Stando a un nuovo rapporto della coalizione Climate Action Against Disinformation (CAAD) il negazionismo climatico è in forte espansione su social come Twitter, Facebook e Instagram.
Il negazionismo climatico sta vivendo un forte successo sui social
In particolare si è notato un aumento delle fake news relative al cambiamento climatico proprio a ridosso dell’ultimo COP 27 tenutosi a Sharm el Sheikh e di come enti legati ai combustibili fossili abbiano pagato ben 4 milioni di dollari per le pubblicità sui social di proprietà di Meta, ovvero Facebook e Instagram.
Gli annunci incriminati hanno diffuso false informazioni sulla crisi climatica, sugli obiettivi net-zero e la transazione verso un’energia green. In particolare 3781 annunci sono riconducibili a Energy Citizen, un gruppo appartenente all’American Petroleum Institute. Di contro i produttori di plastica hanno speso 1 milione di dollari.
Su Twitter, invece, è spopolato l’hashtag #climatescam, soprattutto dallo scorso luglio. Tutti questi dati mostrano un ritorno del negazionismo climatico e sottolineano una pericolosa negligenza (e anche ipocrisia) da parte delle aziende tech nelle sponsorizzazioni sulle loro piattaforme, pensando unicamente a monetizzare.
Quel che rende tutta questa vicenda ancora più triste è che i negazionisti hanno avuto una forte risonanza proprio durante i giorni del COP 27, quando i grandi del mondo erano riuniti per decidere come ridurre le emissioni inquinanti.
Alcuni esempi
Per esempio l’America’s Plastic Makers ha speso oltre 1 milione di dollari in pubblicità sui social per denigrare il riciclaggio di prodotti in plastica, mentre l’Energy Citizen ha spinto molto sulla paura che l’energia green sia in realtà una minaccia per la sicurezza energetica americana.
Questo ovviamente non fa altro che fare presa su una fetta della popolazione più impressionabile e tendente a cadere in questo circolo vizioso di bugie dannose non solo per gli esseri umani, ma per la salute del pianeta stesso.
Si rende necessario, quindi, ideare un programma che contrasti nettamente queste fake news sul cambiamento climatico, coinvolgendo non solo i governi, ma anche i big del tech che a parole si dimostrano sensibili alla tematica, ma nei fatti dimostrano di dare più valore ai soldi che al destino della Terra.
La domanda a questo punto sorge spontanea: quando arriveremo alla linea del non ritorno, si continuerà a preferire il denaro all’unico pianeta che abbiamo a disposizione?
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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