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Telegram e No Vax: blitz della Polizia in diverse città italiane

Si stavano organizzando su Telegram in previsione della manifestazione di Roma

Fino ad adesso i lettori di Techprincess avevano conosciuto i no vax soprattutto per la facilità e la frequenza con cui riempiono la Rete di fake news sul Covid e sulla campagna vaccinale. Lo scopo, di certo pericoloso, era quello di destabilizzare le convinzioni degli utenti meno capaci di selezionare le notizie in base alla loro veridicità. Ma non c’era mai stato alcun tentativo di violenza fisica. A esclusione forse di un’inqualificabile aggressione a un giornalista di Repubblica, avvenuta lo scorso 30 agosto.

Ora però i no vax hanno decisamente alzato il livello dello scontro, e da un episodio di violenza isolato si stava rischiando di passare a qualcosa di ben più organizzato e sistematico.

Diversi blitz della Polizia in alcune città italiane, avvenuti nella mattina di giovedì 9 settembre, hanno infatti preso di mira un ristretto numero di appartenenti ai movimenti no vax, che dialogavano su un gruppo Telegram. Il loro piano avrebbe previsto una serie di azioni violente nel corso delle prossime manifestazioni contro i provvedimenti del Governo.

Scopriamo come e dove sono avvenuti i blitz delle forze dell’ordine, e quali erano i piani di questi no vax violenti.

Le perquisizioni e i no vax indagati

Le indagini sono state coordinate dalla sezione distrettuale Antiterrorismo della procura di Milano e condotte dalla Digos e dalla Polizia postale. Le perquisizioni hanno coinvolto sei città: Milano, Bergamo, Roma, Venezia, Padova e Reggio Emilia.

Gli accurati controlli hanno coinvolto le abitazioni private ma anche computer, smartphone, tablet e gli account creati nelle varie piattaforme social. A essere indagate per istigazione a delinquere aggravata sono per ora otto persone vicine al movimento no vax, cinque donne e tre uomini, fra i 33 e i 53 anni.

no vax

I guerrieri di Telegram

Il luogo virtuale in cui i no vax potenzialmente violenti si davano appuntamento era Telegram. Nell’app, gli otto avevano creato un gruppo e lo avevano denominato I guerrieri.

Nelle chat si parla apertamente della volontà di costruire ordigni esplosivi fai da te. E di usarli nelle manifestazioni contro il green pass organizzate su tutto il territorio nazionale, in particolare in quella in programma a Roma nelle giornate dell’11 e del 12 settembre.

Le “iniziative volte ad affermare le convinzioni dell’area cosiddetta no vax” erano “tese a mutare o condizionare la politica governativa e istituzionale in tema di campagna vaccinale”. È quanto hanno scritto nei decreti di perquisizione il capo del pool antiterrorismo di Milano Alberto Nobili e il Pm Piero Basilone, che gestiscono le indagini.

Le frasi

Negli scambi tra i no vax violenti autoproclamatisi guerrieri, i concetti non sono certo espressi con troppi giri di parole. Si leggono frasi come “Quando andremo a Roma i primi” (da aggredire) “sono i giornalisti”. Poi si parla di “usare le molotov” per “far saltare i furgoni delle tv”.

Ci sono anche dichiarazioni definite dagli inquirenti “di pure odio delirante”, come questa: “Radere al suolo il Parlamento con tutti loro dentro. Basta un piccolo drone pilotato a distanza da uno dei tetti di Roma… un 500 grammi di tritolo e lo lasci cadere durante la seduta”.

Fino ad arrivare agli immancabili slogan di stampo complottistico, che paventerebbero “un disegno di sistema del dominio” da parte dei rappresentanti del governo. Che, secondo i guerrieri, “ben consapevoli di un esperimento di ingegneria genetica in atto”, non si sarebbero fatti vaccinare, ma si sarebbero fatti “inoculare solo una soluzione fisiologica”.

L’intervento della Polizia

I blitz della mattina di giovedì 9 settembre contro i no vax violenti rientrano in un’importante attività preventiva.

Come si può leggere sul sito della Polizia postale, “l’indagine trae origine dalla costante attività di monitoraggio condotta dai due Uffici investigativi milanesi – su input della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno e del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma – nei confronti dei numerosi gruppi di protesta attivi sul web contro le misure di contenimento adottate dall’Esecutivo per fronteggiare l’emergenza sanitaria da COVID-19.

Dall’analisi dei messaggi pubblicati sulla chat dei Guerrieri è emerso che gli indagati – uno dei quali titolare di porto d’arma e già noto alle Forze dell’Ordine per la sua vicinanza al separatismo veneto – oltre all’intenzione di partecipare in massa alla manifestazione di protesta in programma nella Capitale il prossimo sabato, incitavano gli altri membri del gruppo a realizzare azioni violente nelle rispettive Province di residenza, contro non meglio precisati obiettivi istituzionali o approfittando della visita di esponenti dell’Esecutivo, come quella – poi annullata – prevista a Padova lo scorso 2 settembre da parte dell’On. Speranza.”

L’obiettivo: la manifestazione di Roma

Le indagini hanno impedito la concretizzazione di una “riunione preparatoria” in vista della due giorni di manifestazione nella capitale, l’11 e 12 settembre.

E hanno portato al sequestro non solo di supporti informatici ma anche di armi bianche e spray al peperoncino.

Il gruppo Telegram dei guerrieri contava circa 200 iscritti. Per fortuna, dichiarano i dirigenti della Digos Guido D’Onofrio e del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni Lombardia Tiziana Liguori, “non risulta, al momento, dal nostro monitoraggio, che ci siano altre chat analoghe, con no vax che istigano ad azioni violente”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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