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La recensione di The Crew Motorfest: cambia tutto

O quasi.
E il punto di riferimento è evidente: The Crew Motorfest si ispira – parecchio – a Forza Horizon 5. Comprensibile a dire la verità, in fondo la serie di Playground Games è diventata una delle saghe automobiliste più apprezzate dagli appassionati delle quattro ruote. Non ha quel maniacale realismo di Forza Motorsport o di Assetto Corsa ma propone il giusto mix tra cultura automobilistica e intrattenimento videoludico, un mix che continua a tenere incollati i giocatori ad Xbox e PC.

Ivory Tower, lo sviluppatore di The Crew, lo sa e ha provato a cambiare direzione al suo open world dedicato ai motori.
Lo ha fatto ridimensionando la mappa, aggiungendo attività che somigliano moltissimo a quanto proposto dal competitor e aumentando i veicoli a disposizioni ma anche provando a cambiare la struttura del gioco, proponendo le playlist, una serie di corse racchiuse all’interno dello stesso “pacchetto” che ruotano intorno ad un tema specifico. Confusi? Facciamo qualche esempio: abbiamo American Muscle con le muscle car statunitensi, abbiamo la playlist dedicata alle auto vintage, quella che ispirata allo stile di guida giapponese e così via. L’idea non è male ma il sistema va ancora affinato.

Non vogliamo però saltare alle conclusioni quindi sedetevi comodi e fatevi guidare nel mondo di The Crew Motorfest.

La recensione di The Crew Motorfest

The Crew Motorfest recensione cosa cambia

Nel 2014 Ubisoft presentava ai giocatori The Crew, un videogioco di guida open world che metteva a loro disposizioni TUTTI gli Stati Uniti d’America.
Una mappa enorme, una marea di veicoli e la storia di Alex Taylor, pronto a fare tutto ciò che è necessario per aiutare l’FBI a catturare Shiv, l’assassino del fratello.

Ora in realtà non abbiamo un vero protagonista da seguire.
O meglio, il protagonista qui siete voi.

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The Crew Motorfest ruota intorno ad un festival automobilistico, proprio come Forza Horizon.
In un batter d’occhio vi troverete alle Huawei, sull’isola di O’ahu, dietro al volante. Una rapida sequenza iniziale infatti vi permette non solo di ammirare le bellezze del luogo ma anche di cambiare veicolo per avere un assaggio di ciò che vi attende poco dopo.
Il tempo di ambientarvi e poi sarete pronti a creare il vostro avatar. Il gioco mette a vostra disposizione una serie di personaggi già confezionati, da cui però potrete partire per personalizzare il vostro alter ego digitale.
E no, non è uno di quei casi in cui lo create per non vederlo ma più: lo vedrete alla guida, lo vedrete esultare alla fine di ogni corsa e lo vedrete anche nell’hub iniziale del gioco, una sorta di area social che cerca di favorire l’interazione con altri giocatori ma senza troppo successo. Motorfest vi porta qui ogni volta che avviate il gioco ma noi abbiamo finito per passarci solo pochi secondi, un po’ perché fremevamo all’idea di guidare e un po’ perché l’esperienza con il nostro avatar non è fluida e soddisfacente. Insomma, a piedi non ci si diverte come al volante.

The Crew Motorfest Hub

Cosa si fa in The Crew Motorfest?

Ivory Tower ci propone le playlist, una raccolta di sfide a tema che ci permette non solo di guadagnare punti ma anche di ottenere un generoso premio alla fine.
Le playlist includono un numero variabili di eventi e prevedono un loro “filone narrativo”.
Le virgolette qui sono d’obbligo.
Prendiamo, ad esempio, Made in Japan. Questa playlist, dedicata alla cultura automobilistica giapponese, vi consente di conoscere Hayato, leader dei The Pack. Non aspettatevi però una storia vera e propria. Si tratta più che altro di un pretesto per avere una voce narrante durante le varie sfide, una guida che vi racconterà interessanti spiegazioni sullo stile di guida e sui veicoli coinvolti nelle gare.
Non è una mancanza vera e propria, sia chiaro. Anche Forza Horizon non ha un vero comparto narrativo. E va bene così, in fondo i giocatori vogliono principalmente guidare, e non è affatto male farlo mentre qualcuno vi intrattiene con aneddoti di ogni genere.

The Crew Motorfest playlist

Ecco, tenete solo presente che la lingua italiana non c’è. O meglio, ci sono i sottotitoli in italiano ma non l’audio è in inglese. Questo significa che se non avete una buona padronanza della lingua faticherete a seguire i racconti dei vari sfidanti, anche perché mentre andate a 200 km/h leggere senza schiantarsi diventa un po’ difficoltoso.

