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Space OS: il ritorno al Personal Computer passa dal cloud

La startup Deta porta un PC in una pagina web, totalmente personalizzabile (e criptata)

L’era del personal computer è pronta per un ritorno in grande stile, questa volta nel cloud. La startup Deta ha presentato Space OS, che vuole darci un’esperienza da PC: niente app che funzionano solo collegandosi al cloud, ma pieno controllo del software e della privacy personale. Eppure, tutto è accessibile da una pagina web. Una specie di ossimoro, che vuole tenere insieme la comodità del cloud pur rendendoci padroni del software installato e dei dati che creiamo usandolo.

Space OS, la startup Deta porta tutta l’esperienza da PC nel cloud

Mustafa Abdelhai, co-fondatore e CEO di Deta, spiega a The Verge che il desktop del futuro dovrebbe essere un’ampia tela digitale. Dove gli utenti possono prendere appunti, guardare film o eseguire app semplicemente disegnando sullo schermo. Tutto su un’unica interfaccia senza dover saltare da un’app all’altra. Inoltre, l’utente dovrebbe essere in grado di scaricare e possedere il software, proprio come faceva con i computer personali 20 anni fa. Ma tutto questo dovrebbe avvenire all’interno di un browser web.

Deta, startup con sede a Berlino, ha presentato quello che chiama il “personal cloud computer” negli ultimi due anni. Space OS vuole riportare il controllo personale nel PC, in un’epoca in cui il cloud computing fa sì che i programmi siano in abbonamento e i dati depositati in cloud pubblici. E anche se i dati saranno su un server AWS, sarà un cloud privato e criptato, cui solamente voi potrete accedere. Da ovunque e con qualunque dispositivo.

Come funziona Space OS, il PC sul cloud

space os horizon deta startup cloud min

Su Space OS potete disegnare rettangoli sulla “tela infinita” per aggiungere caselle di testo, icone, video, collegamenti a siti web e altro. In pratica, potete creare widget interattivi per ogni app, lista e servizio che utilizzate, consentendo un alto grado di personalizzazione.

Il cuore del sistema è Discovery, l’app store di Deta, dove gli utenti possono scaricare diverse app. Ci sono WebCrate per il bookmarking, Minima per prendere appunti, Filebox per l’archiviazione di file, Black Hole per la fotografia, e Temper per la creazione di siti web. Tutte app eseguite come macchine virtuali sul “personal cloud” dell’utente. Questo significa che ogni app è completamente isolata e non accede ai dati dell’utente.

space os canvas deta pc nel cloud min

Gli utenti possono accedere a Space OS semplicemente visitando l’URL del loro “personal cloud”. Abdelhai ha spiegato che Deta sta lavorando per consentire alle app di funzionare localmente e offline, rendendo l’esperienza più fluida e accessibile. E mentre Deta offre alcune funzionalità di base gratuitamente, gli utenti possono scegliere di pagare per funzionalità aggiuntive e spazio di archiviazione.

Un nuovo modo per tornare al passato

Quello che Deta sta cercando con Space OS è creare innovativo: un personal computer nel cloud. Tuttavia, bisogna sottolineare che questa idea non è del tutto nuova. Google ci crede con i Chromebook, Microsoft ha introdotto il Cloud PC come una potenziale svolta. Ma secondo Mustafa Abdelhai, questi sforzi precedenti erano limitati.

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Deta si concentra su una visione più ampia: non è solo portare Windows su Internet, ma reinventare il concetto di personal computing. Deta vuole ridisegnare le app, migliorare la privacy e la gestione dei dati, e trasformare i dispositivi da insiemi di app isolate in un ambiente più fluido e interattivo.

Secondo Abdelhai, Space OS può permettere ai nostri account Google Docs, Notion, Figma e Slack di collaborare e scambiare dati, senza bisogno di passare su diversi cloud pubblici. Tutti i nostri dati sono su Space OS e possiamo metterli in comunicazione. O perlomeno, potremo farlo se Deta realizzerà il proprio ambizioso progetto. Ma la società ha già integrato alcuni strumenti di produttività ben noti nella sua piattaforma.

Attualmente, ogni app funziona in modo isolato, ma Deta vuole trasformare il software in un insieme di strumenti interconnessi. In futuro, questo potrebbe portare a un ambiente versatile che può servire da piattaforma di gioco, strumento creativo e molto altro ancora.

Un futuro interessante, ma è realizzabile?

space os pc nel cloud min

Tuttavia, i dubbi riguardo Space OS non mancano. In particolare, dovorebbe convincere gli utenti a centralizzare la propria vita digitale sui server di Deta: se non si fidano degli altri operatori cloud, perché fidarsi di questa startup? E poi, cosa accadrà ai dati dei cloud personali se Deta dovesse fallire o interrompere l’attività?

L’approccio di Deta richiama i primi giorni dell’informatica, quando le persone acquistavano software confezionato in negozio e lo installavano sui propri computer. L’era del cloud ha semplificato l’informatica, ma ha anche spogliato gli utenti del controllo sui propri dispositivi. Può Space OS dare agli utenti quel controllo, senza rinunciare alla comodità del cloud?

Deta assicura agli utenti hanno il controllo completo delle proprie app, dei propri dati e dello spazio di archiviazione. Tutto è crittografato e il codice sorgente delle app è disponibile per il download. Deta non trae profitto dalla pubblicità o dalla vendita dei dati degli utenti, secondo quanto spiega il CEO.

Al momento, Space OS è ancora agli inizi: mancano app avanzate e funzionalità sofisticate. Tuttavia, alcune funzioni in prova promettono di attrarre l’interesse degli sviluppatori. L’integrazione con l’intelligenza artificiale di Teletype, la creazione di app web e l’utilizzo del sistema App Actions di Deta. Se l’ecosistema di programmi di Space OS dovesse allargarsi, forse qualche utente e qualche azienda potrebbero testare questo PC sul cloud. E far partire una rivoluzione strana, che guarda al passato dell’informatica, pur puntando sul cloud e l’intelligenza artificiale.

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Via
The Verge
Source
Deta

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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