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Russia e Ucraina: conseguenze negative su automotive e materie prime

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L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia mette in crisi l’intero pianeta, e uno dei settori che ha già iniziato a subire le conseguenze del conflitto in atto è l’industria delle auto. Se da un lato, i prezzi del gas e del petrolio rischiano di superare i record storici rilevati nelle ultime settimane, dall’altro la guerra tra Russia e Ucraina potrebbe coinvolgere alcuni stabilimenti automobilistici in entrambi i Paesi ma soprattutto l’approvvigionamento di materie prime per la fabbricazione dei veicoli.

Il primo problema che colpirà i consumatori è il prezzo di benzina e gasolio. Poiché la Russia è una delle grandi potenze petrolifere mondiali, l’operazione militare in Ucraina sta già avendo conseguenze sul prezzo del petrolio. Un barile di Brent ha raggiunto giovedì il prezzo di 104 euro, il più alto dal 2014, dopo aver subito un aumento del 7%, che potrebbe far diventare ancora più cari benzina e diesel nelle prossime settimane.

La Russia è anche il secondo produttore mondiale di gas naturale e il più grande fornitore d’Europa, quindi l’approvvigionamento di questo combustibile in forma liquida (GNL), utilizzato da alcuni veicoli come carburante potrebbe avere conseguenze sul mercato. Non stupisce quindi il fatto che il prezzo del gas è salito alle stelle nelle ultime ore. Il Title Transfer Facility (TTF) che ha sede in Olanda ed è considerato il mercato più importante in termini di volume tanto da essere preso come riferimento di prezzo a livello europeo, assicura che giovedì, lo stesso giorno dell’invasione, il prezzo del gas è salito fino al 60%, toccando quota 144 euro. Non è comunque il massimo raggiunto, visto che lo scorso dicembre il costo è arrivato a ben 200 euro.

Industria auto e conflitto Russia Ucraina: il problema ora è sulle materie prime

La Russia è il secondo produttore mondiale di alluminio, un materiale utilizzato per fabbricare automobili, e il suo prezzo è aumentato di circa il 15% quest’anno. Le azioni di Alcoa, uno dei maggiori produttori di alluminio, sono aumentate del 31% nel 2022. La Russia ha prodotto 3,8 tonnellate di alluminio nel 2021, circa il 6% della produzione mondiale. La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe causare un aumento del prezzo di questo materiale nelle prossime settimane.

Stesso discorso per il palladio, un metallo raro e di grande valore grazie alle sue proprietà fisico-chimiche che ha la Russia come uno dei suoi maggiori produttori mondiali con il 40% della quota di mercato. Nell’industria automobilistica viene utilizzato principalmente per la produzione di catalizzatori e batterie per auto elettriche e ibride. Il prezzo del palladio è aumentato in modo significativo negli ultimi mesi e giovedì, dopo che Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, è aumentato di oltre il 7%, raggiungendo il suo costo massimo dall’agosto dello scorso anno, che lo pone ora al di sopra di quello dell’oro.

La decisione di Putin di attaccare l’Ucraina ha provocato l’intervento di Europa e Stati Uniti, che hanno imposto alla Russia forti sanzioni commerciali che influenzeranno il normale sviluppo delle sue attività economiche e industriali. Renault, Stellantis e Volkswagen (ma non solo) potrebbero essere le case automobilistiche più colpite dalla prevedibile mancanza di fornitura di componenti vista la loro presenza nel mercato russo. Vi spieghiamo meglio l’impatto della guerra tra Russia e Ucraina sulle case automobilistiche nell’articolo seguente.

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