B1NARY – Episodio 39: Incontri ravvicinati

Poche e chiare istruzioni di base:

• attenzione allo Sfigatto: sembra un gatto normale ma è addestrato per metterti in difficoltà;
• non far cadere le ceneri di nessuno;
• ignora eventuali ex fidanzat*;
• assicurati che uno dei genitori non sia un ex agente segreto. Qualora lo fosse tieniti pront* per la macchina della verità.

Ok, scherziamo. Anche se “Ti presento i miei” è comunque un valido strumento di apprendimento.

Il bon ton impone un certo grado di ansia da prestazione, o un totale abbandono agli eventi: gli estremi opposti di questa gamma vengono definiti da incognite che dalla tua domanda non potremmo evincere. 

Che rapporto ha il partner con i genitori? Mette molta aspettative sull’incontro, vuole che le cose vadano bene oppure è stato un invito estemporaneo, quasi un divertente obbligo, una formalità di rito da attarversare con un sorriso complice?

Che rapporti ha con l’autorità? Stima i suoi genitori oppure è cresciuta in aperta ribellione verso tutto ciò che rappresentano? Pensi che andrai a conoscere due persone interessanti e curiose o coltivi il timore, forse la speranza, di scandalizzare dei benpensanti?

Il nostro consiglio è comunque di non pensarci troppo: incontrare i genitori del partner è come uscire per la prima volta con qualcuno conosciuto su Tinder – può essere un’esperienza gratificante o terrificante, bisogna giocare di rimessa, reagire all’imprevisto e improvvisare davanti all’improbabilità. E molto spesso le cose migliori vengono dette quando non si pensa alle cose migliori da dire.

Ciò non toglie che sulle cose davvero importanti, ti suggeriamo di avere massima sincerità: da quello che volete per il vostro futuro a cosa vi piace fare tra le lenzuola. Dovete essere sempre aperti al confronto e disposti ad aprirvi. 

Limita quanto più possibile le bugie  perché quello che dicevano i nostri nonni era vero; “hanno le gambe corte”, “il naso lungo”, “tutti i nodi vengono al pettine”… insomma, modi colorati per dire che troppe bugie non fanno bene a nessuno e che prima o poi il castello di menzogne dette a fin di bene potrebbe venire giù. Non arrivare al livello del castello, un monolocale sarebbe accettabile ecco.

Nell’attesa di imparare il modo giusto di stare in equilibrio, meglio evitare comunque la fatica di doversi arrampicare sugli specchi.

Buona cordata!

Ancora meglio, dovessi tu incontrala nel mondo reale, ti consigliamo di scegliere una modalità più gradita, appagante, apparentemente più difficile ma immensamente più funzionale, un vero deal breaker: il “ciao, come stai? Come ti chiami? MI farebbe molto piacere conoscerti” della tridimensionalità, l’unica dimensione che conta davvero. Una dimensione in cui non conta l’originalità dell’approccio, che spesso fa solo danni, ma la voglia di comunicare e di conoscersi.

Anche solo per distinguersi dalla massa di persone che si guarda da lontano senza il coraggio di fare il primo passo, ma per sperimentare “l’effetto montagne russe”: ovvero quella sensazione di estasi e spavento, di eccitazione e di paura che proviamo quando il vagone si inerpica lentamente sulla salita, quel brivido di piacere e terrore che preannuncia l’arrivo della prima discesa.

Da lì in poi, quasi sempre la corsa è divertente, dura troppo poco, e alla fine ci sorprendiamo quasi della paura che abbiamo provato durante la salita. E siamo già pronti per un altro giro di giostra. Perché la paura è una delle anticamere della felicità.