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Una nuova funzionalità di Immuni permetterà di segnalare la propria positività

Immuni aggiunge un’importante funzionalità. Lo stato dell’arte dell’app

È ufficiale: presto Immuni avrà una nuova funzionalità grazie alla quale un utente positivo al Covid-19 potrà segnalarlo in autonomia.

Occorreranno il CUN (codice univoco nazionale) presente sul referto con la diagnosi di positività e le ultime otto cifre della propria tessera sanitaria. Scopriamo di più su questa funzione e facciamo il punto su Immuni a più di nove mesi dal suo rilascio.

La nuova funzionalità di Immuni

Il Garante per la Privacy si è espresso dunque positivamente, e ha autorizzato il ministero della Salute ad attivare una nuova funzionalità di Immuni che consentirà a una persona risultata positiva al Coronavirus di attivare in autonomia la procedura per allertare i suoi contatti.

L’utente potrà interagire direttamente con il Sistema di allerta Covid-19 inserendo, nell’apposita sezione dell’app, il codice univoco nazionale del proprio test diagnostico per Covid-19 con esito positivo, insieme alle ultime otto cifre della tessera sanitaria.

Il Sistema di allerta Covid-19, una volta verificati i dati forniti, abiliterà il caricamento delle Tek (chiavi temporanee) generate dallo smartphone dell’utente risultato positivo.

Quando il dispositivo dell’utente entra nel raggio d’azione del segnale di un altro dispositivo su cui è stata installata Immuni, l’app invierà un’allerta avvisandolo di essere entrato in contatto con un soggetto positivo.

Una volta caricate le Tek, il Sistema di allerta Covid-19 invaliderà il codice CUN, così da evitare false segnalazioni effettuate a distanza di un tempo eccessivo rispetto alla data di rilascio dell’esito positivo del tampone.

Immuni

L’attenzione del Garante

Il Garante ha ritenuto questo aggiornamento predisposto dal ministero della Salute in linea con le indicazioni fornite ai rappresentati dello stesso dicastero e a quelli del Mef, del Dipartimento per la trasformazione digitale e della Sogei.

È stata posta particolare attenzione alle misure adottate a tutela della sicurezza del Sistema di allerta Covid-19 e alle nuove funzionalità introdotte dal ministero. L’obiettivo è quello di semplificare l’utilizzo dell’app Immuni da parte degli utenti risultati positivi, e di rendere più efficace l’invio delle notifiche di esposizione al rischio di contagio.

L’abbinata CUN-ultime cifre della tessera sanitaria consentirà la totale protezione della privacy di chiunque intenda collaborare in autonomia al contact tracing.

Cosa succedeva sino a oggi

Prima di questo nuovo rilascio, la segnalazione della positività avveniva con l’aiuto di un operatore. Leggiamo sul sito dell’app: “Gli utenti che sono risultati positivi al virus possono caricare su un server, con la collaborazione di un operatore sanitario, i codici casuali che i loro dispositivi hanno trasmesso nei giorni precedenti, in modo da renderli disponibili a tutti i dispositivi che hanno l’app installata, senza che questo consenta l’identificazione diretta degli utenti positivi”.

Immuni smartphone

L’app Immuni

Ricordiamo che Immuni è l’app voluta dal governo italiano per raccogliere dati utili a tracciare i contagi da Covid-19.

Rilasciata il 1 giugno 2020, gira su dispositivi Android e iOS e ha natura volontaria, come ha ribadito il Garante lo scorso 19 ottobre presentando una memoria alla prima commissione affari costituzionali del Senato.

Come funziona

La app comunica con altri dispositivi su cui è installata attraverso le già citate Tek: sono chiavi 16-byte crittografate, generata casualmente e modificate periodicamente, per assicurare la tutela della privacy. Queste chiavi vengono archiviate sui dispositivi stessi (sistema decentralizzato) e conservate per non più di quattordici giorni prima di essere cancellate. Registrano gli avvicinamenti tra due dispositivi che abbiano una durata da un minimo di cinque a un massimo di trenta minuti.

I numeri dell’app

Fin dalle prime settimane di rilascio dell’app, una delle principali difficoltà di Immuni riguardava proprio la trasmissione dei casi di positività al sistema. Ciò ha determinato una certa sfiducia nell’app, tenendo assai bassi i numeri di segnalazioni e notifiche.

Oggi, circa 10,3 milioni gli italiani (il 17% della popolazione) hanno scaricato Immuni, ma il totale delle notifiche sono meno di novantamila.

Eppure un dato, non recente (settembre 2020), parlava già di sette focolai bloccati dall’app.

Ora due mosse potrebbero cambiare in meglio le sorti di Immuni: questa nuova funzionalità avallata dal Garante, e il fatto che nel primo DPCM del governo Draghi è apparso l’obbligo delle autorità sanitarie  di inserire a sistema le positività, in modo da permettere a Immuni di contribuire concretamente al tracciamento dei contatti a rischio.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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