o puntate ad hoc. Proprio il 3 gennaio, ad esempio, Carlo Conti condurrà una puntata speciale di Rischiatutto, Rischiatutto 70, con alcuni dei grandi nomi che hanno fatto la storia del servizio televisivo pubblico.

Inoltre, dal 2 al 5 gennaio, il programma BellaMa condotto da Pierluigi Diaco diventa BellaRai, con quattro puntate celebrative.

Ma già durante il concerto di Capodanno sono stati celebrati i 70 anni della Rai. L’orchestra diretta dal Maestro Fabio Luisi, nell’evento trasmesso in diretta su Rai 1, ha suonato la sigla storica dei programmi Rai (il Guglielmo Tell di Rossini). Ma anche la sigla del Tg1, quella di Carosello, quella delle Avventure di Pinocchio e altre.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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