Per quanto riguarda la varietà di gare proposte, non tutte le playlist ci hanno regalato le stesse gioie. Le gare di Made in Japan, ad esempio, sono ambientate unicamente di notte ma abbiamo sia corse contro altri driver sia sfide di drifiting e drag race.
L’Hawaii Scenic Tour invece abbandona il circuito classico per portarvi dal punto A al punto B in quasi tutti gli eventi, compensando però con l’introduzione di motoscafi e aerei.
Ci sono invece playlist come la 911 Legacy, dedicata Porsche, dove avete unicamente gare classiche.

The Crew Motorfest recensione mappa

Come si fa a compensare il possibile effetto “noia” derivato da questa struttura a playlist che, di base, vi suggerisce di iniziarne e finirne una, passare a quella successiva e così via?
Un buon modo è usare la mappa. L’aprite e invece di raggiungere la tappa successiva prevista dalla playlist andate all’evento più vicino a noi, passando così da una playlist all’altra.

Tenete inoltre presente che le playlist non hanno solo la sezione Events con le gare ma anche le Side Activities e le Challenges. Le prime le incontrerete lungo il percorso e potranno essere svolte con qualsiasi veicoli. Includono foto da scattare, autovelox davanti a cui sfrecciare a tutta velocità – sperando di raggiungere i km/h previsti -, le Escapes, ossia attività che vi impongono di allontanarvi N metri/km da un punto entro un tempo prestabiito, e gli Slalom, dove dovrete fare esattamente questo, una slalom tra ostacoli posizionati lungo la strada cercando di non colpire possibilmente le altre vetture.
Le Challenges invece sono sfide che richiedono un veicolo specifico e vanno dal “arriva in questo posto” a “guida a 200 km/h per 5 minuti”.
In cambio, ovviamente, avrete esperienza e denaro.

Ci sono infine le Live Competition, playlist temporanee con cui potete cimentarvi con l’obiettivo di posizionarvi nella classifica mondiale, e le partite online come le Demolition Royale dove verrete buttati nella mischia con il compito di distruggere le auto della concorrenza.

Insomma, avrete il vostro bel da fare con The Crew Motorfest.

Ma io… che auto guido?

The Crew Motorfest recensione auto

All’inizio del gioco avrete la possibilità di scegliere la vostra prima vettura.
Fin qui tutto regolare, giusto? È un classico.
L’auto però non vi servirà per le gare.
Si, avete capito bene. Il gioco vi presterà un veicolo ogni volta che correrete. Eppure, alla fine di ogni competizione, vi porterete a casa dei pezzi per customizzare la vostra vettura.
Che senso ha?
All’inizio forse vi sfuggirà la logica ma in realtà tutto questo vi tornerà utile per tutte quelle attività che incontrerete lungo la strada, come le Speedtrap e gli Escapes.
Mettere mano all’auto significa essere più veloci, più prestanti, più agili, così sarete in grado di portare a casa nuovi punti esperienza e altri utilissimi denari, denari con cui potrete comprare altre auto ed elementi per la personalizzazione estetica dei veicoli.

Le auto a disposizione sono parecchie (più di 600) e avrete di che divertirvi, soprattutto perché il modello di guida è migliorato: le auto hanno un peso, le loro specificità, i loro difetti. Migliorano se ci mettete mano e potete pian piano trovate il giusto feeling.
Non è un gioco simulativo ovviamente, è un simcade, e questo a nostro avviso lo rende godibile e adatto davvero a chiunque.

Peccato solo che la stessa attenzione non sia stata riservata alla guida di aerei e motoscafi dove tutto si riduce all’applicazione del modello delle auto a questi veicoli, NOS incluso.

The Crew Motorfest aereo

Il fascino delle Hawaii

La mappa di gioco è stata ridimensionata rispetto ai capitoli precedenti.
Ora abbiamo solo una piccola isola, prima un intero paese.
Non è però una perdita enorme. O meglio, sicuramente è uno scollamento dal passato e un approccio che tanto somiglia a quello di Forza Horizon (e sì, lo citiamo ancora perché il paragone è doveroso), però guadagniamo parecchio in termini di dettaglio.

The Crew Motorfest recensione grafica

Le Hawaii di The Crew Motorfest sono incredibilmente affascinanti, con spiagge, città, vulcani, foreste… C’è tutto e tutto è stato realizzato con grande cura, auto incluse.
L’esperienza visiva quindi è di altissimo livello.
Tenete poi conto che all’inizio del gioco potrete scegliere la modalità desiderata: Performance dà priorità alla fluidità per garantirvi i 60 fps, mentre Resolution invece vi regala un bel 4K a discapito dei frame per secondo.

La recensione di The Crew Motorfest: conclusioni

Ivory Tower ha chiaramente deciso di lanciare il guanto di sfida a Forza Horizon, ad oggi il re dei simcade. Lo fa cambiando la sua formula, rivedendo qualche elemento, ampliando il parco auto e riducendo la mappa. Il livello non è ancora quello del suo evidente competitor ma la strada tracciata potrebbe essere quella giusta.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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