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Gli Editoriali di Tech PrincessRubriche

Il green pass arriva anche a New York

È la prima metropoli USA ad adottare il certificato verde. E negli altri Paesi dell’Unione Europea?

Lo ha annunciato il sindaco Bill De Blasio nella conferenza stampa di mercoledì 4 agosto: il green pass approderà a New York.

Sarà la prima città degli Stati Uniti a richiedere il certificato verde per consentire l’ingresso nei locali al coperto, inclusi luoghi di cultura, palestre e ristoranti. E le norme saranno più stringenti che in Italia: il documento sarà obbligatorio sia per i clienti che per i dipendenti.

Il green pass di New York si chiama emblematicamente Key to NYC, è stato ufficialmente lanciato il 17 agosto ed entrerà in vigore il prossimo 13 settembre.

Scopriamo tutto su questa novità che farà da apripista ad altre città degli Stati Uniti. E vediamo com’è a oggi la situazione del certificato verde nei Paesi dell’Unione Europea.

Il green pass a New York

I tempi sono stati davvero serrati: l’annuncio del sindaco è datato 4 agosto, dal 17 il green pass di New York è stato lanciato e il 13 settembre, meno di un mese dopo, avrà piena efficacia.

La mossa di De Blasio è l’ultima di una serie di iniziative. Alcune sono magari bizzarre, ma hanno tutte il meritorio obiettivo di spingere la campagna vaccinale: sono stati elargiti non solo assegni da 100 dollari ai nuovi vaccinati, ma anche tessere della metropolitana con corse illimitate per una settimana, addirittura una ciambella gratis al giorno per un anno e una birra (una sola!) omaggio.

green pass

Il periodo di transizione

A partire dal 17 agosto, nella Grande Mela inizieranno i controlli per i cittadini con più di 12 anni. Per accedere a bar, ristoranti e locali al chiuso sarà necessario aver effettuato almeno una dose di vaccino.

Dal 13 settembre la norma si farà più rigida, e i ristoratori inadempienti (cioè che non controlleranno i certificati) dovranno pagare una multa di 1.000 dollari.

Le reazioni dei newyorchesi

Inevitabili i malumori, che nel caso di New York ruotano soprattutto attorno alla necessità – per alcuni esercenti – di assumere altro personale da destinare ai controlli.

Ma la maggioranza dei gestori è disposta a questo sacrificio pur di mantenere aperta la propria attività.

Favorevole all’introduzione del green pass a New York anche la popolazione adulta. Che, ricordiamolo, è completamente vaccinata per il 67,5%, mentre il 72,5% ha ricevuto almeno una dose di siero.

Il green pass per i dipendenti

Il green pass a New York sarà necessario anche per i dipendenti dei locali. Queste le parole di Roberto Paris, wine director de Il Buco, ristorante di Manhattan. Che, intervistato da Repubblica, ha detto: “Il mio gruppo è sempre stato all’avanguardia, sia per la mascherina che per la vaccinazione. Noi siamo già al 98% di vaccinati tra i nostri dipendenti, e il 13 settembre chi non si è immunizzato dovrà lasciare il lavoro”.

Poi Paris fa un bilancio tra le conseguenze negative e quelle positive del Key to NYC: “Noi perderemo il 10% di clientela, forse anche il 20%. Ad esempio, dovremmo avere un matrimonio al ristorante con 200 persone, di queste per ora solo 160 sono vaccinate, e probabilmente lo cancelleranno. Ma bisogna fare una scelta, e questa è la nostra posizione. E la maggior parte del pubblico a New York mi sembra d’accordo”.

Nelle altre città degli Stati Uniti

Le voci sono insistenti: il green pass a New York non rimarrà certo un caso isolato. Sono diverse le metropoli USA che si stanno già preparando ad adottare le stesse norme: da San Francisco a Los Angeles a New Orleans.

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Una panoramica tra i Paesi dell’Unione Europea

Il green pass europeo è riconosciuto dal 1 luglio scorso da 27 Paesi dell’Ue, oltre a Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein.

In Francia il passaporto vaccinale è già in vigore dal 9 giugno per fiere, spettacoli, stadi o concerti. È diventato obbligatorio dal 21 luglio nei luoghi di svago o cultura con la presenza di più di 50 persone ed è stato esteso a bar, ristoranti, treni e aerei.

In Irlanda solo chi ha completato il ciclo vaccinale o è guarito dal Covid può soggiornare negli alberghi.

Green pass obbligatorio anche in altri Paesi, come Austria e Lussemburgo, per accedere a ristornati e locali, e per partecipare a eventi.

Green pass doveroso in Portogallo in alberghi, ristoranti, palestre e centri termali. Ma anche per assistere a eventi sportivi o culturali con più di 1000 persone all’aperto o più di 500 al chiuso.

La Germania lascia la libertà di scelta sull’obbligatorietà o meno del green pass alle singole regioni o alle autorità cittadine. A Berlino, ad esempio, il certificato è indispensabile per andare in palestra o cenare al chiuso.

Curioso il caso della Danimarca, dove il green pass è richiesto persino dai parrucchieri.

La Spagna dice no al green pass

Controcorrente la posizione della Spagna, dove la scelta sulla necessità del green pass era demandata alle autorità locali, come in Germania.

Nei giorni scorsi la Galizia, ultima regione in cui vigeva l’obbligo del green pass, lo ha fatto decadere.

La decisione, che segue quelle analoghe di Andalusia e Cantabria, rende i cittadini dell’intero Paese senza più alcun vincolo nei confronti del certificato vaccinale.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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